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Distante (Sapar): 'Governo si assuma responsabilità di 150mila lavoratori'

22 marzo 2021 - 17:32

Il presidente Sapar, Domenico Distante, commenta con preoccupazione le disposizioni contenute nel Dl Sostegni.

Scritto da Anna Maria Rengo
Distante (Sapar): 'Governo si assuma responsabilità di 150mila lavoratori'

Negativo il giudizio della Sapar al decreto Sostegni. Secondo l'associazione, infatti, gli aiuti non basteranno, nella maggioranza dei casi, nemmeno a pagare un mese di affitto dei locali che è stato imposto di tenere chiusi.

"Se uno stato ci obbliga alla chiusura abbia almeno la decenza di sostenerci con le spese vive, non con l’elemosina. Lo ha ammesso anche il premier Mario Draghi in conferenza stampa che le misure non saranno sufficienti", sottolinea l'associazione.

E il presidente Domenico Distante aggiunge: "Tra l’alto, passeranno mesi prima di ricevere le somme, mesi in cui affitti, utenze e costi fissi continueranno a maturare. E se non bastasse ci sono state negate fino ad ora anche le istanze di spostamento del termine per il versamento del Preu e Isi (Imposta sugli Intrattenimenti). La cosa più preoccupante di questa situazione è la sordità congenita del governo alle nostre istanze. La democrazia in questo paese dovrebbe essere espressione di giustizia sociale, partecipazione collettiva, di coscienza economica e culturale.”

Secondo il presidente Sapar "se i partiti, il ceto politico e il governo si affaticano nella propria autoconservazione senza dare voce alle istanze degli italiani, vuol dire che manca un progetto e una prospettiva politica.
Il nostro settore è demonizzato da anni in questo Paese, siamo stati utilizzati come bancomat da governi di tutti i colori. Hanno sperperato le nostre tasse, continuano a farlo con il Reddito di Cittadinanza tenendo comodamente le persone sui divani e ora si ostinano a tenere chiuso un comparto anche in regime di zona bianca senza alcun evidente motivo scientifico. Alcuni parlamentari, che ringraziamo, in questi anni hanno dato voce alle nostre istanze ma questo non può bastare”.

Infatti, "se dalle piazza e dai proclami non si passa all’ordine del giorno nei consigli dei ministri questo serve a poco, è indispensabile che i vari partiti e i parlamentari che ci sostengono pongano la questione all’attenzione dei loro ministri di riferimento nei tavoli che contano. Al ministero dell’Economia, dello Sviluppo economico come a quello degli Affari regionali qualcuno si deve prendere la responsabilità di portare all’ordine del giorno la drammatica situazione del nostro settore. Il ministero degli Interni ha più volte sollevato la questione dell’aumento del gioco illegale, la Guardia di Finanza registra ormai da mesi (anni?) un aumento dei sequestri di apparecchi illegali, senza parlare di magistrati antimafia le cui dichiarazioni sono di pubblico dominio". Ma questo "pare non basti ancora al governo e ai ministri per prendersi le proprie responsabilità di fronte a 150mila lavoratori e un indotto di quasi mezzo milione di persone.

L’etica politica non è solo un concetto astratto, ma il perno di una democrazia, non soltanto un indice ma il suo fattore essenziale. Al governo devono farsi carico di mezzo milioni di italiani condannati dalla loro indifferenza alla disoccupazione e migliaia di piccole e medie imprese al fallimento", conclude Distante.

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