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Che Tempo Che Fa: Littizzetto e Fazio contro gioco online e slot

23 gennaio 2017 - 09:22

La coppia televisiva di Rai3 formata da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto si scaglia contro il gioco, a tutto tondo.

Scritto da Alessio Crisantemi
Che Tempo Che Fa: Littizzetto e Fazio contro gioco online e slot

Ci risiamo. Il programma televisico 'Che tempo che fa', condotto da Fabio Fazio, torna a scagliarsi contro il mercato del gioco pubblico. Lo fa attraverso la comica di punta, Luciana Littizzetto, che se la prende, in particolare, con la pubblicità del gioco. "Una cosa che non capisco - dice - è la 'moda' dei calciatori di fare da sponsor del gioco d'azzardo e del poker online".
Ma sul punto non si tira indietro neanche Fazio, il quale sottolinea questo fenomeno come "terribile", in un "paese dove esiste una ludopatia pazzesca".
Littizzetto, in particolare, se la prende con i calciatori, ricordando che rappresentano una categoria di lavoratori che notoriamente "non ha problemi ad arrivare alla fine del mese". Ma poi aggiunge considerazioni morali: "Ma è proprio il caso di pubblicizzare una malattia?", si domanda la comica. Supportando la propria tesi, come spesso accade, con dati che sembrano giungere 'nuovi' e di cui, al solito, non si conosce la fonte: "Si stima che in Italia ci siano un milione di persone malate di 'ludopatia', a causa del poker online". Denunciando - sia pure attraverso varie imprecisioni (visto che il 'poker online', contro cui sembra scagliarsi, rappresenta proprio un gioco minoritario in Italia (l'intero segmento dell'online rappresenta circa il 5 percento del mercato e il poker è pure in diminuzione) - di "una roba che devasta migliaia di persone".

 

Ma qui torna in gioco il conduttore, riequilibrando l'accusa e tirando in ballo anche le slot: "E' una cosa inaudita che ci siano macchinette dei bar dove vanno i ragazzi" - aggiunge Fazio. "Non bastano i 300 metri dalle scuole", andando quindi a toccare anche l'argomento di grande attualità come il cosiddetto 'distanziometro' promosso da diversi enti locali.
Littizzetto torna però sui calciatori: "I calciatori sono dei modelli positivi, proprio per questo non devono essere presi per questi spot. Il gioco d'azzardo è un'altra cosa". Scagliandosi poi contro l'ipocrisia di dare messaggi di respnsabilità in cosa a questi spot, come se risolvesse il problema.

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