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Manovra 2020, Sgi: 'Filiera gioco chiamata ancora a fare cassa'

17 ottobre 2019 - 13:23

Il presidente di Sistema Gioco Italia Stefano Zapponini commenta in maniera netta e negativa la manovra di bilancio e le sue disposizioni sul gioco legale.

Scritto da Redazione
Manovra 2020, Sgi: 'Filiera gioco chiamata ancora a fare cassa'

 

Giudizio netto e negativo quello di Sistema Gioco Italia all’ennesimo aumento di tassazione sul settore del gioco òegale. Senza una riforma organica del settore che possa ridisegnare anche gli aspetti fiscali, secondo Sgi, non c’è sostenibilità della filiera di settore e il gioco è destinato a ritornare in mano all’illegalità.

“Sentiamo parlare di discontinuità ma non rileviamo segni di cambiamento per la filiera del gioco legale che viene utilizzata dallo Stato ogni anno, per far cassa in Legge di Bilancio. Sulle sole Awp la pressione fiscale è arrivata al 73 percento: non c’è industria che possa sopravvivere in queste condizioni" è il commento di Stefano Zapponini, presidente Sistema Gioco Italia. "Sentiamo parlare di manovra per la crescita, ma nelle azioni del Governo vediamo solo interventi prociclici e non anticiclici.

Sentiamo parlare di lotta all’evasione, ma quello che stanno facendo i Governi, compreso l’attuale, va esattamente nel senso contrario: si sta rendendo il gioco illegale competitivo e conveniente per il cittadino rispetto al gioco legale, una controriforma strisciante che riporta il settore ante 2003.
Sentiamo parlare di misure per favorire l’occupazione, ma nel settore del gioco le normative territoriali in contrasto con gli affidamenti concessori dello Stato hanno cancellato e stanno cancellando l’industria legale che non può che licenziare e certamente non creare nuova occupazione.

Sentiamo parlare di contrasto al gioco patologico, ma non si ha alcuna consapevolezza che il gioco illegale così favorito non consente certo di adottare strumenti di controllo a favore e tutela dei giocatori: non ci sono regole, né monitoraggio, né contromisure da adottare: si moltiplica l’effetto Gap e certo non lo si riduce.

Sono invece fermamente convinto e ritengo che in questo ci possa essere un'assoluta convergenza di tutte le rappresentanza datoriali e dei lavoratori - conclude Zapponini - che solo una riforma complessiva possa essere l’obiettivo responsabile e comune del cittadino, dello Stato, dell’industria: una riforma capace di garantire equilibrio nei territori, sostenibilità, sicurezza per il cittadino e una stabilità nelle politiche fiscali di filiera che dia continuità al settore legale e renda possibile gli investimenti nelle nuove concessioni."

 

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