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New slot, 500 milioni e l'insostenibile leggerezza del legislatore

12 novembre 2015 - 08:43

All'indomani delle anticipazioni di GiocoNews.it sui versamenti relativi alla Stabilità 2015 si scatenano le polemiche.  

Scritto da Alessio Crisantemi
New slot, 500 milioni e l'insostenibile leggerezza del legislatore

Che la cosiddetta ‘tassa sui 500 milioni’ imposta dalla Stabilità per il 2015 abbia rappresentato, fin da principio, un'autentica grana per il settore, è noto a tutti. Ma anche adesso che è scaduto il termine per il saldo definitivo della quota relativa all'anno corrente, la situazione è tutt'altro che archiviata. Anzi, in un certo senso, sembrerebbe esplosa proprio in queste ore. Specie dopo le anticipazioni rispetto alle cifre versate dai concessionari a saldo della seconda rata, dalle quali si evince che il contributo della filiera (sia pure in continuo aggiornamento, come indicato) non sarà superiore al 70 percento della cifra richiesta in totale. Con la conseguenza che, per legge, dovranno essere segnalati all'autorità competente gli operatori che non hanno partecipato al saldo del contributo.

 

Ed è proprio questo il punto critico della questione, che merita pertanto di essere esplorato più a fondo. Non a caso, dopo la notizia di ieri, si sono scatenate le repliche da parte degli addetti ai lavori - per lo più gestori - che hanno letto nella notizia in questione un alone di colpevolezza attorno alla figura del gestore, laddove indicato che la discrepanza nei dati contabili "deriva dalla mancata partecipazione all’adempimento da parte dei gestori di apparecchi ed esercenti che non hanno riversato la propria quota al concessionario di riferimento". Una frase che qualcuno ha voluto interpretare come una sorta di accusa alla categori

Ma di certo così non è, e vale dunque la pena spiegare. In primis, va senz'altro evidenziato come una larga parte delle imprese di gestione abbia contribuito in toto al versamento di quanto dovuto (o, meglio, di quanto richiesto) dal proprio concessionario, a seguito di una rinegoziazione dei contratti imposta dalla legge.
In molti casi, tuttavia, la rinegoziazione non è andata a buon fine tra le due categorie (gestori e concessionari), entrambe probabilmente alle prese con la quadratura dei propri bilanci, pur essendoci la totale volontà da parte di entrambi di contribuire (al punto che, in molti gestori, hanno accantonato la quota di ‘contributo di stabilità’ manifestando la volontà di versarla, ma alle condizioni che si potevano considerare opportune e ricorrendo alle vie legali.
Magari versando, nel frattempo, solo una parte della quota richiesta. Altri gestori hanno optato invece per l'astenersi completamente del versamento convinti della illegittimità della norma e provando a far valere le proprie ragioni in tribunale. Ed è a loro che ci si riferiva dicendo che "una parte del settore non aveva contribuito". Poi però, nel mezzo, ci sono pure le varie sfumature. Come quelli che hanno portato avanti la linea del contenzioso ma ‘loro malgrado’, in quanto avrebbero preferito trovare una rinegoziazione che però non è avvenuta.
Insomma, la situazione è assai complessa e altrettanto delicata. Specialmente perché, nelle prossime ore, i concessionari dovranno segnalare all'Agenzia i nominativi dei gestori ‘inadempienti’ per giustificare le quote mancanti nei loro versamenti. E anche qui non sarà certo da dare nulla per scontato, tenendo conto che, come spiegato, non c’è soltanto chi si è rifiutato di pagare, ma anche chi l’ha fatto in parte e non vede perché dovrebbe essere segnalato come inadempiente. Per un nuovo e ulteriore contenzioso che pare praticamente annunciato.
In virtù di tutti questi casi, quindi, non si può sintetizzare la situazione come se si trattasse di una questione unica e di certo non si può criticare una categoria che ha invece dimostrato fin da principio un grande senso di responsabilità (in molti pensavano, all’origine, che non si sarebbe versato neanche un euro). Come del resto non possono essere etichettati come ‘irresponsabili’ quei gestori che non hanno contribuito, per le ragioni di cui sopra. Di fronte a una legge sbagliata (come ripetiamo fin dal principio), almeno nei modi, se non nella ratio, con il legislatore colpevole di non aver indicato le modalità di ripartizione del contributo che avrebbe evitato questo caos. Tenendo anche conto del fatto che il governo, prima di aprile, si era impegnato per risolvere la questione con una norma specifica, che alla fine, non è mai arrivata. Una ‘insostenibile leggerezza’ i cui effetti sono potenzialmente devastanti. E li stiamo iniziando a vedere. Anche per questo c'è da augurarsi che il governo possa intervenire risolvendo la questione, una volta per tutte, magari con la prossima legge di stabilità.

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