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Riforma giochi, As.Tro: 'Riduzione slot, si torni al contingentamento 2011'

15 novembre 2016 - 15:01

Nel corso della riunione del Consiglio direttivo nazionale As.Tro presenta la 'sua' proposta di riforma del settore dei giochi.

Scritto da Ac
Riforma giochi, As.Tro: 'Riduzione slot, si torni al contingentamento 2011'

 


Bologna "Riformulare il contingentamento degli apparecchi da gioco lecito 'ripescando' i limiti quantitativi in vigore sino al 2011, epoca in cui bar e tabacchi non erano ancora additati come centri da 'liberare' dalle slot". E' uno dei punti cardine della proposta di riordino dei giochi presentata nel corso della riunione del Consiglio direttivo nazionale As.Tro tenutasi a Bologna martedì 15 novembre e in vista della Conferenza Unificata Stato Regioni ed enti locali del 17 novembre che discuterà la materia.

 

"Una buona riforma usa le categorie della Politica, si avvale delle tecnicalità, e valuta tanto la
modernità, quanto l’evoluzione delle conoscenze e delle tecnologie, e soprattutto si fa capire. As.Tro pertanto parlerà in modo semplice", sottolinea Massimiliano Pucci, presidente dell'associazione. illustrando una proposta in otto punti.


LA PROPOSTA DI AS.TRO - "1. Pubblicità. Ogni prodotto o servizio connesso al 'Divertimentificio popolare' deve avere un decoro e una limitazione seria alla propria promozione commerciale, perché o il divertimento si vende da sé, oppure non è più percepito come divertimento. I nuovi contorni da apporre alla pubblicità devono essere intesi come i pilastri preventivi per la mancata commistione tra lo stile di vita 'incentivato' e lo stile di vita 'consentito sotto controllo pubblico'. 2. Inclusione dei pubblici esercizi (l’aggregazione popolare per eccellenza e per eccellenza alla luce del sole), nell’ambito del percorso di accesso alla certificazione primaria abilitante alla piena installazione di apparecchi da gioco a vincita limitata. 3. Riduzione dell’offerta di tutti i giochi pubblici, online compreso, ripudiando la 'bugia' della rilevanza epidemiologica di alcuni prodotti di gioco e della innocuità 'ideologica (o peggio politica)' di altri. 4. Riformulare il contingentamento degli apparecchi da gioco lecito 'ripescando' i limiti quantitativi in vigore sino al 2011, epoca in cui bar e tabacchi non erano ancora additati come centri da 'liberare' dalle slot. 5. Cambiare i prodotti e le procedure di vendita dei prodotti, introducendo, nelle tecnologie costruttive e distributive, tutte le reali informazioni preventive funzionali a scopi di sensibilizzazione e disincentivazione. 6. Avviare, proprio per ottimizzare il punto precedente, l’evoluzione tecnologica delle Awp da remoto. 7. Ridurre e rimodulare gli orari (di apertura, di vendita di tutti i prodotti di gioco, di accensione degli apparecchi), garantendo una fascia temporale minima di operatività economica in base alle caratteristiche del punto vendita. 8. Tutelare 'veramente' i minori, recependo gli esiti delle ricerche imparziali (ad esempio Nomisma e C.N.R.) sulle preferenze di gioco d’azzardo che i giovani esprimono, affrontando seriamente il profilo del gioco online, e della commistione tra sport e azzardo, introducendo, ovviamente, anche delle misure per aumentare la sicurezza all’interno della tredicesima preferenza di gioco tra i giovani, la slot nel bar e nella tabaccheria", si legge nella proposta.

UN ONERE SOSTENIBILE - "Quanto costa questa riforma ? In termini assoluti tantissimo, ma per i singoli attori economici comporta un onere (tutto sommato) sostenibile, mentre per l’Erario rappresenta una contrazione di gettito accettabile. In compenso, offre ai territori uno strumento per riqualificare il tessuto commerciale dei propri pubblici esercizi e un percorso serio e concreto per la prevenzione socio-sanitaria, garantisce l’accreditamento industriale del gioco nel contesto produttivo del Paese e libera finalmente le energie oggi dedicate ad una 'lotta' che distrae troppe attenzioni ai reali problemi del Paese. Al cospetto di un Consiglio direttivo nuovo, appena insediato, non offro generici messaggi di speranza non concretamente supportati, non invoco iniziative di proteste che non hanno la sufficiente 'piattaforma' di successo, ma propongo una linea di serietà: siamo imprese e come tali non dobbiamo cessare mai di comportarci", conclude Pucci.
 

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