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Marcotti (Confindustria Sgi): “Poco gettito slot? Penale decisa dal governo è sproporzionata”

03 dicembre 2013 - 09:47

“Al netto della posizione assunta, credo di non sbagliare nell’esprimere la sensazione che traspare dai diversi soggetti interessati, ovvero la convinzione che, trattandosi di una penale per disservizio e non per evasione fiscale, tale importo sia ingiusto e sproporzionato”.

Scritto da Redazione
Marcotti (Confindustria Sgi): “Poco gettito slot? Penale decisa dal governo è sproporzionata”

 

Lo ha dichiarato Italo Marcotti, vicepresidente di Confindustria Sistema Gioco Italia e presidente di Federbingo, intervistato dal programma di approfondimento ‘KlausCondicio’ in merito agli ultimi provvedimenti relativi alla sanatoria per i gestori delle slot machine illegali.

“Nel settore dei concessionari della rete slot – spiega Marcotti - si sono determinate due anime: la prima ha deciso di aderire alla proposta del Governo, accettando di pagare il 30% dell’ammontare dell’importo oggetto del contenzioso; la seconda invece ha preferito attendere l'esito del giudizio pendente presso la Corte dei Conti. Non credo vi sia stato solo un fattore che abbia determinato questa netta spaccatura. Fra coloro i quali non hanno aderito vi sono anche società che non hanno potuto farlo per indisponibilità finanziaria. A differenza di quello che molti giornalisti scrivono, il settore, per poter ammortizzare un esborso così importante, ha dovuto raccogliere ogni risorsa e qualcuno non ce l’ha fatta. Chi invece non ha voluto aderire per una scelta indipendente da problemi di natura economica, credo scommetta sul minore impatto economico che la definizione del contenzioso potrebbe assumere. In ogni caso, si è trattato di decisioni delicate”.

MARCOTTI (CONFINDUSTRIA SGI): SALE BINGO POCHE, SOLO 2% DEL PORTAFOGLIO AAMS - “Il bingo – afferma ancora Marcotti - è un prodotto che è nato con grandi aspettative all’inizio degli anni 2000 ed è arrivato al termine del periodo concessionario con un numero esiguo di concessioni. E’ un gioco che sviluppa meno del 2% del totale raccolto dal portafoglio Aams. Nel panorama del gioco d’azzardo legale – spiega Marcotti - le sale bingo sono una realtà che, per l’esiguo numero dei punti di vendita e la forte rigidità imposta dalla norma riguardante la gestione dei diritti, ritengo non possano avere grandi prospettive di espansione. Eppure nella linea che collega azzardo e intrattenimento il secondo ha un ruolo importante nel Bingo, gioco in cui la socialità e l’interazione sono componenti importanti. Non a caso i tavoli sono rotondi, con 8 posti, e con 10 euro è possibile giocare circa un’ora. Pertanto si dovrà cercare di elevare la qualità delle modalità d’offerta del prodotto nell’obiettivo di rinforzare la nicchia di mercato creata nei 12 anni di attività”.

MARCOTTI (CONFINDUSTRIA SGI): POLITICI DIETRO A SOCIETA’ GIOCHI? MAI CONOSCIUTI - “Politici dietro al mondo del gioco? Non ho mai conosciuto colleghi che abbiano prima avuto un ruolo in una delle due ali del Parlamento. Piuttosto sono a conoscenza di manifestazioni di interesse per il settore del gioco da parte di ex politici giunti al termine del proprio mandato. Credo che ve ne siano in ogni settore capace di esprimere redditività”, continua Marcotti.

“Nel 2004 – spiega Marcotti - funzionavano nei locali quasi 800.000 apparecchi videopoker, gestiti irregolarmente, spesso dalla criminalità, il cui gettito erariale prodotto era pari a zero. Oggi sono operative 340.000 New Slot e 50.000 Vlt legali, controllate dal Ministero delle Finanze e gestite da soggetti censiti dall’Aams, capaci di generare entrate erariali per quasi 4 miliardi di euro. Come ci siamo arrivati? Attraverso la più grande opera di legalizzazione mai vista al mondo. Penso che questa sia la migliore delle risposte possibili”.

“Ciò premesso, penso sia normale – conclude il vicepresidente di Confindustria SGI - che un soggetto che è a conoscenza dell’esistenza di settori particolarmente redditizi possa, come libero cittadino, rispettando le regole e le norme, tentare un’esperienza imprenditoriale. Se lo fa nel rispetto della legge, non ne comprendo il problema. Diverso è se si usano cariche istituzionali per vantaggi personali, ma questa è una partita diversa”.

MARCOTTI (CONFINDUSTRIA SGI): ipocrite leggi ANTI-AZZARDO DI GENOVA E lombardiA - “A causa della campagna denigratoria ai danni del settore del gioco, vi è stato un risvolto politico che ha portato, su sollecitazione delle associazioni interessate al recupero dei soggetti patologicamente dipendenti, a un’iniziativa normativa repressiva da parte di Comuni e Regioni. Tali istituzioni, sull’onda di una spinta propulsiva demagogica, si sono arrogati poteri da sempre spettanti allo Stato centrale. Da questa iniziativa è nata una stratificazione che porterà inevitabilmente a dei feroci contenziosi e al caos normativo”, aggiunge Marcotti. “Se prendiamo ad esempio i casi del Comune di Genova e della Regione Lombardia, entrambi – prosegue Marcotti - hanno stabilito il principio delle distanze minime delle sale gioco (rispettivamente 300 e 500 metri) da luoghi sensibili. Entrambi, di fatto, ci hanno cancellato dal mercato, ovvero hanno cancellato l’offerta regolamentata. E che accade quando viene meno l’offerta legale, ma rimane la domanda? Tutto migra sull’illegalità. Ecco quindi che è stato fatto un grande favore al gioco illegale a discapito di imprenditori, gettito erariale e occupazione. A Genova il legislatore è stato ancora più attento: per evitare la dipendenza da gioco si è imposto, oltre al distanziometro, il divieto di vendita oltre le 19:30. Come a voler dire ‘se ti vuoi rovinare, fallo prima delle 19:30’. Idem per il problema del gioco minorile, come se i ragazzini fossero in giro dopo le 19:30. Il tutto accompagnato da sgravi fiscali per i baristi ‘No Slot’, della serie ‘se hai la macchina legale ti punisco, ma, se metti un computer e fai giocare online su siti stranieri, ti premio’”.

“Riassumendo, il problema – conclude il vicepresidente di Confindustria Sgi - esiste ed è serio e possiamo agire solo per arginarlo, non azzerarlo del tutto. Come Sistema Gioco Italia abbiamo proposto una profonda modifica al modello di rivendita che prevede, nella prima fase, il taglio secco di circa 50.000 apparecchi, perdendo così circa 11.000 punti di vendita sugli attuali 110.000. Una seconda fase, successiva alla prima, propone la revisione del modello di vendita specializzato, con un restyling, nel collocamento dei punti vendita, nel rispetto del decoro urbano secondo un piano di omogeneizzazione nazionale. Il vero contrasto a ogni forma di dipendenza può passare solo attraverso la cultura e un modello di vendita meno polverizzato, basato sulla responsabilizzazione di ogni attore della filiera”.

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