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Sala giochi abusiva chiede ripristino dell'attività di somministrazione, ma il Tar dice no

23 aprile 2012 - 09:32

Dopo l'apposizione dei sigilli da parte della Polizia di Roma al locale che offriva prodotti di gioco in modo irregolare, l'esercente ha presentato il ricorso al Tar chiedendo il ripristino dell'attività di somministrazione in quanto non collegato a quella di intrattenimento, essendo nella titolarità di distinti proprietari, ma che risultano essere stati uniti con l’apertura di una porta di comunicazione. Condizione che è bastata alle Forze dell'Ordine per estendere i sigilli a entrambe le attività e che è ritenuta ora legittima anche dal tribunale amministrativo laziale.

Scritto da Vincenzo Giacometti


“Considerato che – scrivono i giudici della seconda sezione nella sentenza di questi giorni - con il ricorso in trattazione, la società ricorrente, titolare dell’azienda di somministrazione di alimenti e bevande, ha impugnato il provvedimento della Polizia di Roma Capitale dello scorso gennaio 2012, avente ad oggetto la “riapposizione dei sigilli all'attività di sala giochi esercitata negli indicati locali, in esecuzione della determinazione dirigenziale n. 176 del 4.2.2009, con contestuale nomina del custode giudiziario nella persona della gestrice dell’attività”.
“Considerato che ne ha dedotto l’illegittimità per eccesso di potere per abnormità del provvedimento, in quanto non potrebbe più effettuare nei locali interessati, a ciò espressamente attrezzati, l’attività di preparazione degli alimenti di gastronomia, dovendosi ritenere sufficiente la mera apposizione dei sigilli alle sole macchine da gioco giudicate illegali ivi rinvenute, peraltro non di sua proprietà e comunque accatastate a titolo di mera cortesia e spente, inutilizzate ed inutilizzabili, per omessa notificazione del provvedimento all’interessato e per violazione di legge per difetto assoluto di motivazione”.
Secondo il Tar Lazio il ricorso è “infondato nel merito” poiché entrambi i locali, dei quali l’uno destinato alla somministrazione e l’altro all’attività di intrattenimento, pur essendo nella titolarità di distinti proprietari, e che risultano essere stati uniti dalla ricorrente con l’apertura di una porta di comunicazione, si trovano nella sua piena disponibilità;
In particolare, “dagli accertamenti svolti da parte dell’amministrazione comunale in sede di numerosi sopralluoghi è risultato che le macchine da gioco di cui trattasi erano correttamente posizionate all’interno del locale e perfettamente funzionanti ed in concreto utilizzate dagli avventori”.
“L’amministrazione ha nuovamente provveduto all’apposizione dei sigilli nei medesimi locali nei confronti della legale rappresentante della società ricorrente in data 8.9.2011, in quanto, a seguito di un accertamento sui luoghi, è risultata comprovata la persistenza della predetta attività abusiva di sala giochi ed una seconda volta, avendo riscontrato nella medesima data la ulteriore violazione dei sigilli apposti in precedenza”.

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