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Vlt: tassa sulle vincite, la parola passa a Bruxelles col rischio di infrazione

31 agosto 2012 - 14:49

Il 'caso' della tassa sulle vincite alle Vlt arriva (anche) a Bruxelles e minaccia una (nuova) procedura di infrazione nei confronti dell'Italia. Che l'introduzione di una nuova tassa faccia sempre discutere, è un fatto. Ma nel caso della cosiddetta 'tassa sulla fortuna', ovvero, il balzello introdotto a partire dal 2012 dal Legislatore per le vincite superiori ai 500 euro, si è andati ben oltre le normali aspettative, soprattutto per quanto riguarda la sua applicazione al settore delle videolottery. E oggi, dopo che la materia è stata affrontata dal Tribunale amministrativo del Lazio il quale, addirittura, ha rinviato il caso alla Corte Costituzionale, a doversi esprimere sullo stesso caso è la Commissione Europea in seguito a una denuncia accolta dall'organismo comunitario (scaturita da una serie di segnalazioni) e che potrebbe portare, nel caso peggiore, all'apertura di una procedura di infrazione. New Slot, Consiglio di Stato sblocca somme anticipate da concessionari

Scritto da Alessio Crisantemi

In questo caso specifico – secondo indiscrezioni raccolta da GiocoNews.it - la presunta illegittimità segnalata in Commissione è la mancata notifica di una norma palesemente tecnica (come deve considerarsi un provvedimento che comporta l'adeguamento di sistemi di gioco a una nuova tassazione), come impone la Direttiva Comunitaria 98/Ce, secondo la quale, appunto, ogni disposizione di carattere tecnico relativa all'industria e impresa da adottare in uno degli Stati membri dell'Unione deve essere sottoposta all'attenzione di un apposito ramo della stessa Commissione per la valutazione (anche) degli altri Stati.
Tutto ciò non è avvenuto per i provvedimenti emanati dall'amministrazione e poi recepiti dalla LEGGE 26 aprile 2012, n. 44 art.10 comma 9 e seguenti riguardo alla cosiddetta 'tassa sulla fortuna' e il caso è stato segnalato, e accolto, dalla Commissione: ora, secondo il diritto comunitario, tale defezione potrebbe anche portare all'apertura di una infrazione nei confronti del nostro paese, a meno di un i che modifichi la situazione. Oppure, più semplicemente, notificando lo stesso provvedimento a Bruxelles, e adottarlo dopo la notifica, sanando la diatriba comunitaria, come già accaduto in passato per il decreto sull’online. In quest'ultimo caso, ovviamente, la norma dovrà attendere il completamento del periodo di stand still di almeno 90 giorni prima di essere applicata.

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