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D'Aloia (Microgame): "La politica fa poco per il settore" e Giorgetti lancia tavolo di confronto

27 giugno 2012 - 16:21

Roma - Fabrizio D’Aloia, numero uno di Microgame al convegno romano sottolinea: “Sono perplesso per delle cose che ho sentito finora dopo 10 anni di regolamentazione. In effetti è passato molto tempo ma si è fatto altrettanto poco. La politica non ha saputo dare le risposte ad un mercato che cresce, ma che già soffre. Ormai la moneta elettronica dovrebbe essere un concetto assodato. Dobbiamo favorirne la diffusione per abbassare l’appetibilità del settore per le organizzazioni criminali.

Scritto da Cesare Antonini

Perché continuano ad essere libere alcune attività illecite? Avete mai visto una banca illegale aperta in strada? Manca la volontà di agire a livello politico. Aumentare la rete fisica aumenta solo i rischi di criminalità. Solo in Italia parliamo ancora se il gioco sia o meno un settore finanziario. Lo considerano così dappertutto, solo noi non lo facciamo. Abbiamo fatto bene a bocciare il portale unico dei concessionari. Avete mai visto un portale delle banche? Il settore rischia di sfuggirci di mano e molti operatori vorrebbero vestire la casacca dell’operatore straniero e tornare in Italia a saccheggiare. Auspichiamo l’arrivo della moneta elettronica e l’applicazione delle regole che ci sono già”.

giorgettipokerA D’Aloia risponde l’ex sottosegretario all’economia, Alberto Giorgetti che lancia il tavolo di confronto tra gli operatori: “Il problema è l'equilibrio tra le parti. Garanzie, presidi e responsabilità sono i punti. Un discorso da portare avanti è il tavolo di confronto tra tutte le parti, tra chi controlla e chi deve controllare. Ci vuole maggiore impegno e serietà come in altri settori. Mi convince molto il discorso della moneta elettronica e ritengo che un passaggio del genere potrebbe dare stabilita al mercato e certezza alla lotta al riciclaggio e all’innovazione. Dobbiamo capire se vogliamo regolamentare questo mercato per favorirlo e farlo accrescendo responsabilità, tutela dei minori e dei concessionari. Altrimenti si tratta semplicemente di un appello per la ricerca virtuale di legalità ma che penalizzerà un mercato molto importante per questo Paese”, afferma.

Laura Garavini del Pd aggiunge: “Non vogliamo criminalizzare il settore. Anzi. Il gioco è qualcosa di ludico e popolare, ma ci vuole attenzione dove ciò si trasforma in dipendenza”.

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