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Parlati (Acmi): "Sì a razionalizzazione gioco, ma si condividano tempi e modi"

18 luglio 2014 - 08:09

“I produttori italiani si aspettano un intervento condiviso e concreto volto innanzitutto a un definitivo riconoscimento del settore industriale e ad una conseguente stabilizzazione del mercato.

Scritto da Sm
Parlati (Acmi): "Sì a razionalizzazione gioco, ma si condividano tempi e modi"

Sono anni che tutti, politici e operatori, auspicano un’attività finalizzata a regolarizzare un comparto ‘normato’, nel corso del tempo, con interventi tampone. Per quanto concerne il tema della razionalizzazione dell'offerta di gioco, siamo stati i primi, insieme a Sistema Gioco Italia, a proporre un tale possibile intervento, ora si tratta di capire e sopratutto, di condividere, tempi e modi”. Parola del direttore generale di Acmi, Gennaro Parlati, in tema di decreti delegati, anche alla luce delle dichiarazioni del sottosegretario Giovanni Legnini, il quale ha parlato della necessità di razionalizzare il numero delle macchine e anche delle sale slot.

Secondo Legnini il vero tema è quello del gioco online e anche dei Ctd. Cosa ne pensa?

“Al momento sicuramente il gioco online – continua - e la grave questione dei Ctd rappresentano un’emergenza, ritengo però che a questo punto l’intervento riformatore debba essere omnia comprensivo, sarebbe veramente un peccato perdere un’occasione come quella che ci è data dall'art. 14 della legge Delega. Ovviamente alcuni settori andranno affrontati con maggior attenzione come andrà affrontata con estrema attenzione la concorrenza sleale rappresentata dall’offerta illegale e la salvaguardia del consumatore rispetto a tale offerta”.  

Legnini ha detto che per evitare la sovrapposizione delle norme contenute nel Ddl sul gioco patologico con la delega fiscale bisogna stralciare la parte regolatoria del provvedimento Binetti, concentrandosi solo sugli aspetti socio-sanitari della dipendenza da gioco. Cosa ne pensa?

“Una tale affermazione dimostra la bontà di alcune proposte avanzate dal settore e dagli operatori e già inserite nella legge Delega, alcune di queste addirittura più invasive e stringenti di quelle avanzate da autorevoli esponenti del Parlamento. A queste aggiungerei le diverse risposte e soluzioni, in termini di maggior sicurezza e tutela del consumatore, contenute nell’ormai famoso decreto Awp 3, del quale attendiamo da tempo notizie”.

Secondo Legnini, non bisogna attingere dalla fiscalità generale per curare il gioco patologico. È giusto, invece attingere da una quota dei proventi del gioco. Vi preoccupa questa affermazione?

“Quello che ci preoccupa è la dimostrazione, data da una tale affermazione, della visone distorta che si ha del gioco anche in termini di proventi. Nel caso delle Awp per esempio, fra stagnazione del mercato, riduzione della raccolta e pressione fiscale, i margini per poter immaginare un seppur minimo intervento in tal senso, al momento, sono pressoché inesistenti, questo ovviamente al netto della concreta e reale volontà del settore di voler garantire un proprio contributo sul tema”.  

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