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Bernardi (Sapar): 'Prevenzione, educare al gioco responsabile'

07 novembre 2018 - 15:44

Eugenio Bernardi (Sapar) illustra esiti dell'audizione in commissione Salute dell'Emilia Romagna del Pdl sulla prevenzione e chiede di investire in educazione al gioco responsabile.

Scritto da Redazione
Bernardi (Sapar): 'Prevenzione, educare al gioco responsabile'


“L’associazione Sapar concorda coi fini del progetto di legge sulla promozione della salute, del benessere e sulla prevenzione primaria, pur rimarcando le notevoli differenze fra le varie problematiche che esso vuole affrontare e sottolinea la grande differenza con cui finora la Regione Emilia Romagna ha affrontato le diverse forme di dipendenza, esempio fra tutti fra l’alcolismo e il gioco patologico.
Il riferimento è alla Legge L.R. 04/07/2013, n.5 e alla susseguente Delibera Giunta regionale 831-2017 che espone alcune considerazioni sull’applicazione retroattiva e indiscriminata della legge e sulle decine di contenziosi amministrativi aperti presso i Tar, per la prossima chiusura e o eventuale spostamento di decine di sale da gioco delle oltre 600 censite in tutta la regione, spostamento quasi ovunque impossibilitato da ulteriori norme urbanistiche dei Comuni emiliano romagnoli”.

 

 

Queste le parole con cui il vicepresidente dell'associazione Sapar, Eugenio Bernardi, illustra gli esiti dell'audizione tenuta oggi, 7 novembre, nella commissione Politiche per la salute e politiche sociali sul progetto di legge sulla promozione della salute, del benessere e sulla prevenzione primaria.
 

Prosegue quindi il vicepresidente nazionale: “Gli esperti che si occupano della dipendenza da bevande alcoliche, e in questo caso abbiamo dati nazionali certi del pericolo legato al fenomeno, non se la prendono con il prodotto, i media e l’opinione pubblica semmai concordano nell’esaltazione delle capacità nella viticoltura e nell'enologia del Bel Paese. Nessuno, ad esempio, suggerisce distanze da luoghi sensibili per la somministrazione di superalcolici vicino a una chiesa o a una scuola, 'nonostante circa 9 milioni di cittadini italiani a rischio dipendenza alcool di cui 800 mila giovani (fonte: ‘Relazione del ministro della Salute sugli interventi realizzati in materia di alcol e problemi correlati’, trasmessa al Parlamento)…', si possono bere grandi quantità di alcolici e superalcolici ma non si dovrebbe poter giocare. Perché? Il problema è il prodotto o l’uso che ne viene fatto?”.
 

Bernardi ha quindi illustrato i dati raccolti da Sapar tramite le richieste di accesso agli atti alle Ausl Emilia Romagna, secondo i quali risultano in cura nel 2017 circa n.1.500 utenti per il gioco patologico in senso generale, senza distinzione di tipologia di gioco con cui si è sviluppata la patologia.
I dati mostrano nella sostanza una certa stabilità rispetto agli anni precedenti e inoltre che la dipendenza da alcol e mediamente dalle 5 alle 10 volte superiore a quella del gioco patologico.
“L’associazione non vuole assolutamente negare e ignorare il problema del gioco patologico - ha proseguito Bernardi - , ma non è stato affrontato nella maniera corretta questo disagio: occorre educare al gioco, qualsiasi esso sia. Il vizio del gioco è antico. Proibire non risolve. Serve educare all'uso del libero arbitrio. Tutto qui”.
 

