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Asl To 3: 'Spesa giochi diminuita con ordinanze', As.Tro 'Si pensi a Gap'

25 gennaio 2018 - 15:03

Uno studio della Asl Torino 3 evidenzia il calo della spesa per i giochi grazie alle ordinanze, As.Tro replica invitando occuparsi dei dati sui malati di Gap.

Scritto da Amr
Asl To 3: 'Spesa giochi diminuita con ordinanze', As.Tro 'Si pensi a Gap'

 

"Le ordinanze di riduzione temporale dell'offerta di gioco con apparecchi (slot e Vlt) dei sindaci dell'Asl To 3 funzionano e permettono una consistente riduzione nella spesa per i giochi". Questa la conclusione cui giunge la Asl Torino 3, che ha condotto uno studio che parte tuttavia dalla premessa che "nessuna considerazione può ancora essere fatta sull'efficacia o meno del cosiddetto 'distanziometro' dai luoghi sensibili; il Piemonte, la prima Regione che lo applica a tutti gli apparecchi nei bar e nelle tabaccherie (anche preesistenti rispetto alla Legge) lo fa dal 20 novembre 2017". La Asl To 3 valuta invece "quanto successo con l'applicazione delle restrizioni orarie (in Piemonte prescritte dall'art. 6 della Legge 9 del 2016), notando come il suo territorio di riferimento è quello, in Italia, "dove vi è stato il maggior numero di Ordinanze limitative degli orari di funzionamento degli apparecchi di gioco (60 Comuni su 109 corrispondenti a oltre il 90 percento de 586.000 residenti)".

LE ORDINANZE - Alla data attuale ci sono "54 Comuni con identica ordinanza e 6 con orari diversi", mentre ce ne sono 24 con apparecchi ma ancora inadempienti".
I DATI - Nell'evidenziare che "la raccolta complessiva con apparecchi nel territorio Asl To 3 assommava nel 2016 a 406 milioni di euro; 174 con slot machine e 232 con Vlt: le perdite globali 2016 possono essere stimate con una buona approssimazione in 75 milioni (18,5 percento del giocato): 52 milioni con slot machine e 23 con Vlt", lo studio nota che "i Comuni che, pur avendo installati apparecchi nella propria area non hanno ottemperato alla legge (...) hanno visto crescere l'investimento nello stesso lasso di tempo del 8,2 percento" mentre "in termini assoluti la riduzione della raccolta (soldi investiti) nei Comuni ottemperanti è stata di oltre 27 milioni di euro (corrispondenti a circa 5 milioni di euro di minori perdite) e l'aumento nei Comuni inadempienti di poco più di 3 milioni di euro con un saldo a favore dei giocatori di oltre 24 milioni di euro non gettati nel gioco con apparecchi (4,4 milioni di euro di perdite evitate)". Lo studio conclude dunque che "le ordinanze riducono da subito l'investimento negli apparecchi di gioco con una netta differenza rispetto a dove non sono emanate;la limitazione relativa alle slot non comporta un viraggio sugli apparecchi a maggior spesa (Vlt); la possibile 'transumanza' verso il luoghi del territorio a 'gioco libero' è un fenomeno trascurabile; non sono disponibili gli stessi dati su altri giochi relativi al passaggio 2015/2016 nello stesso territorio e quindi non si possono fare considerazioni di dettaglio sull'eventuale viraggio ad esempio sui Gratta & Vinci (cosa che si può fare nel raffronto 2016/2017); a livello regionale ciò non è accaduto. Infine, in particolare, sul versante dell'utenza, si sono ridotti in modo significativo a partire dal secondo semestre 2016 gli accessi degli anziani ai Servizi per il gioco d'azzardo dell'Asl To 3; riteniamo che ciò sia
avvenuto anche grazie allo spegnimento degli apparecchi i gran parte dei Comuni sino alle 14".
Quanto ai dati riferiti al 2017, "nei 27 Comuni dell'Asl To 3 con apparecchi ma inadempienti rispetto alla riduzione degli orari degli apparecchi stessi(più gli adempienti ma dopo il 1 gennaio 2017), in ben 16 la spesa 2017 aumenta; l'aumento complessivo in questi Comuni assomma a 1 milione di euro (più 12,1 percento). Sembrano quindi, riferendosi al 2017, confermabili e rafforzate due delle considerazioni espresse sui dati 2016 su 2015: le ordinanze continuano a ridurre la spesa negli apparecchi di gioco con una netta differenza rispetto a dove non sono emanate, ulteriormente anche nei Comuni in cui erano già in vigore nel 2016; nel 2017 (nel primo semestre) meno 22 percento dove sono state fatte e più 12 percento dove non sono state fatte (nel 2016 era rispettivamente meno 7,2 e più 8,2 percento); cresce il divario - la possibile transumanza verso il luoghi del territorio a gioco libero continua ad essere un fenomeno trascurabile (i 15 milioni di perdite risparmiati nel 2017 nei Comuni adempienti si traducono solo in un milione in più di perdite nei territori confinanti non ottemperanti). Successivi approfondimenti dirimeranno quanto del saldo positivo dei 14 milioni di spesa in meno nel 2017 saranno stati destinati al cosiddetto gioco a distanza. Nei 12 maggiori Comuni dell'Asl To 3, tutti con ordinanze limitative attive al 1° gennaio 2017, il dato delle perdite con apparecchi stimabile per il 2017 (sulla scorta dei dati reali del primo semestre) assomma a 45 milioni e 137.000 euro con una diminuzione rispetto al 2016 di ben 12 milioni e 10.000 euro".
IL COMMENTO DI AS.TRO - Nel commentare i dati, l'associazione As.Tro, per voce del suo presidente Massimiliano Pucci, ritiene che "Sostenere che al dimezzamento dell’orario di accessibilità degli apparecchi leciti segua un calo della raccolta e, quindi, anche della spesa, pare tanto ovvio che non si comprende la necessità di dedicarvi uno studio con risorse pubbliche. Compito delle Asl e dei medici è quello di occuparsi dei malati e trovare delle cure efficaci, non quello di fare dichiarazioni dal retrogusto politico, dicendo delle ovvietà". Secondo Pucci, "è assolutamente scontato il calo della spesa agli apparecchi quando un’ordinanza ne vieta il funzionamento. Ciò che sarebbe interessante capire dall’esperienza del professore e della sua equipe, al contrario, è se questa ordinanza abbia contribuito alla diminuzione anche del numero dei malati di ludopatia in cura, visto che a questo aspetto sanitario nel suo studio non si fa minimamente menzione. Ma non è l’unica grave lacuna. La ricerca dell’Asl di Torino – e in questo si conferma la settorialità di uno studio sanitario – non considera affatto la migrazione del gioco verso altre tipologie, come l’online o, ancor peggio, verso l’illegale. Sembra che interessi maggiormente il calo del gioco autorizzato, gestito da un’industria che paga onestamente le tasse, piuttosto che lo spostamento dei giocatori verso ambienti illegali, che sottraggono risorse allo Stato e mettono davvero a rischio la salute dei cittadini, cosa del tutto estranea rispetto ad ogni finalità sanitaria.”

 

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