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Gioco, Comune Milano limita orari di sale slot e scommesse

15 ottobre 2014 - 16:19

Milano sempre più città no slot. Il Comune di Milano ha emanato un’ordinanza che introduce limiti di orario per l’attività di sale gioco e scommesse, nonché per il funzionamento delle “macchinette” installate nei locali pubblici.

Scritto da Redazione
Gioco, Comune Milano limita orari di sale slot e scommesse

Da domani, quando entrerà in vigore il provvedimento del Comune, le sale non potranno più restare aperte 24 ore su 24, ma solo dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23, in modo tale da “ridurre la possibilità di accedervi, con particolare attenzione agli orari di uscita dalle scuole e al tempo libero delle fasce più fragili della cittadinanza, in primo luogo giovani e anziani”.

 

Stesse limitazioni orarie sono state fissate per il funzionamento degli apparecchi per il gioco presenti anche in altre tipologie di esercizi come, ad esempio, tabaccherie, ricevitorie del lotto, bar, ristoranti, alberghi, ecc. Naturalmente i limiti riguardano solo le macchinette, non certo le altre attività commerciali.

 

IL COMMENTO DI DE CESARIS E DI D’ALFONSO -La Lombardia è tra le prime  Regioni italiane per numero di ludopatie, e Milano ne rappresenta drammaticamente una parte significativa - hanno spiegato il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e l’assessore al Commercio Franco D’Alfonso -. Non possiamo far finta di niente, di fronte a un problema che non è più solo di quiete pubblica, ma di vera e propria emergenza sanitaria e sociale”.  

Milano ha operato in linea con gli interventi di altre Amministrazioni comunali, interventi che hanno trovato conferma, appunto, in una recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 220 del 18 luglio 2014) e in altre due sentenze del Consiglio di Stato (n. 3271 del 30 giugno 2014 e n. 3845 del 27 agosto 2014). Non solo: Milano sta lavorando con altri Comuni per “fare rete” e arginare il fenomeno in una dimensione più ampia in ambito regionale.  

In aggiunta ai provvedimenti varati nei mesi scorsi da Palazzo Marino per bloccare, in connessione con la legge regionale 8/2013, le nuove aperture di sale per il gioco d’azzardo, questa ordinanza si applica ai locali già presenti sul territorio prima dell’entrata in vigore della normativa della Regione Lombardia.

 

I DATI SUL GAP - Il documento ricorda alcuni dati drammatici sulle ludopatie in città. Nei Sert (Servizi per le tossicodipendenze) dell’Asl di Milano, dove le persone affette da patologia da gioco d’azzardo sono aumentate del 40% all’anno negli ultimi tre anni, si stima che circa 2.500 persone abbiano bisogno di cure: dati evidentemente sottostimati rispetto alla reale dimensione del fenomeno. E ancora: a Milano la dipendenza da gioco è nel 75% dei casi specificatamente riferita all’utilizzo delle macchinette: “Tali apparecchi da gioco – si legge nel documento – sono da considerarsi, nella loro accezione negativa, strumenti di grave pericolo per la salute individuale e il benessere psichico e socio economico della popolazione, oltre che motivo di forte disagio e origine di episodi di disturbo della quiete pubblica”.

 

I PROVVEDIMENTI ATTUATI - Questo provvedimento, come detto, rafforza l’impegno del Comune contro il gioco d’azzardo, per tutelare la salute dei cittadini dai disastri delle ludopatie e allontanare dal territorio criminalità e degrado. L’assessorato all’Urbanistica, con la collaborazione della Polizia locale e delle Zone, è già intervenuto per bloccare l’apertura di 11 locali, dalle periferie verso il centro. Inoltre, ha varato una norma ad hoc con il nuovo Regolamento edilizio che, di fatto, impedisce l’insediamento di nuove sale gioco e scommesse nel 99% della città. Va ricordato, infatti, che l’articolo 13 ne vieta l’apertura a meno di 500 metri dai “luoghi sensibili”: scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali in ambito socio-sanitario, luoghi di aggregazione giovanile e oratori, strutture ricettive per categorie protette, parchi gioco, caserme, ospedali e cliniche, luoghi di particolare valore civico e culturale come i musei e le sedi di associazioni di volontariato che si dedicano alla pubblica assistenza. 

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