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As.Tro: “Al ‘bancomat’ del gioco lecito”

28 giugno 2013 - 10:33

“Ci risiamo: basta col gioco, via le sale e le slot dalle città, stop a qualsiasi forma di pubblicità sul gioco (ovviamente solo quello lecito, perché quello illegale continua la sua anarchica ascesa, soprattutto su internet), e allo stesso tempo “più risorse erariali dal gioco” per coprire questa o quella spesa.

Scritto da Redazione
As.Tro: “Al ‘bancomat’ del gioco lecito”

Oggi è turno degli ‘esodati’, per i quali non sono bastati 12 mesi (era proprio giugno 2012 quando si realizzò l’imbarazzante balletto di cifre tra Inps e Dicastero al welfare), per trovare una onorevole soluzione, che restituisse dignità a delle persone sottoposte ad una vera e propria odissea umana. Se il gioco lecito fosse in grado di dare questo contributo, sarebbe un vanto poter risolvere una situazione che turba coscienze e mina alla radice la fiducia nelle Istituzioni”. È quanto denuncia l’associazione As.tro sulla richiesta di fondi dal gioco per coprire voci di spesa.

Purtroppo il gioco lecito non potrà soccorrere né gli esodati, né l’Imu, né l’Iva, in quanto tutto il suo capitolato è già stato incamerato da pregresse statuizioni di spesa e la decrescita del comparto sancita dalla Corte della Corte dei Conti, impedisce di poter fare affidamento su tali entrate per stimare maggiori introiti.

A ciò si aggiunge “il nuovo buco di bilancio da quasi 4 miliardi di euro cagionato dall’affaire quote-latte, capitanato da persone oggi indagate per messa in distribuzione di latte e formaggio contaminato e nocivo (della serie dovremmo pagare per troppo latte prodotto e per giunta tossico).

Il fatto che tale ultimo ‘scandalo’ provenga dal profondo nord non produce più lo scalpore di un tempo, a testimonianza della oramai raggiunta piena “globalizzazione” del mercato del malaffare e della cinica indifferenza per l’incolumità delle persone, su cui non si esita di riversare il costo di avidità e delinquenziali immoralità. Il gioco (lecito) resta la piaga del Paese, mentre l’implosione dell’economia (restante) sotto il peso del suo cinico adeguamento ai processi di crisi resta solo questione di rilevanza giudiziaria. Forse, un giorno, riusciranno a ‘liberare’ l’Italia dalla schiavitù del gioco (lecito, ovviamente), ma come potranno giustificare il perdurante declino industriale, civico e sociale del Paese? Taroccare il Montasio in Friuli, equivale a vendere la dignità del nord est per un tozzo di pane, eppure lo si è fatto (stando alle intercettazioni pubblicate), con una tale disinvoltura da far congelare il sangue alla gente comune (sicuramente), ma anche al contesto politico che a diversi giorni di distanza “dal fatto” ancora non ha ritenuto opportuno rompere gli indugi, spiegando alla popolazione cosa è finito sulle sue tavole e che ripercussioni economiche nazionali (e comunitarie) ci saranno da tale scandalo. Tutto sommato, allora, meglio continuare a prendersela col gioco (lecito), nei cui confronti si può ancora censire almeno una dichiarazione “al giorno” proveniente dal contesto politico locale e nazionale, univoche nel riaffermare il livello di priorità del tema (e di conseguenza la secondaria importanza delle altre “quisquilie” che affliggono le Amministrazioni locali e centrali)”, conclude.

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