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Gioco e criminalità, Cancellieri: "Istituzione di appositi Nuclei della Polizia"

04 aprile 2012 - 09:28

Il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri ha risposto all'interrogazione del senatore Pdl, Raffaele Lauro su infiltrazioni criminali nel settore del gioco pubblico. Le questioni poste - sottolinea il ministro - investono profili di particolare delicatezza in quanto riguardano un fenomeno preoccupante ed in fase di espansione. Al riguardo si premettono alcune considerazioni di carattere generale. La crescita esponenziale del fatturato economico riconducibile al settore dei giochi e delle scommesse, registrata negli ultimi anni, ha contribuito ad amplificare gli interessi della criminalità organizzata per la gestione “in forma imprenditoriale” del circuito legale dei giochi e delle scommesse, attesi i consistenti introiti che ne derivano. Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:Tabella normale; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-siz

Scritto da Sm

L’aumento del fatturato è la conseguenza del crescente ricorso delle categorie sociali più deboli e dei giovani all’attività ludica che rappresenta, in questo delicato momento storico, un costo sociale elevatissimo, dagli effetti devastanti per l’indebitamento delle famiglie e il ricorso all’usura. La crisi economica sta determinando sempre più la ricerca “compulsiva” di facili guadagni attraverso il gioco, spingendo nell’area della povertà e della marginalità sociale fasce di popolazione che si indeboliscono progressivamente, passando dall’area del benessere a quella del disagio. Proprio per questo motivo particolare importanza assume la relazione elaborata dal VI Comitato della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e approvata il 20 luglio 2011, unitamente alle proposte normative di cui lo stesso Comitato si è fatto promotore. Un aspetto significativo della relazione riguarda il crescente coinvolgimento nel settore dei giochi dei giovani, in particolare dei minori, e la loro frequentazione delle sale gioco, cui si richiama anche l’interrogazione. L’esigenza di tenere alta l’attenzione al settore dei giochi ha indotto il Governo a inserire nel decreto-legge, approvato dal Consiglio dei ministri il 24 febbraio 2012, alcune disposizioni che si muovono nella direzione indicata dalla stessa Commissione. Si fa riferimento, in particolare, alle norme che estendono alle società concessionarie l’obbligo di acquisire la documentazione antimafia anche con riferimento al coniuge, ai parenti e agli affini entro il terzo grado dei rappresentanti legali, dei componenti del consiglio di amministrazione e dei soci qualificati, ampliando altresì l’ambito soggettivo e il novero delle fattispecie penali che precludono il rilascio, il rinnovo o il mantenimento delle concessioni in materia di giochi.

Queste specifiche disposizioni sono in parte mutuate dall’Atto Senato 3104 (recante “Norme antimafia, anti-illecito, anti-evasione e per la tutela della trasparenza, anche societaria, nel gioco d’azzardo”) per il cui esame l’Assemblea del Senato ha, il 7 febbraio 2012, deliberato la procedura d’urgenza. Sul problema della proliferazione delle sale da gioco e dei tentativi di infiltrazione criminale è alta l’attenzione del Dipartimento della pubblica sicurezza, attraverso le sue articolazioni operative, e di tutte le Forze di polizia. Il 31 gennaio 2012, innanzi alla 1a Commissione (Affari costituzionali) del Senato, in sede di audizione sulle linee programmatiche del Dicastero, il Ministro ha ribadito l’importanza dell’attività del Comitato per la prevenzione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori, operante presso l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, cui partecipano anche i rappresentanti di tutte le Forze di Polizia, con lo scopo di pianificare e coordinare interventi sempre più strutturati e sistematici sul territorio. In relazione alle esigenze di volta in volta emergenti, vengono diramate ai Prefetti specifiche direttive sui tempi e sulle modalità di attuazione e di intensificazione dei controlli sulle sale giochi. Ed è in questa direzione che va tenuto conto delle specificità delle situazioni locali e della consistenza del fenomeno nelle varie realtà territoriali.

Per rafforzare l’azione di prevenzione e contrasto delle infiltrazioni della criminalità nel settore dei giochi e delle scommesse, la Polizia di Stato ha da tempo potenziato le Sezioni criminalità organizzata delle 26 squadre mobili distrettuali, quali organismi investigativi in grado di condurre una sistematica attività di indagine sulle “aggressioni” alla legalità del sistema, con l’istituzione di appositi Nuclei della Polizia dei giochi e delle scommesse interprovinciali, formati da operatori della Polizia di Stato dotati di specifica professionalità.

