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Tar Lombardia su ordinanza comune di Varese: 'Sostituzione apparecchi solo per motivi tecnici'

13 luglio 2015 - 15:13

Il Tar Lombardia ha in parte accolto il ricorso di una società di gioco contro il Comune di Varese che chiedeva l'annullamento del provvedimento che bloccava l’apertura di una sala scommesse e di una e sala Vlt e del distanziometro di 500 metri da luoghi sensibili.

Scritto da Sm
Tar Lombardia su ordinanza comune di Varese: 'Sostituzione apparecchi solo per motivi tecnici'

 

Secondo i giudici il provvedimento con cui il comune di Varese ha ordinato alla società “di astenersi dall’insediare e svolgere le attività ‘Negozio ippico e sportivo e sala Vlt’ deve ritenersi illegittimo nella parte in cui si riferisce all’attività di raccolta di scommesse, e legittimo nella parte in cui è rivolto ad impedire l’utilizzo degli apparecchi di cui all’art. 110, comma 6 del Tulps (slot machine e Vlt) installati a seguito di sostituzione tecnica rispetto a quelli già esistenti".

Il Collegio “ritiene ugualmente incompetenti i comuni ad imporre tramite strumenti urbanistici limiti distanziometrici all’insediamento di imprese operanti attività di gioco e scommesse rispetto ai cd. luoghi sensibili, in quanto la Regione Lombardia, come detto, nell’ambito delle sue prerogative costituzionali in materia di contrasto alla ludopatia, ha ritenuto di imporre i suddetti limiti soltanto per la collocazione dei nuovi apparecchi da gioco di cui all’art. 110, commi 6 e 7 del Tulpas (quanto meno nella prima versione della L.r. n. 8/2013, come attuata dalla d.G.R. 24 gennaio 2014 n. X/1274). Ha invece taciuto con riferimento all’insediamento delle nuove attività di raccolta delle scommesse vicino ai cd. luoghi sensibili, con ciò rinunciando implicitamente, tramite una scelta di natura tipicamente politica, ad estendere i limiti distanziometrici fissati per le altre pratiche di giochi con vincite in denaro. Sostenere che il comune possa supplire all’omissione dell’ente regionale, estendendo l’elenco dei soggetti attinti dal divieto tramite un’interpretazione forzata delle norme, o la regolamentazione urbanistica, significherebbe di fatto legittimare l’usurpazione di poteri normativi già esercitati e sostituire la decisione politica generale della Regione con quella (di volta in volta diversa) dei singoli comuni”.

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