Jarre: 'Spesa al gioco, in Italia si supera 1 percento del Pil'
Il presidente della Società Italiana Tossicodipendenze Regioni Piemonte e Valle d'Aosta, Paolo Jarre, esamina il rapporto tra spesa al gioco e Pil.
Scritto da Paolo Jarre
Nel corso della discussione sulla reale entità dell'investimento degli italiani nel gioco lecito in denaro spesso gli operatori e le loro associazioni di appartenenza sottolineano come la “spesa” (leggi le perdite totali annue al gioco) in Italia sia “solo” un punto percentuale di Pil, diversamente da coloro che affermano che la spesa sia in realtà meglio descrivibile come l'ammontare della raccolta tra i 4 e i 5 punti percentuali di Pil.
Anche accogliendo la definizione “stretta” di spesa bisogna sottolineare come l'Italia sia prima in Europa come valore assoluto delle perdite al gioco, come perdita per abitante (11 percento in più del UK, oltre il doppio di Francia, Germania e Spagna) e di perdite al gioco in proporzione al Pil; escludendo *Singapore (un caso a sè, ha un economia in parte significativa fondata sul gioco) l'Italia e l'Australia sono gli unici Paesi al mondo nei quali le perdite al gioco superino il valore di 1 punto percentuale di Pil. In Italia la quota di Pil attribuibile alle perdite al gioco, sulla base di dati dell'Economist e loro elaborazioni, è il 39 percento in più della Spagna, 45 percento in più dell'Uk, quasi tre volte Germania e Francia.
Paese
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Perdite al gioco lecito Miloni $ per milione di abitanti (2015)
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Perdite al gioco lecito in Miliardi $ 2015 (Economist)
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Perdite al gioco lecito in
Punti percentuali PIL (Valore Nominale FMI 2015)
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Singapore*
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1480
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3,21
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Australia
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850
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20,3
|
1,53
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USA
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440
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142,6
|
0,82
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ITALIA
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400 4° posto
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23,9
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1,07 3° posto
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Canada
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370
|
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0,74
|
UK
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360
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23,6
|
0,83
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Francia
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190
|
|
0,44
|
Spagna
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180
|
|
0,77
|
Germania
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180
|
|
0,38
|
Corea del Sud
|
160
|
|
0,7
|
Giappone
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110
|
29,8
|
0,65
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Cina
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70
|
95,4
|
0,92
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