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La grande corsa del gioco online e una lezione di politica economica

30 novembre 2019 - 08:58

Dalla fiera del gaming di Malta risuona evidente la forza di un mercato che non si ferma, nel bene e nel male: una lezione per l'industria e per i legislatori.

Scritto da Ac
La grande corsa del gioco online e una lezione di politica economica

Nulla può fermare il mercato del gioco. È il messaggio che suona forte e chiaro dalla fiera Sigma appena andata in scena nell’isola di Malta. Vale a livello locale, con lo scandalo che sta travolgendo l’attuale governo maltese, che nonostante il trambusto di questi giorni non ha minimamente scalfito l’evento - e neppure sembra compromettere il ruolo centrale che riveste l’isola nel panorama globale del gaming online - ma vale anche a livello globale: di fronte ai vari problemi che sta incontrando l’industria nei vari paesi in cui si parla di restrizioni e limitazioni dove, nonostante tutto, nessuno sembra scoraggiarsi più di tanto. Anche se la strada è una salita, l’industria continua a correre. E lo stesso vale pure per l’Italia: la più colpita a livello di restrizioni (e, peggio ancora, di divieti), e comunque ancora viva e assai dinamica per quanto riguarda il gioco. Come è emerso chiaramente dal dibattito promosso da Gioco News all’interno della fiera, dedicato al divieto di pubblica introdotto dal nostro (precedente) governo, che ha sconvolto l’industria (e gli addetti ai lavori) ma senza piegarla.

Un punto, questo, evidenziato in maniera chiara dai relatori, con il numero uno di Microgame, Marco Castaldo, che ha esaltato il trend di crescita stabile del segmento online “nonostante tutto”: confermato anche da Andrea Rossi di Betsson parlando di una prima fase positiva nel periodo “post-Dignità”, anche al di sopra delle aspettative. A conferma del dinamismo di questo mercato. Adesso entra in gioco l’inventiva e a prevalere dovrà essere la fantasia e la capacità delle aziende che operano in Italia di reinventare le proprie strategie e le modalità di marketing, una una compliance sempre più complessa e ancora difficile da focalizzare, ma comunque possibile.
 
I RISCHI IN ITALIA - Questo non significa però che tutto sia sistemato e che non ci siano problemi: anzi. Le criticità esistono eccome, per l’industria e per i consumatori. Visto che l’inarrestabilità del gioco, come fenomeno sociale e tecnologico, è un qualcosa che deve essere preso in considerazione a livello politico e istifuzionale, non solo da punto di vista economico e fiscale, come avviene oggi, con i governi che sanno bene ormai che qualunque cosa facciano, il gioco funziona lo stesso, garantendo quindi entrate: una volta oltrepassata la soglia della sostenibilità, infatti, il gioco continuerà la sua inarrestabile corsa, ma l’offerta legale sarà rimpiazzata da qualcos’altro che risulterà più conveniente per i giocatori e magari anche per quegli operatori che saranno espulsi dal sistema statale perché schiacciati dalla pressione fiscale. Tanto più se la nuova tassazione va a sommarsi e scontrarsi con le restrizioni imposte dallo Stato (come quella del divieto di pubblicità) o dalle sue diramazioni territoriali, come quelle previste per il gioco fisico in alcuni territori e in maniera non sempre ragionata. Non solo. Nell’online potrebbe già aprirsi una fase di mercato “grigio” in seguito proprio al divieto di pubblicità: e a alla fiera di Malta il caso italiano è stato un argomento di ampio dibattito non soltanto a livello regolamentare (con il nostro paese divenuto la pietra dello scandalo venendo citato ormai in qualunque discorso di questo tipo) ma anche di quegli operatori transfrontalieri che già operano sui mercati non regolati (i cosiddetti “punto com”) che potrebbero riaffacciarsi nella Penisola, tenendo conto del nostro impianto di sanzioni e controlli demandato ad Agcom che difficilmente potrebbe andare a scalfire società non bene identificate che si trovano in qualche isola sperduta negli oceani. Andando così a vanificare quegli straordinari risultati ottenuti in questi anni dal nostro paese in termini di emersione di quell’enorme economia sommersa che era rappresentata dal gioco. Una serie di spunti e considerazioni che ci si augura possano giungere alle nostre istituzioni e alla politica, oggi soltanto preoccupata di sbarcare il lunario in maniera provvisoria e attraverso soluzioni estemporanee ma che purtroppo non saranno affatto a costo zero.

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