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Gioco retail, Criga e Get Network: 'Proroga al 2024 e norme nazionali'

04 giugno 2021 - 15:24

Ecco le proposte inviate da Criga e Get Network ad Adm per riformare gioco retail: norme nazionali, proroga concessioni al 2024, riduzione del Preu e tassa sul margine.

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Gioco retail, Criga e Get Network: 'Proroga al 2024 e norme nazionali'

“Prevedere una proroga (non onerosa) delle concessioni per il settore del gioco offline almeno fino al 31 dicembre 2024 con l’inserimento, nei successivi bandi di gara, di parametri economici e tecnici che rendano sostenibile la partecipazione non solo ai grandi players di mercato (ad esempio, per quanto riguarda il numero di apparecchi da distribuire sul territorio e l’onere dei relativi diritti)” ed “una regolamentazione uniforme su tutto il territorio con precisazione di orari di gestione degli apparecchi numero e distanze da luoghi sensibili (che andrebbero meglio chiariti e semplificati, con divisione in aree in base a densità di popolazione ed anche in funzione delle diverse caratteristiche e peculiarità delle Regioni, ad esempio con diversificazione di orari nelle zone e nei i periodi dell’anno con maggiore afflusso di turisti”.

 

Sono due delle richieste presenti nelle osservazioni sulla riforma del gioco - che GiocoNews ha potuto visionare in anteprima - depositate dopo l'open hearing promosso dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli da Criga e Get Network, in rappresentanza di che oltre 100 aziende del comparto, con oltre 20.000 apparecchi gestiti.
 
Per quanto riguarda il tema delle concessioni in corso, le società auspicano “un intervento immediato da applicare fino al termine delle stesse, volto alla garanzia ed efficacia del principio di non retroattività sancito già dalla Conferenza Stato-Regioni del 2017 che ora invece è disatteso e disapplicato in molte Regioni e Comuni a causa delle disposizioni normative relative al distanziometro, agli orari, ecc. fino al termine delle stesse”.
 
LE PROPOSTE PER AWP E VLT - In tema di Awp, Criga e Get Network fanno presente che concentrando “il gioco nelle sale specializzate, escludendole da bar e locali generalisti” oltre a far fallire migliaia di piccole e medie imprese e a ridurre drasticamente le entrate erariali, si andrebbero a creare dei “ghetti” nelle sale periferiche, “attraendo maggiormente i giocatori problematici”. Per ovviare a tutto ciò, sarebbe preferibile “una revisione dei parametri di contingentamento delle Awp nei locali, stabilendo una superficie minima e massima di spazi ove collocarle (escludendo quelli con superficie minime e questo varrebbe anche per le rivendite 'micro' di tabacchi), individuando anche nuovi criteri di distanziamento dai luoghi sensibili (riducendolo a non oltre 100/200 metri per esempio da scuole ed ospedali) ed innalzando l’età minima per accedere al gioco pubblico a 21 anni”. In parallelo “si potrebbero prevedere, soluzioni tecniche utili a migliorare ulteriormente l'intrattenimento (allungando il tempo della partita, riducendo la giocata massima a 50 cent etc o la vincita massima a 50 euro) e perfezionare i sistemi di controllo da remoto (in previsione dell’avvento delle nuove AwpR) oppure consentire l’attivazione degli apparecchi con apposite tessere nella disponibilità degli esercenti”.
Per contrastare il rischio di patologie derivanti dal gioco, “si propone inoltre, in vista dei nuovi bandi, di ridurre il numero delle Vlt e delle sale per provincia (a non più di 20.000/25.000 diritti da collocare in non oltre tenuto conto che l’incremento del fenomeno della ludopatia si è mostrato negli anni immediatamente successivi alla introduzione nel mercato di questi apparecchi (molto più performanti, con possibilità di introduzione di banconote e di perdita di svariate migliaia di euro in pochi minuti).
Basterebbero 25.000/30.000 Vlt sul territorio (invece delle attuali 58.000) collocabili in max 2.000/2.500 sale dedicate”. 
 
ACCESSO AL CREDITO E RAPPORTI CON LE BANCHE – Nelle loro osservazioni, Criga e Get Network auspicano anche “una risoluzione definitiva della problematica relativa ai rapporti tra operatori del comparto del gioco pubblico e Istituti bancari che molto spesso, per questioni definite 'etiche', procedono in via unilaterale al recesso dai contratti di conto corrente con le aziende del settore oppure rifiutano l’apertura di conti correnti a tali soggetti e la concessione di linee creditizie (comprese quelle previste dai decreti di sostegno alle imprese).
Tutto ciò provoca negli addetti al comparto – soprattutto ai più piccoli – forti difficoltà di tipo economico, legate anche agli adempimenti di legge a cui il settore deve provvedere nonostante la crisi legata all’emergenza da Covid-19”.
 
RIDUZIONE DEL PREU E TASSA SUL MARGINE – Le due società quindi ricordano le misure sempre più penalizzanti per il comparto decise negli ultimi anni: “l’aumento costante e progressivo della tassazione, regolamentazioni regionali sempre più restrittive, con particolare riferimento all’offerta di gioco mediante apparecchi, hanno ridotto la marginalità degli operatori tanto da rendere non più sostenibili i loro equilibri economici.
Il settore è stato poi ancora di più messo a dura prova dall’emergenza sanitaria da Covid-19.
Di conseguenza, si ritiene necessario prevedere un blocco ad eventuali ulteriori aumenti della tassazione (se non una temporanea riduzione del Preu alle percentuali ante 2019) che possa consentire alle imprese, soprattutto alle Pmi rappresentate da Criga e Get Network, di tornare a poter operare in maniera sostenibile.
Allo stesso tempo sarebbe necessario introdurre, anche per questa tipologia di gioco, in previsione dei futuri bandi, la tassazione sul margine – prevedendo aliquote sostenibili per gli operatori (massimo al 40/50 percento del residuo della raccolta) così come avvenuto per le scommesse sportive con la legge di Bilancio 2016 (legge n. 208/2015).
 

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