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Al via Enada primavera, Cecchi e Curcio: 'Volàno per tutto il mondo del gioco'

15 marzo 2017 - 09:32

Taglio del nastro per la nuova edizione di Enada primavera: a illustrarla sono Patrizia Cecchi, Italian exhibitions director di Ieg - Italian Exhibition Group, e Raffaele Curcio, presidente Sapar.

Scritto da Ac
Al via Enada primavera, Cecchi e Curcio: 'Volàno per tutto il mondo del gioco'

 

Questo è da sempre il mese di Enada, la fiera del gaming italiano che prende il via oggi, 15 marzo, e quest'anno si propone con una nuova organizzazione alle spalle e la promessa di grandi cambiamenti. Gioco News ne parla con Patrizia Cecchi, Italian exhibitions director di Ieg - Italian Exhibition Group: la nuova società fieristica organizzatrice della kermesse.

 

La fiera di Rimini ha subito in questi ultimi mesi alcuni cambiamenti di carattere societario. Cosa cambia, in virtù di questo processo, per le esposizioni da voi organizzate e, in particolare, per Enada?
“A novembre scorso è nata Italian Exhibition Group (Ieg), la società per azioni frutto dell’integrazione fra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza. I nomi delle due SpA rimangono quindi ad indicare le sedi operative e i rispettivi quartieri fieristici, mentre il Gruppo ora conta su 280 professionisti e ha sedi a Milano, Torino, Dubai e San Paolo. La nuova struttura permette dunque di avere un'organizzazione più ampia e specializzata, quindi anche per Enada ci sarà a disposizione un team più ampio e focalizzato di professionisti. Ieg è inoltre il primo esempio in Italia di integrazione tra società fieristiche e rappresenta il player fieristico numero uno del Paese per manifestazioni organizzate direttamente, al 90 percento di proprietà, il secondo per volumi di fatturato. L’obiettivo principale della Società è valorizzare e internazionalizzare alcune delle più importanti filiere produttive fra le quali, ovviamente, rientra anche quella del gioco”.

 

