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Bernardi (Sapar): 'Emilia Romagna innesca contenzioso milionario'

26 giugno 2018 - 10:52

Il vicepresidente dell'associazione Sapar, Eugenio Bernardi, a tutto campo sugli effetti della legge sul gioco dell'Emilia Romagna.

Scritto da Redazione
Bernardi (Sapar): 'Emilia Romagna innesca contenzioso milionario'

“Dai dati forniti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ad una richiesta di accesso agli atti dello scorso settembre 2017 in Emilia Romagna, erano censiti circa 650 sale così suddivise: 220 sale Vlt e New slot o Awp, 18 sale Bingo, 125 sale scommesse, 87 negozi gioco, 197 sale giochi (tradizionali con apparecchi comma 7 ovvero: videogiochi, flipper, redemption e dondolanti) e una parte di queste con sala interna dedicata ad ospitare anche Awp e Vlt. Tali numeri sono stati forniti con il metodo dei Monopoli di Stato (ora Adm), ovvero secondo iscrizione Ries (elenco dei terzi incaricati della raccolta), la Regione Emila Romagna parlava di 431 sale nel giugno del 2016. Le tipologie di locali che vanno a impattare con la Legge Regionale n.5/2013 e con la successiva Delibera della giunta regionale ( n. 831 del 12 giugno 2017) sono oltre il 90 percento di quelle elencate e censite”.

Così il vicepresidente dell’Associazione Nazionale Sapar, Eugenio Bernardi, facendo il punto sulle conseguenze determinate dalla legge regionale in Emilia Romagna in materia di gioco.
 
“Tutte le sei modifiche fatte alla Legge Regionale 5/2013 non ultima quella del 19 giugno scorso sulla esclusione degli ippodromi ( o ippodromo di Cesena) - prosegue Bernardi - i rappresentanti regionali non hanno mai avuto un confronto con le associazioni di settore, in primis la Sapar, che ha potuto solo esporre le problematiche alla commissione Bilancio, affari generali e istituzionali in un’udienza conoscitiva sul Defr; solo in quella sede, infatti, abbiamo finalmente avuto l’opportunità di esternare le nostre preoccupazioni e le problematiche, sia economiche che occupazionali, scaturite a seguito dell’approvazione da parte della Giunta della Regione Emilia-Romagna della delibera 12 giugno 2017, N. 831,relativa alle modalità applicative della legge regionale sul gioco d’azzardo patologico, infatti il tutto è stato approvato senza una preventiva concertazione con le associazioni di categoria, fatto potenzialmente discutibile dal punto di vista legale. L’auspicio era che “i numeri illustrati nel corso di quella audizione potessero essere un tema di riflessione, ma non è stato così e il futuro del settore del gioco legale e autorizzato dallo Stato in territorio emiliano romagnolo è sempre più nero”, conseguente alle mappatura da parte dei comuni entro fine 2017; ora stanno infatti arrivando alle centinaia di gestori e o proprietari di sale, situate a meno di 500 metri dai luoghi sensibili, le richieste di chiusura o delocalizzazione con termini troppo stringenti, con susseguenti ricorsi ai Tar emiliani, con Bologna che ha assunto connotati di rigidità estrema mentre Parma pare per ora ragionarla forse diversamente”.
 
