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Rusciano (As.Tro): 'Gap, Serd spendono 200 mln e non 7 mld di euro'

06 febbraio 2017 - 17:57

L'avvocato Isabella Rusciano, di As.Tro, evidenzia i numeri del Gap delle accise sul gioco lecito.

Scritto da Redazione
Rusciano (As.Tro): 'Gap, Serd spendono 200 mln e non 7 mld di euro'

 

"La spesa sanitaria per curare i malati di Gap non è di 7 miliardi l’anno ma è quella attestata dalla Presidente della 12° Commissione Permanente del Senato: tutti i SerD italiani, per tutte le dipendenze (dall’alcool alla droga, all’azzardo) spendono, al massimo, 200 milioni di euro complessivamente". Lo scrive l'avvocato Isabella Rusciano, dell'ufficio comunicazione di As.Tro, in una lettera al giornalista de L'Espresso Fabrizio Gatti e nella quale, in riferimento all'editoriale pubblicato domenica 5 febbraio, precisa che "lo stanziamento annuale complessivo per la cura del Gap, infatti, è di 50 milioni di euro annui (che nessuna Regione ha decretato come insufficiente per la propria quota-parte), da cui deriva un costo medio per la cura del paziente di 3.333 euro e non di 38.000 euro".
Rusciano osserva che "le accise sul gioco lecito sono di 10 miliardi di euro (più 25 percento rispetto al 2015) a fronte di una raccolta lorda (base imponibile tributaria -e non 'spesa'- di 95 miliardi di euro). Questo significa che se la differenza tra in e out è 18,5 miliardi (somma a disposizione per ricavi e accise), lo Stato preleva, a titolo di accise, il 54,4 percento del cassetto, prima ancora di aver tassato l’impresa e i suoi ricavi in quanto tale, secondo l’ordinario regime fiscale" Inoltre, "i malati di Gap censiti sono i pazienti dei SerD, ovvero 15.000, mentre quelli “potenzialmente malati” sono attualmente desunti da fonti che non hanno nessun aggancio con la tradizionale indagine epidemiologica.

Se si parla di malattia (e non di sociologia) allora è solo la diagnosi medica a svelare un malato e l’indice medio di spesa di gioco lecito (617 euro) non consente proiezioni epidemiologiche sull’ordine del milione di casi attribuibili alle sole pratiche 'legali' di gioco. Ciò posto, in Italia l’offerta di gioco complessiva (non solo quella delle slot) è sicuramente eccessiva e andrebbe limitata così come andrebbe limitata, ad esempio, la pubblicità nel gioco (altro tema ‘scottante’) -come da anni sosteniamo qui in Astro".

 

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