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Oltre 40 milioni di utenti a rischio violazione dati per gioco offshore

30 agosto 2019 - 08:14

L'allarme parte dalla Tailandia, dove 3,3 milioni di cittadini vengono avvisati che i loro dati personali potrebbero essere stati violati: ma il fenomeno è molto più ampio e globale.

Scritto da Vincenzo Giacometti
Oltre 40 milioni di utenti a rischio violazione dati per gioco offshore

Il Centro di coordinamento statale per la sicurezza informatica della Thailandia (ThaiCert), ha lanciato un allarme rivolto a circa 3,3 milioni di utenti spiegando che le loro informazioni personali sono state scoperte in "sistemi di database stranieri che si sovrappongono a siti di giochi d'azzardo". ThaiCert spiega di aver esaminato un database "trapelato" da tali società che conteneva dati personali appartenenti a circa 41 milioni di persone, di cui 3,3 milioni relativi a cittadini tailandesi

Viene dunque da chiedersi dove risiedono gli altri 37,7 milioni di cittadini non tailandesi: una cifra enorme che probabilmente interesserà i residenti di qualunque paese. I dati in questione che potrebbero essere finiti in mani sbagliate includono nomi, date di nascita, numeri di identificazione governativi, numeri di telefono e informazioni bancarie.

I CONSIGLI PER GLI UTENTI - Mentre la società informatica statale afferma che si sta coordinando con l'agenzia governativa per lo sviluppo delle transazioni elettroniche per fornire adeguate risposte, sollecita anche i cittadini tailandesi a diffidare da qualsiasi persona che possa contattarli telefonicamente, via email o attraverso i social media, tenendo conto di questa potenziale fuga di informazioni.
Anche la banca centrale del paese è intervenuta suggerendo ai thailandesi che hanno utilizzato siti di gioco online di cambiare le loro password di banking online o delle proprie carte di credito. Ma se vogliono davvero essere al sicuro, i cittadini dovrebbero cancellare le loro carte di debito o credito esistenti e richiederne la sostituzione.
 
LA SITUAZIONE IN TAILANDIA - La popolazione della Thailandia è attualmente composta da poco meno di 70 milioni, il che significherebbe che circa il 4,6 percento dei residenti nel paese - e una fetta ancora più grande della sua popolazione adulta - ha aperto conti di gioco online. ThaiCert non ha specificato se i 3,3 milioni di istanze di informazioni personali includevano voci duplicate, vale a dire se alcuni thailandesi avevano aperto account online con più operatori di gioco.
Il governo tailandese non tollera il gioco d'azzardo all'interno dei suoi confini, ad eccezione della lotteria statale, che è considerata così poco “attraente” per i giocatori, al punto che le cosiddette "lotterie sotterranee" sono molto più popolari tra i residenti locali. C'è anche una rete di casinò terrestri verso il confine con la Cambogia dove i giocatori locali possono sfogare la loro voglia di azzardo, ma la domanda attuale, evidentemente, non basta a soddisfare la voglia di giocare dei cittadini che per questa ragione corrono qualche rischio, giocando sui siti offshore. Le autorità tailandesi, tuttavia, cercano di reprimere il più possibile tali atteggiamenti con varie iniziative occasionali, eseguendo operazioni contro i siti online non autorizzati, e punendo anche chi utilizza i cosiddetti "net pretties", ovvero le bellezze dei social media che promuovono siti di gioco internazionali scrivendo nomi di Url sul loro seno. Ma evidentemente tutto questo non basta ad arginare il fenomeno.
 
I POSSIBILI SVILUPPI – Mentre a livello locale ci si starà probabilmente chiedendo se ha ancora senso, al giorno d'oggi, mantenere un divieto di gioco online all'interno dei propri confini tenendo conto della crescente e inevitabile domanda di gioco da parte dei cittadini (alla quale la maggior parte degli stati sceglie di rispondere attraverso una rete di gioco legale e sotto la protezione dello Stato stesso), nel resto del mondo (Italia compresa) c'è da chiedersi se si possono correre rischi analoghi, almeno per quei soggetti che hanno commesso “atti impure” online, andando cioè a giocare su siti “punto.com”, molto diffusi e utilizzati anche nella Penisola, come in tutto il mondo.

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