La struttura si avvale, inoltre, della “rete” di specialisti che operano nell’ambito di ciascuna squadra mobile non distrettuale. A livello centrale il Servizio centrale operativo della Direzione anticrimine, attraverso il Nucleo centrale della Polizia dei giochi e delle scommesse, assicura impulso e sostegno allo svolgimento e al coordinamento delle relative attività investigative.

Dalle diverse operazioni di polizia e dagli atti giudiziari emerge che l’infiltrazione nel settore dei giochi viene attuata, in particolare, con il cosiddetto sistema parallelo, consistente nell’uso di apparecchi che, pur essendo installati, non vengono connessi alle reti dei concessionari ufficiali autorizzati (ad esempio SISAL, SNAI, eccetera) consentendo, così, alle organizzazioni criminali che li gestiscono la disponibilità di ingenti flussi di denaro.

Nel corso di altre operazioni è invece emerso come i gestori degli esercizi presi di mira dalla criminalità fossero costretti a rifornirsi dei videogiochi, leciti o non, esclusivamente dalle società gestite o controllate da gruppi criminali.

Si ricorda che una particolare attenzione viene dedicata anche ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore delle manifestazioni sportive e ippiche.

Presso il Dipartimento della pubblica sicurezza opera l’Unità informativa scommesse sportive (UISS) con compiti di: a) monitoraggio e analisi delle notizie pervenute dagli organismi preposti all’organizzazione, alla gestione e alle attività di controllo delle manifestazioni sportive; b) proposta di idonee strategie di prevenzione e contrasto e di iniziative finalizzate all’incremento della cooperazione internazionale di polizia nel settore.

Presso lo stesso Dipartimento opera anche il Gruppo investigativo scommesse sportive (GISS) che ha compiti di impulso e raccordo delle attività di contrasto dei tentativi di infiltrazione, anche della criminalità organizzata, nel mondo sportivo.

Per quanto riguarda gli specifici quesiti relativi agli accertamenti e ai controlli sulla proliferazione delle sale da gioco nella penisola sorrentina, si informa che in quel territorio sono state autorizzate sale da gioco come di seguito riportato: Massa Lubrense: 4 sale da gioco e 30 locali con apparecchi di divertimento e intrattenimento; Meta: 3 sale da gioco; Piano di Sorrento: 2 sale da gioco autorizzate ai sensi dell’art. 86 del regio decreto 18 giugno 1931 n. 773 (testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) e 34 esercizi commerciali autorizzati all’installazione di video-slot ai sensi dell’art. 110, commi 6 e 7, dello stesso decreto; Sant'Agnello: 4 sale da gioco; Sorrento: 7 sale da gioco; Vico Equense: 6 sale da gioco annesse all’esercizio di bar e/o agenzie di accettazione scommesse/Internet point; Anacapri e Capri: non sono presenti sale da gioco, ma sul territorio insistono rispettivamente 9 e 15 pubblici esercizi dove risultano installati apparecchi di divertimento ed intrattenimento.

Presso tali Comuni non risultano pendenti istanze per il rilascio di ulteriori autorizzazioni per l’esercizio di sale da gioco, tranne una richiesta inoltrata al Comune di Sorrento per il subentro in un'attività già avviata.

Gli enti citati non sono dotati di un regolamento specifico ad eccezione del Comune di Piano di Sorrento che ha in itinere la predisposizione di una regolamentazione complessiva per pubblici esercizi e sale da gioco e ha disciplinato l’utilizzo di apparecchi di intrattenimento con un’ordinanza sindacale del 2008.

Anche il Comune di Vico Equense in tale settore ha adottato, nel 2005, il regolamento di Polizia urbana.

La maggioranza delle sale da gioco è dislocata in zone lontane da luoghi ritenuti sensibili, mentre gli esercizi commerciali nei quali sono installati video-slot sono disseminati sul territorio. Solo a Massa Lubrense e Sant’Agnello risultano tre sale gioco ubicate in prossimità di luoghi di culto ed una nelle vicinanze di una scuola elementare in località Sant'Agata sui due golfi.

Nei confronti di quest’ultima struttura, la Guardia di finanza ha accertato, il 16 febbraio 2012, violazioni in materia di intermediazione ed esercizio abusivo di giochi e scommesse, sequestrando 4 postazioni telematiche.

Sempre a Massa Lubrense la Polizia locale ha attuato mirati sopralluoghi, finalizzati in particolare alla tutela dei minori, che hanno consentito il deferimento all’autorità giudiziaria dei titolari di due sale da gioco, il sequestro delle apparecchiature e la chiusura degli esercizi.

