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Cangianelli (Hbg): 'Momento complicato, confidiamo nel riordino'

18 marzo 2019 - 09:50

Il responsabile degli affari regolatori del concessionario Hbg Gaming commenta a GiocoNews.it la delicata fase politica che vive il comparto dei giochi. 

Scritto da Alessio Crisantemi
Cangianelli (Hbg): 'Momento complicato, confidiamo nel riordino'

Il momento è complicato, per tutti gli attori della filiera. E questo è un fatto. Ma la situazione, nei prossimi mesi, dovrà trovare una soluzione, rilanciando le potenzialità del comparto industriale dei giochi pubblici, anche per la lotta alle dipendenze. 

Non è credibile che ai diversi livelli di Governo ci si assuma la responsabilità delle inevitabili ripercussioni in termini di legalità e sicurezza oltre che di entrate erariali e occupazione.
 
Ne è convinto Emmanuele Cangianelli, responsabile degli affari regolatori del gruppo Hbg Gaming, che in questa intervista a GiocoNews.it fotografa la realtà del settore esprimendo la sua visione sul prossimo futuro.
 
Crede che si potrà arrivare davvero a un riordino del comparto dei giochi e al superamento di questa situazione difficile?
“Che il momento sia complicato, per l'intera filiera e le imprese che la compongono, non ci sono dubbi. E il tema della 'Questione territoriale' è sicuramente quello più complesso e preoccupante per chi opera sul territorio e nella gestione dei sistemi di gioco. Ma nonostante l'assenza, finora, di risposte concrete, continuiamo a rimanere ottimisti rispetto al raggiungimento di una soluzione. Crediamo infatti che le diverse, pesanti riduzioni di offerta legale, ormai imminenti in alcuni territori - Piemonte in primis - dovranno necessariamente ricevere risposte efficaci, perché avranno, altrimenti, un inevitabile impatto sia sull'erario che sul controllo pubblico dell'offerta e, in generale, sulla legalità. Se non vogliamo lasciare i giocatori in molte zone del Paese circondati da totem illegali o chissà quali altre offerte prive di garanzie per i consumatori, dovrà inevitabilmente essere garantito l'esercizio, adeguatamente diffuso, di un'attività legale”.
 
Qual è il suo punto di vista in merito alla futura generazione di apparecchi da intrattenimento “da remoto”, di cui si dovrebbero conoscere nei prossimi giorni le regole tecniche?
“Prima di esprimere un qualunque giudizio occorrerà leggere i requisiti tecnici predisposti dall'Agenzia delle dogane per la procedura di informazione comunitaria e le procedure amministrative che seguiranno. A livello generale, tuttavia, quali che siano le scelte tecniche della futura generazione di apparecchi, da un lato si dovrà puntare alla più elevata capacità di controllo telematico e, dall'altro, si dovrà tenere conto degli adeguamenti operativi e, quindi, degli investimenti che si renderanno necessari sulle infrastrutture tecnologiche, anche in funzione della durata delle concessioni. Nella storia della gestione telematica in concessione queste innovazioni tecnologiche sono infatti sempre state valutate dai regolatori sia in ragione della durata dell'affidamento che del contesto nel quale si richiedevano gli investimenti: ci attendiamo che questo accada anche per la nuova generazione di Awp".
 
Cosa ne pensa invece del divieto di pubblicità imposto dal decreto Dignità?
“Anche su questo punto, considerato in particolare il confronto con l'Agcom che sta dimostrando l'importanza delle consultazioni pubbliche su materie così articolate, siamo fiduciosi in un'interpretazione della legge che possa risultare idonea all'esercizio delle attività previsto, anzi, richiesto dalle concessioni. Aspettiamo quindi di vedere le linee guida pubblicate dall'Autorità, ritenendo che possa essere indicato in maniera chiara e inequivocabile il confine tra pubblicità e informazione alla clientela. Ricordando, appunto, che nel rapporto di concessione rientra proprio tra gli adempimenti degli operatori esercitare un'informazione ai propri clienti, che non sarebbe consentita da un'interpretazione rigida e restrittiva della norma, ed in assenza della quale non sarebbero garantite nè la tutela dei consumatori nè, tantomeno, il corretto esercizio degli affidamenti concessori”.

 

 

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