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Sapar: 'Settore gioco non può garantire gettito ascritto a bilancio'

21 gennaio 2019 - 09:00

L'associazione Sapar torna ad attaccare il vice premier Luigi Di Maio per l'aumento del Preu sugli apparecchi da gioco.

Scritto da Redazione
Sapar: 'Settore gioco non può garantire gettito ascritto a bilancio'

Non si fermano le proteste degli operatori del gioco dopo il nuovo aumento del Preu inserito nell'ultima bozza del decreto sul reddito di cittadinanza

Mentre alcuni imprenditori del settore scrivono ai parlamentari chiedendo un passo indietro, l'associazione Sapar punta dritto su Montecitorio annunciando una mobilitazione generale del comparto e si rivolge al ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, anche alla luce delle recenti stime di Bankitalia che parla di “allarme recessione” con il taglio delle stime del Pil 2019 a +0,6 percento, in contrasto con l'ormai “prossimo boom economico” annunciato dal vice premier solo pochi giorni prima.

“Caro ministro, 10 giorni fa eravamo all’alba di un nuovo rinascimento economico ed ora non esclude la recessione?
A seguito della sua recente dichiarazione sull’imminente 'boom economico' abbiamo notato con piacere file lunghissime davanti alle concessionarie Bmw e Mercedes, contenti di aver contribuito con oltre 5,5 miliardi di euro alla sua ricetta miracolosa per l'economia italiana.
Può capire quindi il nostro sconcerto nel leggere che Bankitalia certifica che da 6 mesi il segno meno regna sovrano nell'economia nazionale e siamo ufficialmente in recessione. Sa perché siamo sconcertati?
Perché si è più volte vantato di aver trovato le risorse per le sue (molto ottimistiche) promesse elettorali attingendo dalla 'cassa senza fondo' del gioco di Stato e speravamo che almeno fosse servito a qualcosa. Invece ci ritroviamo dopo 6 mesi del vostro brillante ministero con un settore sull'orlo del fallimento, oltre 150mila lavoratori a rischio disoccupazione e l'Italia più povera di prima. Speriamo vivamente che il suo gioco al massacro sulla pelle degli operatori del settore dell’intrattenimento, gestori di bar, rivendite e tabacchi e dipendenti (e non concessionari come più volte ha dichiarato) almeno serva a qualcosa”, si legge in un post su Facebook dell'associazione nazionale.
 
Da Luca Pasquini, rappresentante di Sapar Toscana, sempre via social arriva una proposta: “Anche se inutile dobbiamo cercare il dialogo, ma la soluzione potrebbe essere una bella invasione di piazza Montecitorio con le nostre slot scaricate in bella vista ed uno striscione che recita 'volete i soldi per il reddito di cittadinanza? qui ci sono le nostre slot, metteteci i vostri soldi ed andate a lavorare e fare raccolta'. Le parole non servono più, le forze usate per dirle servono per mantenerci aggrappati a quegli alberi di Ungarettiana memoria. Però abbiamo ancora carte da giocare, la prima e più importante è far capire, soprattutto ai media ed all'Europa, che il settore non è più in grado di garantire quel gettito ascritto a bilancio per evitare l'infrazione.
Non sarà mai possibile se il governo non prenderà provvedimenti in tal senso, a cominciare dall'abrogare le leggi regionali e comunali, orari e distanze per sostituirle con una disciplina uniforme dettata dal Mef. Non si può aumentare il Preu per mantenere la promessa del reddito di cittadinanza o per finanziare i no profit, quando il Piemonte è già senza slot da più di un anno e Val d'Aosta, Emilia Romagna e Puglia rischiano la stessa fine. Quindi dove troveranno le risorse necessarie?”.
 

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