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Tassa 500 milioni, Sapar: 'Assurda ipotesi riscossione coercitiva'

25 ottobre 2016 - 08:25

Secondo il numero uno della Sapar, l'ipotesi di riscossione coercitiva del prelievo di 500 milioni nella stabilità 2017 è assurda e incoerente. 

Scritto da Redazione
Tassa 500 milioni, Sapar: 'Assurda ipotesi riscossione coercitiva'

“La notizia di eventuali ipotesi coercitive di riscossione di quanto previsto con la legge di Stabilità 2015 è non solo incoerente ma addirittura assurda: già un anno fa avevamo più volte denunciato l’incostituzionalità di tale norma, nata male e cresciuta ancora peggio, facendo ricorso al Tar e il cui giudizio pende ancora in Corte Costituzionale. Ora questo ritorno alla riscossione dei 500 milioni sa tanto di favore alle lobby dei concessionari”.

 

Così il presidente dell’Associazione Nazionale Sapar, Raffaele Curcio, a seguito della notizia secondo cui il governo intenderebbe bloccare, attraverso la nuova legge di Stabilità 2017, le nuove licenze per i gestori delle slot che sono morosi nei confronti dello stato per un complessivo di 160 milioni di euro e conferire ai concessionari poteri maggiori per la riscossione.

“Sono quasi due anni ormai che i concessionari, con  solleciti incessanti ed autoritari, hanno più volte richiesto tale pagamento – tuona il presidente Sapar -,  tralasciando completamente che essendo una riduzione di compensi, doveva avvenire attraverso una rinegoziazione dei contratti privatistici in essere e validi, con metodi tutt'altro che autoritari e vessatori. Ora questa nuova ipotesi di prevedere per gli stessi concessionari poteri di riscossione forzata, addirittura con una paventata cancellazione dal Ries, conferma uno scenario che porterà a uno scontro ancora più conflittuale nelle aule dei tribunali. Chi è deputato a legiferare su questo settore è irrazionale oppure fin troppo razionale nel voler demolire una filiera produttiva al solo scopo di favorire poche lobby. La Sapar continuerà a restare al fianco dei gestori, in questa battaglia legale per veder riconosciuta la dignità e i diritti delle imprese a fronte di norme concepite in maniera iniqua e strumentale, che niente hanno a che vedere con il riordino organico del settore”.

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