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Orlandini, Beteslot: 'Lo Stato ci lascia morire, As.Tro no'

02 febbraio 2017 - 17:45

Lo sfogo di Massimiliano Orlandini, ad della società di gestione Beteslot vittima di una rapina a mano armata a San Cesareo di Roma. 

Scritto da Cesare Antonini
Orlandini, Beteslot: 'Lo Stato ci lascia morire, As.Tro no'

“As.Tro ha espresso una vicinanza “di cuore e di testa” all’azienda e alle persone coinvolte nella rapina delle scorse ore e per questo la ringrazio, perché la sensazione immediatamente percepita dopo l’accaduto è stata quella della solitudine in cui questo Stato ti lascia, eccezion fatta ovviamente per i Carabinieri, per i quali salvare la vita altrui, mettendo in pericolo la propria, è una eroica quotidianità che raramente ci si sofferma a riconoscere con la dovuta considerazione”. E' lo sfogo a mente fredda ma con la tensione ancora davvero alta, di Massimiliano Orlandini, l'ad della società di gestione Beteslot di San Cesareo, in provincia di Roma, teatro, suo malgrado, di una rapina con tanto di sparatoria e tanta paura per i dipendenti dell'azienda. 

Dallo sfogo all'analisi, Orlandini continua così: “Lo Stato ti chiede di raccogliere e accatastare monete e valori per suo conto, ovvero per i suoi concessionari, per poi nulla fare per farmi accedere agli sportelli bancari di prossimità ai punti vendita, per consentirmi la cassa automatica nei magazzini, o semplicemente per fornirmi un riconoscimento imprenditoriale idoneo a investire sulla sicurezza”.
Al contrario lo Stato sembra andare dalla parte contraria a quella della tutela: “Si plaude all’ostracismo bancario, che fa il marketing aziendale con quei codici etici che vietano agli Istituti di rilevanza nazionale di avere rapporti con i gestori di apparecchi leciti, selezionati e monitorati da A.A.M.S., costringendo le aziende dimensionate ad accatastare valori con procedure di sicurezza preistoriche; si invoca la “cancellazione” del gestore di apparecchi perché “reo” di aver applicato la Legge e i contratti di subappalto rispetto alle convenzioni statali, installando gli apparecchi dello Stato in bar e tabacchi; si disconosce il ruolo imprenditoriale di chi fa questo mestiere, chiamandolo “attaccaspine”, si disconosce la umana dignità della forza lavoro addetta al settore, per la quale nessuno si preoccupa di trovare le alternative occupazionali (o assistenziali) che la “mia scomparsa, istituzionalmente auspicata,” provocherebbe”.
Orlandini ricorda “l’espressione di un ex sindacalista, ora assessore comunale artefice di un regolamento di “spegnimento” degli apparecchi leciti in una grande città, “se ci saranno licenziamenti allora ci saranno meno malati di G.A.P.”. Se penso che ho iniziato questo mestiere combattendo “bar su bar” per far fuori i congegni illegali ai quali “tutti” (e non una parte degli utenti) si rovinavano, firmando assegni in bianco a personaggi “che vi raccomando”, esponendomi sempre in prima persona a difesa della Legalità, dell’iper-professionalità aziendale, dell’evoluzione tecnologica in tutti i campi, mi viene un groppo in gola”.
Sembra andare in scena l’ipocrisia Governativa: “Lo Stato dopo avermi usato per ripulire bar e tabacchi da 800.000 videopoker (e dai 20mila miliardi di lire che “ivi” circolavano in clandestinità fiscale, annualmente, prima delle “slot di Stato”), dopo avermi fatto impegnare per decine di milioni di euro, al fine di costruire un “prodotto imprenditoriale di qualità”, mi viene a dire che il mio core business è “insostenibile”. E perché ? perché “il problema della ludopatia” sarebbe “proprio e solo” quella AWP a moneta metallica che costa un euro a partita, e non può prometterne (e quindi darne), più di 100 in vincita installata in bar, alla luce del sole dove tutti possono controllare e verificare, performante “a livello medio nazionale”, 190€ gg/coin in (di cui 133, almeno, ritornano agli utenti giocatori, 34,77 vanno all’Agenzia delle Dogane, e 22,3 remunerano tutta una intera filiera che da lavoro a 100.000 persone), e che prima della introduzione “LE-GI-SLA-TI-VA” delle sale “professionalizzate per il gioco d’azzardo” (quelle che ora si vorrebbe far diventare “il campo di concentramento di tutto il gioco”), non erano “nemmeno censite” come fattore di ludopatia”.
As.Tro, secondo Orlandini, ha fatto la sua parte eccome: “Abbiamo interloquito con le Istituzioni a tutti i livelli, abbiamo tramite il nostro Centro Studi fornito dati, schede, statistiche e chiesto dati e studi sanitari ufficiali che smentissero i nostri, ma nonostante questo alcuna risposta è arrivata se non quella, stigmatizzata anche dall’attuale proposta del governo in seno alla conferenza Stato-Regioni, che il problema sanitario nazionale del gioco e quindi la tutela della salute pubblica (sacrosanta e problema reale da non sottovalutare mai e porVi assoluto rimedio) passa attraverso l’eliminazione della slot a monetina dal bar e dai tabacchi, e di contro una sublimazione della macchina da Sala con giocate sino a 200€ (proposta scandalosa odierna). La mortificazione e l’espulsione di oltre 100.000 posti di lavoro, di un piccolo reddito alla micro impresa (bar e tabacchi appunto) ottenuto attraverso il gioco moderato e controllato (a monetina appunto) a favore di progetti di investimento su Mega Sale con grande lucro di Banche e Multinazionali con apparecchi a Banconota (ma sino a 200€ di giocata non oltre! Sigh!) e Jackpot a 5 zeri!!! Però ci sarà lo psicologo pagato dalla Sala che probabilmente restituirà a rate i soldi persi dai giocatori…… Questa è la tutela della Salute Pubblica proposta al fine di garantire la collettività. Proibire ad un possibile alcolista il Bitter e mandarlo a bere Whisky e Vodka nella sala “controllata”! Questa si chiama furto dell’Intelligenza!”.
E poi lo sfogo finale: “Da capitano di azienda con a carico oltre 200 famiglie, da Italiano, da Padre, da Imprenditore da uomo dello Stato che, a rischio e pericolo della propria incolumità e di quella dei propri collaboratori ha creduto nello Stato, ha effettuato tutti gli investimenti richiesti e pagato le imposte dovute, che ha investito a seguito di norme e leggi che gli consentivano di farlo adempiendo in maniera sistematica e con assoluta puntualità a tutti gli oneri ed impegni presi, ho consentito troppo e da troppo tempo ad alcuni pseudo rappresentanti delle istituzioni di usarci come merce di scambio per i loro sporchi affari! Ed in nome della verità e della salute pubblica (a noi si che interessa davvero) continueremo nel nostro lavoro quotidiano di formazione ed informazione a tutti i livelli al fine di ristabilire quel principio di Verità e Tutela della collettività che in questo momento è fortemente a rischio.
Alzando un pochino il tiro e coinvolgendo quelle Istituzioni preposte alla verifica che gli interessi collettivi prescindano dai biechi interessi personali; se e chi sbaglierà pagherà! Noi abbiamo già dato. Ed ai virtuosi colleghi ed ai loro dipendenti ed alle loro famiglie dico che fin quando ci sarò, Astro non Vi lascerà MAI soli!!!”.

 

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