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As.Tro: “Mancata impugnativa leggi regionali antislot, pericoloso atto di disimpegno dello Stato”

17 dicembre 2013 - 12:10

“Il consiglio dei ministri ha deciso di non impugnare le leggi regionali che vietano nuove installazioni di apparecchi da gioco lecito, manifestando quindi l’intenzione di non contrastare il processo erosivo della riserva Statale in materia di gioco pubblico che le discipline autonome degli enti locali hanno messo in atto negli ultimi due anni.

Scritto da Redazione
As.Tro: “Mancata impugnativa leggi regionali antislot, pericoloso atto di disimpegno dello Stato”

La decisione non è stata seguita da una motivazione che ne illustri i contorni politici, e quindi deve essere accolta per il suo mero dato oggettivo di smarcamento dalla questione del gioco pubblico. La notizia in sé va correttamente assimilata per il suo contenuto “drammatico” per tutto il settore industriale che professionalmente non fa altro che “adempiere” ad un mandato dell’Amministrazione Finanziaria relativo alla raccolta di gioco tramite il circuito dei prodotti autorizzati dall’Adm”. È quanto evidenzia l’associazione As.Tro, commentando la non impugnativa delle leggi sul gioco di Lombardia e Toscana da parte del Consiglio dei Ministri.

 

“La ‘drammaticità’ – continua - risiede nella sconfortante presa d’atto insita nel vedere il disinteresse statale verso la tutela di uno dei suoi più floridi collettori erariali, da cui deriva, purtroppo, un indiretto impulso propulsivo per tutti i canali di gioco e scommesse non autorizzate. Va da sé, infatti, che è questo il “messaggio” che si veicola quando non si tutela il gioco lecito dallo sfratto che territorialmente gli è stato impartito da leggi regionali e regolamenti comunali, con conseguente possibilità di accaparramento del mercato da parte di prodotti di gioco non gestiti dallo Stato (che giustamente già plaudono a tanta grazia ricevuta). La tristezza per tale ‘presa di distanza’ diventa ancor più acuta se solo si pensa che in tale modo si condanna all’isolazionismo istituzionale anche l’ Agenzia Fiscale a cui si demanda tanto la gestione del gioco pubblico, quanto il principale ruolo di antagonista al gioco non autorizzato, contribuendo ad un pericolosissimo percorso di indebolimento complessivo di tutto un sistema industriale e amministrativo. I ‘fini strateghi’ dell’antica politica potrebbero ancora intravvedere in tale atto di disinteresse un percorso politico volto a non ostacolare la legge delega fiscale, e la conseguente assunzione governativa di una speciale competenza al riordino normativo di tutto il comparto gioco pubblico attraverso propri decreti. Allo stato attuale, purtroppo, non c’è un concreto margine che possa suffragare l’esistenza di strategie politiche di così ampio respiro. Lo Stato “non vuole più il suo gioco”: questa è la risultante più conforme alle azioni che sino ad oggi non sono state poste in essere da un Governo a cui l’industria di settore è sino ad ora 'servita' solo per mirate e circoscritte 'battaglie contabili' di immediata contingenza. L’appello che in As.Tro si sta elevando, diretto a orientare una nuova azione associativa tutta incentrata sulla difesa della base occupazionale sino ad oggi impiegata, diventa quindi un assist per tutto il contesto industriale e sindacale del Paese, a cui non potrà sfuggire la necessità di trovare un laico punto di equilibrio tra le idee dei movimentisti antislot (non necessitanti di occupazione) e la tutela delle decine di migliaia di posti di lavoro  del comparto”.

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