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As.Tro: 'Conferenza Stato – Enti Locali: in ballo c'è tutto il settore'

01 marzo 2016 - 12:34

L'avvocato Isabella Rusciano dello staff legale As.Tro commenta l'ormai prossima Conferenza Stato – Enti Locali sul gioco.

Scritto da Redazione
As.Tro: 'Conferenza Stato – Enti Locali: in ballo c'è tutto il settore'

 

Si avvicina il termine ultimo (30 aprile, ai sensi della legge di Stabilità 2016) entro il quale Stato ed enti locali dovranno definire come ridefinire l'offerta di gioco sul territorio e, in vista della Conferenza unificata che affronterà il tema, l'avvocato Isabella Rusciano, dello staff legale As.Tro, evidenzia come “L’estenuante 'gioco delle parti', che sino ad ora ha interessato il tema del 'gioco' in Italia, sta per entrare nel vivo del suo aspetto più sensibile. Da una parte l’industria pubblica (perché pubblica è la proprietà del prodotto) del gioco legale, sulla quale si regge una importante aspettativa erariale, e una mission istituzionale di prevenzione all’economia sommersa del gioco non autorizzato.

Dall’altra parte i territori, oramai consapevoli di non poter più tirare avanti con le risorse messe a loro disposizione, e più che mai convinti che la leva del gioco lecito possa portare l’Esecutivo a rinunciare a qualche fetta erariale derivante dal gioco a favore dei territori.
Del resto, la slot lecita che oggi in Lombardia è considerata veleno, poco tempo fa era già stata classificata come possibile risorsa federale per i territori, a testimonianza del fatto che la demagogia sulla lotta all’azzardo segue di pari passo alla mutazione di certi equilibri tutti interni alla Politica, spesso incomprensibili per i comuni cittadini. Il gioco lecito, pertanto, si ritrova a essere ostaggio di una trattativa in cui il tema sanitario è perlomeno estraneo, come testimoniano i 'zero tituli' (ovvero zero progressi) che la prevenzione al G.A.P. praticata dagli Enti Locali con i distanziometri (metrici e orari) può vantare dopo mesi, e persino anni, dalla loro entrata in vigore (da Milano a Pavia, da Verona a Padova, dalla provincia di Bologna alla Romagna, da Bolzano a Genova, ecc. ). Nessuna città annovera un segno meno nella propria statista malati di gioco lecito dopo l’introduzione di restrizioni e limitazioni, ma ciononostante tutti i Comuni ancora non caratterizzati da dette misure si apprestano a farlo sul solco di imminenti elezioni amministrative.
Nell’auspicio che l’esecutivo sappia smascherare la reale natura delle pressioni che riceverà nell’ambito della Conferenza Stato-Enti Locali, sotto forma di allarmi sociali, e possa trovare un percorso di trattativa idoneo a salvare l’industria italiana del gioco legale, si evidenziano alcuni significativi dati.
In ballo c’è un settore intero, con un bacino occupazionale di oltre 100.000 famiglie che nessun job act potrà mai far assorbire altrove, vista la peculiarità formativa degli addetti e delle maestranze, unitamente ad un complessivo apporto di fiscalità (ordinaria – da prelievo – previdenziale) che sfiora i 20 miliardi l’anno.
Qualche concessione, quindi, può essere strategicamente fatta, purché si smascherino le reali dinamiche a cui i territori ricorreranno per chiedere prima la loro liberazione dalla piaga del gioco, e poi i proventi del gioco stesso”.

 

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