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Patoia (Sapar):'Piano Gap Umbria, dialogo fra Regione e operatori'

13 ottobre 2016 - 13:57

Luca Patoia (Sapar Umbria) commenta linee indirizzo della Regione per prevenzione del Gap, con formazione degli operatori e servizi sociosanitari.

Scritto da Redazione
Patoia (Sapar):'Piano Gap Umbria, dialogo fra Regione e operatori'



“L’approvazione da parte della Giunta regionale dell’Umbria degli atti su corsi di formazione per operatori del gioco e la realizzazione dei servizi sociosanitari per l’accoglienza dei giocatori affetti da Gap, sono la dimostrazione che il dialogo fra associazioni di categoria e amministrazioni locali ha condotto alla realizzazione di un progetto utile e proficuo per tutti. Da parte nostra abbiamo fatto un buon lavoro come associazione; ma il mio plauso va soprattutto alla giunta che si è sempre dimostrata attenta e aperta alle istanze presentate”.

Così Luca Patoia, presidente della delegazione umbra dell’Associazione Nazionale Sapar, a seguito dell’approvazione, da parte della Giunta regionale dell’Umbria, di due distinti atti volti da una parte a definire le linee di indirizzo per la realizzazione del Sistema regionale di servizi sociosanitari per l’accoglienza e la presa in carico dei giocatori d’azzardo patologici e delle loro famiglie, e dall’altra a stabilire le modalità di formazione dei gestori e del personale delle sale da gioco e dei locali in cui sono installati apparecchi per il gioco lecito, proposti dall’assessore regionale alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini.


“Contrariamente a quanto sta accadendo in altre regioni italiane, la nostra giunta ha avuto la lungimiranza e l’intelligenza di avviare un dialogo con le parti chiamate in causa dalla normativa in materia di giochi; ha ascoltato le istanze della Sapar e delle altre associazioni coinvolte, e quindi emanato degli atti che non vanno nella direzione del proibizionismo, che come ormai è ben noto a tutti non è di alcun beneficio al giocatore patologico, mentre è propedeutico al proliferare del gioco illegale, quanto piuttosto mirano alla prevenzione e alla cura del potenziale ludopata, e alla formazione di gestori ed esercenti, che certamente conoscono bene sia la propria clientela che gli eventuali abusi che si possono fare dei prodotti di gioco, e che per questo rappresentano il soggetto naturalmente preposto a riconoscere i primi segnali di malattia”, dichiara Patoia.
 
 

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