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As.Tro: ‘Per Corte Costituzionale non servono nuove leggi per dare più poteri a Comuni’

21 luglio 2014 - 15:06

“Secondo la sentenza della Corte Costituzionale, depositata il 18 luglio scorso, il Tar del Piemonte si è semplicemente ‘arenato’ in una questione di carattere interpretativo, che non richiede alcuna modifica al vigente assetto normativo”.

Scritto da Redazione
As.Tro: ‘Per Corte Costituzionale non servono nuove leggi per dare più poteri a Comuni’

È quanto afferma l’associazione As.tro. “La Corte applica alla ‘lettera’ il memorandum della ‘conservazione’ del diritto esistente come piattaforma di base della sua funzione, laddove non siano sollevate questioni di rilevanza politica attinenti il c.d. ‘avanzamento sociale’ della condizione giuridica dell’Ordinamento vigente. Al cospetto di un auspicato ‘esito’ del ricorso che il Tar di Torino può quindi intraprendere (ovvero salvare i regolamenti impugnati) ‘coniando’ i precedenti giurisprudenziali citati dalla Corte Costituzionale, non c’è bisogno di dichiarare l’incostituzionalità di alcunché”.

 

Il commento politico, secondo l'associazione degli operatori del gioco lecito, “è invece ‘allarmante’: ad oggi non esisterebbe il c.d. monopolio statale sulla disciplina gioco lecito, ovvero esisterebbe solo nella limitata sfera della tutela dell’ordine pubblico interno, a sua volta ristretto alla limitata concezione della prerogativa pubblica di evitare la commissione dei reati (per sua natura inidoneo a sovrapporsi alle profilassi anti gioco legale adottate dagli enti locali). Se così è la legge delega fiscale, all’articolo 14, costituisce atto normativo di ‘sensibile novità’, sulla cui base il Governo è chiamato non già a ‘chiarire’, ma a ‘definire’ quel perimetro di competenza statale che – oggi apprendiamo – non essere mai esistito, e che, quindi, va ‘affermato’ attraverso i decreti attuativi. Non esistono più ‘imbarazzi’ interpretativi, quindi, in ordine al ‘taglio’ che dovrà caratterizzare la futura ‘legislazione’, obbligata a ‘creare’ quell’uniformità di disciplina su tutto il territorio nazionale imposta dalla legge delega: o si ‘nazionalizza’ la ‘media’ delle disposizioni regionali, e quindi si consegna al segmento ‘irregolare’ tutto l’asset del gioco a premio a cui lo Stato deciderà di ‘abdicare’; o si ‘azzerano’ i principi ‘regionali’, adottando le linee guida diramate a dicembre 2013 dal Ministero della Salute, in tema di ‘accortezza’ nell’accesso e nella pianificazione distributiva delle offerte di gioco a premio, sancendo la competenza statale sia in materia di ‘tutela della salute’ sia in materia di disciplina del gioco lecito. Dalla Corte Costituzionale nessuna ‘scorciatoia’ politica. La scelta dovrà essere netta, così come la disciplina normativa che sarà adottata dovrà essere idonea ad attuare il perimetro di delega conferito dal Parlamento”.

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