Che ruolo riveste la fiera di Enada per Ieg Expo e quale ruolo pensate che potrà avere anche per il futuro?
“Enada è e rimane una delle manifestazioni storiche del nostro portafoglio espositivo. Come dicevo, puntiamo a fungere da polo di attrazione dei settori industriali tra i più rappresentativi del Paese con l’obiettivo di valorizzare ulteriormente i comparti economici che ospitiamo. Italian Exhibition Group ha come asset prioritario per Enada la creazione della migliore piattaforma d’incontro tra domanda e offerta, attirando buyer, espositori e visitatori in quella che, con oltre 25.000 visitatori professionali nell’ultima edizione, è la più importante fiera del Sud Europa dedicata agli apparecchi da intrattenimento e gioco. Una mission che offre molte possibilità di business e servizi a valore aggiunto a tutti gli attori coinvolti, già oggi e sicuramente sempre più domani. Le nuove possibilità offerte da Ieg in tema di mercati, contatti e organizzazione pongono le basi per una prospettiva di crescita e di attenzione da una parte per tutti i settori tradizionali di Enada e, dall’altra, per quelli oggi ancora in fase embrionale, ma che presentano indicatori di sviluppo. Riassumendo, vogliamo che la fiera rappresenti l’intero comparto e ci attiveremo con iniziative ad hoc per focalizzare l’attenzione su tutti i settori. Già in questa edizione, ad esempio, abbiamo introdotto tre aree chiave: Academy, dedicata alla formazione, Next, con l’innovazione al centro, e Contest, per i vecchi e nuovi giochi di puro intrattenimento”.
Qual è il vostro punto di vista e il giudizio rispetto al settore del gioco pubblico? Credete in uno sviluppo ulteriore di questo settore e in una prospettiva di stabilità?
“Premetto che noi siamo organizzatori fieristici e che, per correttezza, non entriamo mai nel merito delle politiche dei comparti produttivi che rappresentiamo: vale per il gioco come per le altre filiere. Per quanto riguarda Enada, posso affermare con determinazione il nostro impegno a organizzare un evento di grande successo. Le adesioni lo confermano. Anzi: tra conferme e new entry, si può parlare di una vera e propria scommessa delle aziende sull’importanza della fiera come momento di incontro utile a tutto il settore. Questo, a conferma che Enada è la piattaforma di riferimento di tutto il bacino mediterraneo e a tutti gli effetti un irrinunciabile volano commerciale per l´intero mondo del gioco. Il mio augurio è che momenti di incontro e aggiornamento come quelli che offre questa esposizione possano favorire un dialogo fecondo con le istituzioni, onde portare chiarezza a tutti gli operatori, per il bene e la difesa dei giocatori, ma anche dei livelli occupazionali”.
CURCIO (SAPAR): "CONTINUIAMO AD ESSERE OTTIMISTI" - Chi la dura la vince, si sa. È la regola non scritta che vale per ogni occasione, promettendo una sorta di effetto placebo garantita da quell'approccio ottimista che racchiude le speranze nel futuro. Ed è proprio quello che si ripetono, ormai da anni, gli addetti ai lavori del gioco pubblico, alle prese ogni volta con nuovi problemi: anno dopo anno e fiera dopo fiera. Lo sanno bene in Sapar, l'associazione nazionale che rappresenta le imprese del settore e organizzatrice di Enada, la manifestazione di riferimento per l'industria, che di volta in volta deve scontrarsi con nuovi problemi, che minacciano la sopravvivenza dell'intero comparto. “Ogni anno sembra sempre più complicato”, ammette Raffaele Curcio, presidente dell'organismo. “Pur continuando ad essere ottimisti, come abbiamo sempre fatto, stavolta dobbiamo fare i conti con una situazione sempre più compromessa e dalla quale sembra difficile individuare una via di uscita”, aggiunge. Un clima tutt'altro che ideale per andare ad esporre, verrebbe da dire. “La fiera è da sempre il momento di incontro per gli operatori e per la filiera – ricorda Curcio – ma è evidente che gli operatori vorrebbero avere risposte concrete e, soprattutto, avere certezze per programmare la propria attività e i propri investimenti. Invece ci troviamo oggi in una situazione che appare letteralmente fuori controllo, con il legislatore che sembra aver perso la bussola. E questo avviene, a nostro avviso, perché il problema è stato mal posto. Sono convinto, come diciamo da tempo in associazione, che il problema è principalmente culturale. Sappiamo bene che l'approccio proibizionista – come si sta rivelando quello messo in pratica dagli enti locali - non paga. Mai. Ma nonostante questo continuano a proliferare restrizioni sempre più rigide sui territori che stanno compromettendo la sostenibilità delle nostre imprese. E intanto il gioco legale arretra. In barba alla sicurezza dei consumatori e all'ordine pubblico che quelle stesse norme locali vorrebbero tutelare”. 
 
FARE FORMAZIONE E INFORMAZIONE - Secondo Curcio, il problema più grave e l'errore di fondo commesso dalla politica, sta nel fatto che “non si è capito che le aziende del settore sono una risorsa sul territorio e non un nemico, perché sono loro che hanno il contatto diretto con il punto vendita e, quindi, con i giocatori. E' quindi da lì che bisogna partire, facendo formazione e informazione adeguata”. Per questo, se c'è qualcosa da cambiare, nell'organizzazione e nella distribuzione dei giochi sul territorio, va fatto subito e in maniera coerente. “Bisogna sovvertire la situazione puntando a una regolamentazione seria, tentando anche di cambiare lo scenario per le future generazioni. In questo senso abbiamo fatto proposte concrete che mirano a tutelare la salute pubblica, ad andare incontro alle necessità degli enti locali, pensando anche a preservare le entrate erariali. Siamo convinti che ci siano margini per una riduzione del numero di slot e dei punti vendita, ma in modo che risulti coerente e sostenibile. Abbiamo però ribadito con forza che bar e tabaccherie non possono essere emarginati perché diventerebbero bersaglio facile per l'illegalità. Ormai questi locali sono degli ambienti consolidati che rientrano anche nell'immaginario collettivo come punti vendita di prodotti di gioco e per questa ragione diventerebbero inevitabilmente punti di offerta di gioco illecito. E non possiamo non considerare tali rischi”.

