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Riordino settore gioco, Marini (Acadi): ‘Si valuti l’affidamento in concessione’

15 giugno 2015 - 09:21

Il progetto di riordino normativo dei casinò che il governo e in particolare il sottosegretario all’Economia con delega al gioco, Pier Paolo Baretta, sta portando avanti, non è privo di conseguenze anche per il gioco cosiddetto pubblico.

Scritto da Ac
Riordino settore gioco, Marini (Acadi): ‘Si valuti l’affidamento in concessione’

Secondo Matteo Marini, presidente dell’associazione dei concessionari di gioco, Acadi, “tenendo conto del contesto in cui operiamo - e in cui viviamo come cittadini – quella che occorre fare è una riflessione sul modello più che sullo strumento. Intendo dire che bisogna anzitutto chiedersi se si preferisce un modello pubblico o quello, per così dire, 'privato'”. Riflettendo sulle novità che potrebbero investire il mondo dei casinò, ma anche quello del gioco pubblico, Marini osserca. “Oggi abbiamo una duplice esperienza. Da un lato c’è il modello dei casinò, che in Italia si è sviluppato attorno a quattro case da gioco che si trovano, ormai da anni, in situazioni di difficoltà, faticando nel far quadrare i conti e finendo col perdere, nel tempo, il ruolo economico e di sostegno al settore turistico che avevano fino a qualche anno fa. Dall’altro abbiamo il modello del gioco pubblico in concessione che, nel tempo, si è sviluppato in un percorso di continua professionalizzazione e che ha dimostrato di riuscire a realizzare un sistema sicuro, controllato e estremamente importante in termini di contributo alle entrate erariali. Ovviamente anche il sistema concessorio è in continua evoluzione e vi sono una serie di situazioni da mettere a punto, di cui oggi discutiamo, ma in un’ottica di certezze per lo Stato. Ritengo, quindi, che approcciando l’ipotesi di apertura di nuovi casinò si debba seriamente riflettere sull’opzione dell’affidamento in concessione anziché sulla gestione diretta da parte dello Stato, come del resto avviene sempre più spesso per tutte le attività economiche sensibili nei paesi evoluti. Occorre inoltre distinguere, anche dal un punto di vista ‘ontologico’, il modello dei casinò rispetto alla distribuzione del gioco lecito: i casinò, a mio giudizio, dovrebbero avere un ruolo diverso dalle normali location di gioco, perché dovrebbero e potrebbero rivestire il ruolo di volano per il turismo".

 

 

UNA NUOVA VISION DEI CASINO' - In questa logica, infatti, occorre pensare ai casinò: bisogna immaginarli in una logica di servizio al territorio, come supporto al turismo, piuttosto che come risposta alla domanda di intrattenimento che c’è, e da sempre, ma rispetto alla quale esiste già un’offerta legale, sicura e controllata che è quella del gioco nei pubblici esercizi, nelle gaming hall, nei bingo e così via. Tutto ciò premesso, va ovviamente tenuto conto del momento storico in cui si trova il paese e il comparto: per questo uno sviluppo di tale tipo va comunque pensato in un sistema organico di distribuzione del gioco in Italia. Voglio dire che tale proposta non può essere avulsa da quanto verrà disegnato dal decreto attuativo della Delega fiscale e da quella riforma del gioco pubblico che prevede anche una revisione dell’offerta di gioco. Inoltre, nello sviluppo di un programma di apertura di location di gioco, occorre salvaguardare gli investimenti fatti dagli operatori del comparto del gioco lecito, che hanno fatto affidamento sul sistema attuale per valutare i ritorni dei propri investimenti”.

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