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Noè (Regione Emilia): "Regione attenta al gioco patologico ma serve il confronto con l'industria"

27 novembre 2013 - 17:44

Bologna - La nostra Regione sta dando, ancora una volta, il buon esempio, nel governare un fenomeno come il gioco pubblico ma soprattutto per aver aperto un dialogo con le imprese e gli operatori, oltre alle parti sociali. In questo modo abbiamo potuto conoscere e studiare un mondo che non conoscevano, evitando così di cadere in errore come stavamo per fare anche noi”.

Scritto da Ac
Noè (Regione Emilia): "Regione attenta al gioco patologico ma serve il confronto con l'industria"

Lo evidenzia nel suo intervento al convegno di Bologna, dal titolo ‘Emilia Romagna e settore gioco lecito a mezzo di apparecchi con vincita in denaro. Lo stato del comparto nel Territorio e le possibilità di sviluppo sostenibile’, la consigliera regionale Silvia Noè, che prosegue: “Devo ricordare con onestà che inizialmente anche noi avevamo importato un disegno di legge che voleva limitare la diffusione delle slot pensando al cosiddetto distanziometro, per poi capire che questa misura sarebbe stata un non senso quando si continua a giocare online o peggio ancora nei siti illegali".

"Quello che tuttavia mi aspettavo - aggiunge Noè - come amministratore era un intervento da parte dello Stato, introducendo una determinazione di una parte dei proventi del gioco - tutto - da destinare alla prevenzione nei confronti della ludopatia e alla formazione degli operatori ed esercenti,come abbiamo introdotto con la nostra legge regionale. Perché se ci sono possibili risvolti sociali nel gioco come per ogni altra attività, è doveroso farsi carico di questi aspetti e qui bisogna intervenire, ma deve farlo lo stato e possiamo farlo come amministratori insieme agli operatori, con un cammino responsabile come è stato fatto finora. E in questo devo ringraziare l'associazione As.Tro che si è dimostrato interlocutore serio e attento e il dottor Matteo Iori di Connaga".

E conclude: "detto questo è opportuno sottolineare come ci deve essere una organizzazione adeguata del gioco pubblico perché accade oggi che facciamo un giro in piazza a Bologna per trovarci circondati da sette, otto o dieci sale che somigliano a veri casinò e anche questo vuole fare la regione sul territorio di competenza nel lo stesso percorso di confronto".

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