La Questura ha fatto presente che nell’area sorrentina risultano rilasciate 9 licenze ai sensi dell’art. 88 del testo unico per sale gioco in cui si esercitano scommesse, ubicate nei centri cittadini e in luoghi prevalentemente distanti da chiese ed istituti scolastici. Cinque licenze risultano intestate ai legali rappresentanti di società alcuni dei quali sono titolari anche di ulteriori autorizzazioni sul territorio provinciale.

Da parte delle Forze di polizia vengono attuati assidui servizi di vigilanza nei confronti dei citati esercizi finalizzati al controllo degli avventori, con particolare riguardo alla presenza nelle sale di minori, pregiudicati o comunque di persone pericolose e alla corretta osservanza degli orari di apertura e chiusura al pubblico degli esercizi stabiliti con ordinanza comunale.

Nel secondo semestre del 2011, la Questura ha adottato nell’ambito provinciale 22 provvedimenti di sospensione di esercizi e sale giochi ai sensi dell’art. 110, comma 11, del testo unico e 30 provvedimenti di diniego ad istanze tese al rilascio di licenze per raccolta scommesse.

Come già evidenziato, nell’ottica della prevenzione e repressione del gioco illegale e al fine di garantire la sicurezza del gioco e la tutela dei minori, con decreto-legge n. 78 del 2009 è stato istituito presso l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (AAMS) un comitato presieduto dal Direttore generale AAMS con la partecipazione dei rappresentanti dei vertici delle Forze dell’ordine.

Tale organismo ha stabilito di svolgere, a livello nazionale, servizi coordinati di controllo finalizzati a verificare il rispetto della tutela dei minori e il possesso dei prescritti titoli autorizzativi relativi agli apparecchi da intrattenimento con vincita di denaro installati presso i locali pubblici.

In linea con le indicazioni fornite in merito dal Dipartimento di pubblica sicurezza, con la circolare del 20 aprile 2011 sono stati, quindi, pianificati in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, svoltosi a Napoli il 2 maggio 2011, servizi straordinari nei confronti degli esercizi pubblici di quella provincia che hanno visto impegnate le Forze dell’ordine con il supporto dell'AAMS il 5 e il 6 maggio e nuovamente il 17 e 18 novembre 2011.

All’esito delle ispezioni effettuate tra il capoluogo e la provincia sono state riscontrate: 109 violazioni penali con 179 sequestri di apparecchi da gioco e 114 persone deferite all’autorità giudiziaria; 234 violazioni amministrative e 160 sequestri di apparecchiature; 32 violazioni della normativa a tutela dei minori, di cui 27 per omessa esposizione sull’apparecchio con vincita in danaro del divieto di utilizzo da parte dei minori e 5 per l’utilizzo in concreto da parte dei minori degli stessi apparecchi.

L’attività di controllo, coordinata dalla Prefettura di Napoli, è stata attuata in fasce orarie diversificate con i gruppi della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza in sinergia con gli operatori dell'AAMS. Sono state svolte anche verifiche amministrative finalizzate a contrastare l’uso improprio e senza autorizzazione degli apparecchi elettronici da intrattenimento per gioco installati presso gli esercizi pubblici, denominati new slot con particolare attenzione a quelli con vincita in danaro vietati ai minori degli anni 18.

L’obiettivo dell’attività svolta è teso non solo ad accertare violazioni penali e amministrative ma anche a prevenire i rischi connessi ai possibili interessi della criminalità organizzata in questo lucroso settore e ad arginare la diffusione tra i minori dell’utilizzo incontrollato degli apparecchi in ambienti poco idonei.

Nel 2010 l’Arma dei Carabinieri ha sottoposto a fermo di polizia giudiziaria il gestore di una sala giochi a Sorrento, indagato per i reati di associazione a delinquere finalizzata all’usura, estorsione e al riciclaggio di denaro.

Nell’aprile 2009, infine, nell’ambito dell’operazione “Hermes” è stato arrestato dalla Guardia di finanza di Napoli un imprenditore locale (al quale sono stati sequestrati beni per un valore di 7.600.000 euro) che distribuiva nella regione e anche a livello nazionale per conto di tutti i clan della criminalità organizzata, di cui era diventato il referente nel settore videopoker, slot machine e macchine a premi sia di tipo legale che illegale, cioè scollegate dal circuito nazionale di controllo o con schede elettroniche alterate che consentono un maggiore guadagno. Su questo filone prosegue da parte della DIA di Napoli un’attività d’indagine su alcuni clan camorristici che nel frattempo hanno costituito diverse società gestite da prestanomi incensurati per continuare a lucrare su queste attività imponendo agli esercizi commerciali della propria area di influenza l’installazione delle apparecchiature".

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