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Lombardia: As.Tro "Caos per la misurazione delle distanze dai luoghi sensibili"

18 febbraio 2014 - 12:22

“Tranne il caso di chiese o scuole posizionati a due passi, di fronte, oppure accanto allo stabile che si vorrebbe candidare ad insediamento di gioco lecito, la misurazione dei 500 metri richiede una competenza tecnica precisa, e laddove i Comuni non abbiano a disposizione una planimetria esatta, il rischio che si corre è di dover istruire la pratica relativa alla Scia con un vero o proprio intervento dell’Ufficio Tecnico Comunale.

Scritto da Redazione
Lombardia: As.Tro "Caos per la misurazione delle distanze dai luoghi sensibili"

Macché! Ecco l’autocertificazione sostitutiva di atto di notorietà, grazie alla quale alcuni Comuni Lombardi scaricano sugli esercenti ‘candidati’ ad ospitare apparecchi per il gioco lecito la responsabilità di attestare la presenza di una distanza conforme alle disposizioni di legge. Non viene richiesta l’allegazione di una documentazione attestante la metodica di misurazione richiesta, ma soprattutto non viene garantito alcun accesso informato agli atti comunali di censimento dei luoghi sensibili. In parole povere, o si incarica un perito, o si misura a “piedi”, o si misura con google map”. È quanto rende noto l’associazione As.Tro commentando le linee guida attuative, diramate dalla Giunta Regionale della Lombardia, in materia di distanziometro tra slot e luoghi sensibili.

 

 

L'AUTOCERTIFICAZIONE - “Lo strumento della autocertificazione è sicuramente ammissibile laddove l’Amministrazione, è in possesso del (o nelle possibilità di accedere al ) dato che al privato si consente di attestare sotto forma di dichiarazione: essa, però, presuppone anche l’esistenza di un sistema pubblico di acquisizione dello stesso dato da parte del cittadino, affinché sappia come stanno le cose prima di autocertificarle: richiedere l’autocertificazione al privato su un elemento della realtà che al privato non è consentito accedere tramite istanza alla Pubblica Amministrazione è condotta alquanto singolare. In Lombardia esistono diverse migliaia di pubblici esercizi, alcune centinaia di sale dedicate, e migliaia di aspiranti esercenti e gestori di sale che normalmente popolano il ricambio e il dinamismo nel commercio: questo è il trattamento a loro riservato nella Regione più “moderna” del Paese”, conclude l’associazione.

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