LA RICETTA DI SAPAR - Tra le proposte avanzate da Sapar c'è anche l'introduzione di un divieto totale di pubblicità, la riduzione di tutte le forme di gioco, “anche se si continua a parlare di sole slot, ma sbagliando”, sottolinea il presidente. “Per quanto riguarda gli apparecchi però – aggiunge - abbiamo chiesto anche di pensare alla futura generazione di slot introducendo sistemi tecnologici che limitino i rischi di dipendenza, per esempio allungando i tempi di durata della partita, con interruzioni forzate delle sessioni di gioco. Ma ci sono anche i margini per limitare ulteriormente i parametri di giocata e vincita degli apparecchi proprio per preservare la componente di intrattenimento e minimizzare i rischi di derive patologiche. Bisogna abbassare l'aggressività dei prodotti di gioco pensando anche e soprattutto alle Vlt, dove non ti giochi il resto del caffè ma ben altro”. Ma quello che continua a mancare, secondo Curcio, è un tavolo di confronto con le imprese: “Perché va necessariamente mantenuto il tessuto economico che è stato creato in questi anni e l'occupazione che viene garantita dalle nostre aziende. Serve però un nuovo approccio, culturale come dicevo prima, che passi per la formazione della filiera e con la diffusione di una adeguata formazione. Facendo un discorso di questo tipo diventerebbe automatica l'abolizione di quei divieti sul territorio che appaiono assurdi e del tutto inefficaci. Come del resto si stanno accorgendo alcuni territori che hanno già introdotto restrizioni che non stanno pagando”.
Per completare la riorganizzazione del gioco pubblico però, Curcio ritiene necessario anche “bilanciare l'offerta di gioco ricreando un'offerta di gioco veramente ludica, rilanciando quindi il gioco senza vincita in denaro, che oggi è stato ormai abbandonato a se stesso. Le istituzioni devono capire che l'intrattenimento è una risorsa, non un pericolo”.

IL RILANCIO DELL'INTRATTENIMENTO - E il settore del 'puro intrattenimento' sembra essere proprio la nota dolente di questa edizione di Enada, dopo l'uscita di scena di alcune aziende attive in questo settore che hanno dato vita a una forma di protesta che ha portato alla nascita di una nuova esposizione esclusivamente dedicata a questo segmento. Per una doccia fredda in casa Sapar, che ha sempre rappresentato questo mondo. “Per quanto ci riguarda – spiega Curcio - ci stiamo preoccupando da anni di questo settore e ben conosciamo le difficoltà di questo segmento del gioco che Sapar ha sempre rappresentato e che nonostante i nostri sforzi è stato relegato a una nicchia sempre più ristretta. Siamo sempre vicini alle aziende che operano in questo settore e alle loro esigenze e anche la fiera di quest'anno propone uno spazio dedicato all'amusement. Per questo abbiamo detto alle aziende che sia la Sapar ma anche il 'progetto fiera' sono a disposizione per puntare a un rilancio del settore, che deve tornare ai livelli di un tempo. Considero un errore frammentarsi proprio in questo momento, anche se, forse, in alcuni è prevalso l'impulso e la volontà di dare una scossa per provare a cambiare le cose e mi sembra anche comprensibile. Ritengo però che un'energia di questo tipo non andrebbe dispersa ma concentrata, al contrario, nella creazione di un concreto progetto di rilancio. Credo quindi che l'azione di protesta degli operatori dell'amusement non debba essere fine a sé stessa, ma quello che dobbiamo fare è creare un percorso condiviso e un'azione concreta dove le aziende siano parte attiva. Temo invece che iniziative di questo genere possano soltanto disgregare il settore rendendolo ancora meno rappresentativo, invece di valorizzarlo. Sono disponibile, come ho detto più volte, a creare un confronto permanente e una commissione specifica per affrontare le problematiche di questo settore, ma le aziende devono essere attive e partecipi in questo processo. Noi ci stiamo lavorando da tempo, ma le aziende devono essere partecipi, o non ci sarà futuro. Per nessuno”.
 

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