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Franzoso (As.Tro): 'AwpR, legge Bilancio non sfrutta innovazione'

10 gennaio 2018 - 11:50

Il legale As.Tro, Michele Franzoso, affronta la questione delle Awp da remoto e la mancata innovazione della legge di Bilancio.

Scritto da Redazione
Franzoso (As.Tro): 'AwpR, legge Bilancio non sfrutta innovazione'

"Sull’idea di Awp di nuova generazione (il cui gioco sia consentito da remoto) si sono formate delle opinioni tecniche stratificate, alcune delle quali controverse o comunque non universalmente convergenti, ma su un punto ogni osservatore del settore ha sempre convenuto. Ad un apparecchio nuovo si chiede di risolvere almeno i vecchi problemi, altrimenti non serve a nulla". Lo sottolinea l'avvocato Michele Franzoso, dell'Ufficio Affari Legali As.tro, commentanto le disposizioni contenute nella legge di Bilancio. "I problemi vecchi dell’Awp attuale sono essenzialmente due. Il primo: gli enti locali non la vogliono (o comunque la vogliono quasi sempre spenta), in quanto sono persuasi che l’utente di questo prodotto non sia sufficientemente salvaguardato dagli eccessi. Il secondo: l’anzianità tecnologica già maturata dal modello di congegno comporta l’arretramento delle soglie di sicurezza dell’originaria soluzione, cagionando dispendio di risorse per i controlli a campione sugli esemplari in esercizio e rischi di manomissione (statisticamente non elevati, ma, per lo specifico contesto di cui si tratta, meritevoli di abbattimento).

 

La legge di bilancio, che, al comma 1049 annuncia l’avvio del confronto-scontro tra Mef e Regioni (su cosa si debba intendere per consentire lo svolgimento di bandi di gioco indispensabili per incamerare risorse fondamentali per la Finanza pubblica), ha sicuramente perso una ghiotta opportunità per affrontare i due problemi sopra citati. Indipendentemente dalle idee tecniche, infatti, il nuovo apparecchio doveva già essere descritto in termini rassicuranti per gli enti locali, mettendo a frutto anche il lavoro sanitario sino ad ora svolto dagli organismi del ministero della Salute.

Senza scendere in particolari esasperati, infatti, i terapeuti impegnati sul fronte del Gap elencano da anni, le tutele minimali da apporre sugli apparecchi da gioco, e da anni i produttori degli stessi congegni si affannano a garantire la loro realizzabilità in tempi ristretti, costi accettabili, e soprattutto salvaguardando la natura primaria dell’intrattenimento a cui un euro giocato in un bar accessibile a tutti deve essere vincolato. Se a ciò si aggiunge che persino le tutele più avanzate (si pensi all’effettivo contingentamento della spesa massima oraria) sono state ampiamente oggetto di studio da parte del settore e agevolmente classificate come compatibili con l’operatività economica dell’apparecchio, si coglie la dimensione della doppia opportunità persa dalla legge di Bilancio: quella di poter legiferare la fine delle ostilità tra Eell e Governo sulle Awp relazionandola alla comparsa di un apparecchio tecnicamente idoneo ad abbattere sia i fattori di addiction, che i volumi individuali di spesa. Quella di liberare risorse umane ed economiche oggi devolute a defaticanti controlli, spostando i costi della singola verifica di ogni hardware in capo alla filiera produttiva e gestionale.

Spostare di un anno il varo di un prodotto che – nei termini descritti – doveva uscire l’anno scorso, è stato inevitabile per via dei ritardi burocratici accumulati, ma la mancata formalizzazione precisa delle aspettative che si associavano ad esso, rischia di vanificare ogni sforzo.
In Piemonte, Puglia, Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia i cittadini rischiano di non poter mai accedere a quell’apparecchio “garantito” contro le addiction e più evoluto contro le manomissioni. Francamente è più grave questo di ogni eventuale rischio di insuccesso delle gare sul rinnovo delle concessioni scadute", conclude il legale.

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