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Curcio (Sapar): "Razionalizzazione del gioco sì, ma si tenga conto dell'indotto"

15 luglio 2014 - 15:19

“Ci aspettiamo che si proceda con una revisione organica del settore del gioco, un'opera che può partire dagli apparecchi, ma che deve necessariamente comprendere anche tutti gli altri giochi.

Scritto da Sara
Curcio (Sapar): "Razionalizzazione del gioco sì, ma si tenga conto dell'indotto"

Per quanto riguarda la riduzione delle macchine, siamo d'accordo perché riteniamo sproporzionata l'offerta attuale. Razionalizzazione sì, come abbiamo dichiarato più volte, purché si tenga conto delle aziende del settore e si tuteli un indotto dai numeri importanti: solo per citarne alcuni significativi, sono 300mila gli addetti delle aziende di gestione e oltre 120mila i locali pubblici che traggono benefici economici dalla presenza degli apparecchi in un periodo di grave crisi. Sulle sale, infine, vanno sicuramente individuati parametri più precisi per le nuove aperture”. Parola di Raffaele Curcio, presidente Sapar che risponde così a Gioconews.it, in merito alle dichiarazioni del sottosegretario Giovanni Legnini, rilasciate ieri durante l’incontro alla Camera dei Deputati, ‘L’illusione di vincere’.

 

 

Secondo Legnini il vero tema è quello del gioco online e anche dei Ctd. Cosa ne pensa? “Sono perfettamente d'accordo, in questi anni la Sapar lo ha manifestato a più riprese: il contrasto del gioco legale finisce per favorire l'illegale. Il risultato è questo proliferare di punti di gioco non legali come i Ctd, che attraverso cavilli legali, legati alla Legge Europea, aggirano i divieti. Anche il gioco online presenta delle criticità legate a controlli, tutela dei giocatori problematici e minori, questa situazione deve essere affrontata con un provvedimento incisivo”.

Legnini ha detto che per evitare la sovrapposizione delle norme contenute nel ddl sul gioco patologico con la delega fiscale bisogna stralciare la parte regolatoria del provvedimento Binetti, concentrandosi solo sugli aspetti socio-sanitari della dipendenza da gioco. Cosa ne pensa?

“Condivido questa valutazione, per evitare sovrapposizioni e contrapposizioni all'articolo 14 della delega fiscale. La nostra associazione è convinta che la delega fiscale sia l'occasione opportuna per la revisione organica del settore. Inoltre, riteniamo che debba essere lo Stato a dare un indirizzo per quanto riguarda le regole sui giochi: le iniziative di singoli comuni o regioni non fanno altro che rendere più difficili i controlli e complicare la vita delle aziende, che spesso operano in diversi territori e devono districarsi tra normative differenti”.

Per Legnini non bisogna attingere dalla fiscalità generale per curare il gioco patologico. E' giusto, invece attingere da una quota dei proventi del gioco. Vi preoccupa questa affermazione?

“Noi pensiamo che sia giusto destinare una parte del gettito fiscale derivante dai giochi alle amministrazioni locali affinché queste abbiano le risorse per finanziare interventi preventivi, come informazione ed educazione, e assicurare il controllo del territorio. Pensiamo però che queste risorse non debbano provenire da una maggiore tassazione alle aziende della filiera, perché andrebbe a ridurre ancora di più dei margini già molto ristretti. Una soluzione che noi proponiamo è di iniziare a riservare l'aumento dello 0,30 per cento del Preu, che scatterà dal 2015 alle amministrazioni locali per la lotta al gioco d'azzardo patologico”.

 

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