 
Prosegue quindi Bernardi: “Dalle mappature fatte dai Comuni emiliano romagnoli è quasi certo che gli eventuali spostamenti o rescissioni di contratti di affitto, se non anche vendita di locali di proprietà, per spostamenti in altre sedi è per l’85 percento impossibile, se come è accaduto al Comune di Parma che con delibera del maggio scorso ha ulteriormente limitato le aree in cui ricollocarsi del 90 percento, si vaglierà nelle sedi giuridico amministrative l’effetto espulsivo già attuato e riconosciuto dal Tar Bolzano nella provincia autonoma omonima.
Ricollocamento che le ultime due circolari del Ministero dell’Interno spiegano doversi distinguere fra vecchie autorizzazioni art.88, trasferibili di proprietà e di sede, dalle ex.novo e devono essere valutate diversamente pur nel rispetto delle leggi regionali. Una delle Circolari del Ministero dell’Interno richiama nelle premesse all'intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata il 7 settembre 2017, con la quale le Regioni e gli enti locali si sono impegnati ad adottare criteri di ubicazione delle sale che consentano un'equilibrata distribuzione del gioco sul territorio, tenendo conto, tra l'altro, degli investimenti esistenti.
La circolare continua affermando: d'altra parte l'art. 1, comma 1049, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 Legge di stabilità 2018) stabilisce che "al fine di consentire l'espletamento delle procedure di selezione di cui ai commi 1047 e 1048, le regioni adeguano le proprie leggi in materia di dislocazione dei punti vendita del gioco pubblico all'intesa sancita in sede di Conferenza unificata in data 7 settembre 2017”.
Il medesimo comma n. 1048, nel disciplinare la predetta proroga, fa peraltro riferimento all'esigenza di perseguire, in materia di attività di raccolta delle scommesse “un corretto assetto distribuivo anche a seguito dell'intesa sancita in sede di Conferenza unificata”, la quale a sua volta, com'è noto, impegna le Regioni all'adozione di criteri di ubicazione delle sale che tengano conto, tra l'altro, degli investimenti esistenti.
La stortura enorme della Legge E.R.5/2013 è che se, anche volendo spostarsi una sala giochi ma un domani viene aperta o data agibilità ad una attività fra quelle menzionate fra i luoghi sensibili, detta sala si dovrebbe nuovamente spostare.
Quindi non si comprende questa dicotomia Stato – Regioni, che porta alla chiusura di centinaia di imprese che avranno un grave impatto sull’occupazione: infatti sono a rischio dai 15 ai 20mila posti di lavoro, oltre ai danni subiti dai gestori delle sale interessate, vi è anche un danno erariale per lo Stato che una interrogazione dello scorso anno valutava fra i 200 e 400 milioni di euro di mancata tassazione Preu incamerata”.
 
Sui numeri riguardanti le problematiche legate al gioco, Bernardi dichiara: “Sono 1.300 i pazienti affetti da dipendenza da gioco d’azzardo patologico curati nel 2015, così come evidenziato nel sito Web della Regione Emilia Romagna: in confronto ai numeri di altre dipendenze sono notevolmente minori.
 
Dall’analisi dei dati forniti dagli Osservatori Dipendenze Patologiche di Ravenna – Forlì – Cesena – Rimini, il numero di utenti in carico dipendenti da sostanze e comportamenti per anno di osservazione e tipologia di addiction, Azienda Usl della Romagna 2009 – 2014 (valori assoluti) per il gioco si può confermare un andamento sostanzialmente stabile della domanda di trattamento per “Droghe.Dopo alcuni anni di costante crescita, nel 2014, sistabilizzano i dati dell’utenza che arriva ai Servizi per problematiche legate al gioco d’azzardo (Gap) che passano da 101 pazienti nel 2013 a 94 nel 2014”.
 
I dati dell’utenza che si rivolge ai Ser.T rappresentano un importante indicatore epidemiologico, definito dall’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze (Oedt) come“domanda di trattamento”. I dati che saranno qui esposti sono riconducibili alle aree problematiche “Droghe e/o farmaci”, “Alcol” e “Gioco d’azzardo patologico”. Dal 2015 sono inseriti nelSistema Informativo SistEr anche i dati relativi all’attività del Centro Antifumo (Caf) che sono esposti in un paragrafo dedicato. Gli utenti in carico per Area problematica - Anni 2011-15 sono 1709 nel 2012, 1753 nel 2013, 1793 nel 2014, 1752 nel 2015, con una flessione percentuale del 2,3.
 
Conclude quindi il vicepresidente Sapar: “Per gli imprenditori del gioco legale e autorizzato che la regione Emilia Romagna definisce “apparecchi per il gioco d’azzardo lecito”, per i dipendenti e le maestranze impiegate non ci sono più diritti? Attraverso un collaudato sistema d’imposizione delle distanze, le autorità locali hanno introdotto una serie di limitazioni e ostacoli al libero esercizio delle attività di gioco, completando un sistema regolatorio già estremamente complesso con ulteriori vincoli distribuiti a macchia di leopardo sul territorio. È da considerarsi razionale questo modo di colpire solo un settore?
Quanto infine alla spesa di gioco vanno ridimensionate, e di molto, le cifre che spesso vengono riportate da articoli che fanno riferimento a studi non bene identificati.
Secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche il 63,7 percento dei giocatori non ha superato i 10 euro.
Solo nell’ultimo triennio la percentuale dei giocatori cha ha scelto slot è scesa di 2,2 punti percentuali (da 8,1 percento a 5,9 percento) e sono in aumento solo i Gratta e Vinci, preferiti principalmente dal 61 percento degli intervistati e mai toccati da alcun provvedimento nazionale o locale”.
 
 

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