Durante l’audizione Sapar ha consegnato anche una relazione nella quale sono stati riportati i dati di 2 studi, quello condotto dall’ospedale Bambino Gesù e lo studio del Cnr di Pisa, dai quali si evince che i giocatori problematici per il 50 percento azzardano su internet.
Nei medesimi studi è stato evidenziato che coloro che hanno un profilo problematico non si limitano a giocare ad un solo gioco, ma dedicano la loro attenzione a diversi tipi di offerta. Interessante notare che il 50 percento di queste persone ha una certa assiduità a giocare su internet e la maggior parte utilizza lo smartphone, con un accesso 24h, sette giorni su sette; questo è un dato essenziale per le future politiche di contenimento del danno connesso al gioco eccessivo.
Lo studio del Cnr di Pisa affermano che la vera minaccia non sono le slot ma il gioco online, che offre una vasta scelta di app e siti su cui scommettere o giocare on line.
Va ridimensionata, infine, anche la spesa al gioco: secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche il 63,7 percento dei giocatori non ha superato i 10 euro e dall’analisi del Cnr, che ridetermina la stima complessiva del numero di giocatori in Italia e della componente problematica di essi: solo lo 0,6 percento della popolazione è a rischio gioco patologico, uno dei dati più bassi al mondo. In calo anche il numero di giovani che si avvicinano al gioco (-28,6 percento)..
Bernardi ha ricordato che nella Regione esiste lo stato estero della Repubblica di San Marino, all’interno della Regione Emilia Romagna, nel cui territorio opera un noto Casinò che ospita decine di apparecchi da gioco d’azzardo e la cui clientela è prevalentemente italiana e la sua fruibilità di apertura è molto ampia. Quindi oltre al danno assisteremmo alla beffa di aumentar la spesa media dei giocatori italiani che finanzierebbe le casse erariale di uno Stato estero mentre i giocatori patologici verrebbero curati presso le strutture italiane.
La prevenzione verso la dipendenza da gioco patologico non può essere attuata con forme repressive e retroattive o espulsive di una sola tipologia di giochi riconosciuta da leggi statali, ovvero gli apparecchi da gioco comma 6 del 110 Tulps, lasciando tranquillamente inalterati e non toccate tutte le altre tipologie di giochi.
L'introduzione del distanziometro non fa che aggravare ulteriormente lo stato di crisi del settore del gioco a vincita, oltre a quello del puro intrattenimento, con l’ulteriore divieto ai minori di anni 18 per gli apparecchi denominati redemption (in libero uso in altre regioni italiane), gioco ludico come i videogiochi e i flipper che ad oggi è presente nelle decine di sale giochi della riviera romagnola e nei Fec (Family Entertainment Center).
Il vice presidente ha ricordato che tanti comuni emiliano romagnoli hanno deciso di non deliberare le chiusure delle sale dedicate dopo la mappatura, che stanno generando contenziosi legali con le amministrazioni, e dispute dispendiose ed irragionevoli. Leggasi per tutti le dichiarazioni del sindaco di Noceto (Pr), Fabio Fecci, che dichiara: “Questa Amministrazione valuterà l’opportunità o meno di promuovere iniziative al fine di richiedere la 'condanna' della Regione Emilia Romagna in merito al danno di immagine sofferto da Questo Comune, in quanto esposto a difendersi dall’azione sollevata dalla Società (…) innanzi al Presidente della Repubblica, ergo Tribunale Amministrativo Regionale, Sezione di Parma, che, qualora condannato, sarà costretto allo esborso di una ingentissima somma.”
Su tale punto si è mossa anche l’Anci tramite il responsabile Coordinamento su problematiche del gioco, Domenico Faggiani che critica il distanziometri e chiede di ripartire da Conferenza unificata.
Come afferma il ministero degli Interni nei “chiarimenti interpretativi” del 21 maggio 2018 sulla circolare 557 del 19 marzo dove afferma la necessità di rispettare l’esito della Conferenza Unificata del 7 settembre 2017, unitamente al disposto di legge dell’ultima legge di stabilità che prescrive “le regioni adeguano le proprie leggi in materia di dislocazione dei punti vendita del gioco all’intesa sancita in Conferenza Unificata in data 7 settembre 2017”.
Per la prima volta, pertanto, si parla della tutela degli investimenti esistenti e la necessità di affermare il prioritario interesse al rispetto della legislazione statale.
Per terminare ha ricordato che occorre una buona informazione, come pare prefiggersi la nuova proposta di legge regionale, è più utile e darebbe nel tempo risultati migliori dei divieti o dei bonus agli esercenti 'Slot free ER' che disinstalleranno solo gli apparecchi dai bar, prevenire, informare e non proibire: solo così sarà possibile aiutare i soggetti fragili predisposti alle dipendenze e che i problemi dei giocatori a rischio non si risolvono vietando o imponendo norme ma attraverso la concertazione con le associazioni di categoria dei gestori, degli operatori e delle loro sigle sindacali.
È stata chiesta infine una riconsiderazione delle misure adottate dalla Legge n. 5/2013 e Delibera Giunta regionale 831-2017 ed un ulteriore confronto in tal senso dove l’Associazione offre la propria disponibilità per un confronto proficuo relativamente ai rilievi espressi nell’ottica del contemperamento tra le esigenze di tutela dei soggetti deboli e dell’offerta di gioco legale e delle loro maestranze.
 

Il presidente Zoffoli alla presenza del relatore di maggioranza Boschini e nonostante il Progetto di legge sulla promozione della salute, del benessere e sulla prevenzione primaria” n. 7337.all’ 19 reciti Azioni di prevenzione e contrasto delle dipendenze legate alle nuove tecnologie “le azioni finalizzate alla prevenzione dei disturbi da gioco d’azzardo (Dga), già previste dalla Legge Regionale n. 5 (Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate)” , non ha apprezzato troppo l’intervento del vice presidente Bernardi e l’appunto successivo del socio Roma sugli effetti negativi del distanziometro sui giocatori a rischio, come affermano noti studiosi della materia.
Certamente consci che l’audizione non poteva risolvere le storture della Legge L.R. 04/07/2013, n.5 e Delibera di Giunta regionale 831-2017 ma è servita a dare testimonianza delle problematiche che dovranno affrontare le centinaia di sale dedicate nei prossimi mesi.
 

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