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Senato: dl vigili del fuoco, emendamenti chiedono aumento aliquota dei giochi e non delle accise

17 luglio 2012 - 07:37

L’aula del Senato esamina una serie di emendamenti, che chiamano in causa il settore del gioco, al “Decreto-legge 20 giugno 2012, n. 79, recante misure urgenti per garantire la sicurezza dei cittadini, per assicurare la funzionalità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e di altre strutture dell'Amministrazione dell'interno, nonché in materia di fondo nazionale per il servizio civile”.

Scritto da Sm

Emanuela Baio (Per il Terzo Polo:ApI-FLI) illustra l'emendamento aggiuntivo 5.0.100 che ripropone il contenuto della modifica proposta durante l'esame del decreto-legge sulla Protezione civile. Per evitare la decadenza di quel decreto, aveva accettato di trasformare l'emendamento in un ordine del giorno che impegnava il Governo a modificare il meccanismo di reintegrazione del Fondo per la protezione civile, sostituendo l'aumento dell'accisa sul carburante con l'accresciuto prelievo sul gioco d'azzardo. Non aumentare l'accisa sulla benzina e sul gasolio, ma aumentare l'imposizione fiscale sui giochi d'azzardo, demandando al Governo la possibilità di scegliere".

Si tratta della riproposizione dell'emendamento 1.14 (testo 3) inizialmente riferito al decreto legge 15 maggio 2012, n. 59, recante disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile (Atto Senato n. 3365) che, pur proponibile e passato al vaglio della Commissione bilancio, non venne approvato dall'Assemblea per non incorrere nella decadenza del decreto-legge. Esso, infatti, riguarda la reintegrazione del Fondo di riserva della Protezione civile e fa seguito all'impegno contenuto nell'ordine del giorno G1.14 accolto dal Governo nella seduta dell'11 luglio scorso, con cui l'esecutivo si è impegnato ad affrontare la questione della reintegrazione del Fondo di riserva della Protezione civile mediante l'innalzamento dell'imposizione fiscale sul gioco d'azzardo in luogo dell'aumento dell'accisa sui carburanti in uno dei decreti già all'esame del Senato, come quello relativo ai Vigili del Fuoco o alla spending review.

L'aumento dell'accisa sui carburanti, infatti, colpisce le famiglie in difficoltà e i cittadini che si spostano per lavoro con la propria auto ed è per tale ragione che occorre reperire risorse da un settore, quello dei giochi, che si caratterizza per l'applicazione di aliquote implicite che oscillano tra un minimo di 0,1 per cento a un massimo di 53 per cento, frutto di accordi e contrattazioni private tra Stato e concessionari, avvenute in maniera dilatata e frammentaria nel tempo. Il 56 per cento della raccolta dei giochi proviene dagli apparecchi (slot machine) per i quali l'aliquota implicita media è inferiore alla media, pari all'8,7 per cento su un valore complessivo del 10.8 per cento.

L'emendamento fa riferimento, in generale, alla necessita di aumentare il prelievo erariale, demandando al Ministero dell'economia la delimitazione degli importi. Ma mi permetto di formulare un suggerimento.

A dimostrazione delle maggiori entrate che potrebbero derivare dall'aumento dell'imposizione fiscale sul gioco d'azzardo basta considerare, ad esempio, che innalzando le attuali aliquote almeno al 20 per cento, entrerebbero nelle casse dello Stato 8 miliardi in più. Sui dati diffusi dai Monopoli di Stato, infatti, il prelievo erariale nel 2011 è stato di 8,6 miliardi, circa il 10 per cento del totale giocato nel 2011. A partire dal 1 gennaio 2012, è stato modificato il regime di tassazione sulle rendite finanziarie, redditi da capitale e redditi diversi introducendo un'aliquota di imposta unica pari al 20 per cento. L'investimento in azioni per i privati presuppone l'assunzione di un rischio legato all'imprevedibilità dell'esito futuro della propria operazione.

Ebbene, ritengo che anche ai giochi debba applicarsi un'aliquota minima del 20 per cento perché una differenza fiscale così ampia e vantaggiosa per il mercato del gioco è ingiustificata. In un momento di difficile congiuntura economica e di spending review, le risorse sono quanto mai necessarie e vanno prima di tutto recuperate attraverso interventi di riordino come quello proposto.

Aniello Di Nardo (IdV) afferma “Come avvenuto per la Protezione civile, anche per il Corpo dei vigili del fuoco il Governo propone una mezza riforma, che non affronta in modo adeguato le gravi carenze di organico denunciate dagli operatori. I Vigili del fuoco restano senza risorse aggiuntive e senza alcun potere decisionale sull'emergenza. La 1a Commissione ha approvato emendamenti migliorativi in particolare sui vigili volontari, componente essenziale per rispondere alla crescente domanda di sicurezza: si augura quindi che esso sia stabilizzato e il suo trattamento sia armonizzato con quello del personale permanente. In relazione all'impegno assunto dal Governo la scorsa settimana, ha presentato un emendamento che prevede un meccanismo più equo di finanziamento del Fondo della Protezione civile, basato sull'aumento del prelievo sul gioco d'azzardo anziché delle accise sulla benzina”.

Che aggiunge: “Il fondo di riserva dovrà invece essere annualmente alimentato e reintegrato con le maggiori entrate conseguenti all'aumento delle aliquote del prelievo sul gioco d'azzardo, non sulle accise”.

Pardi (Idv) sottolinea: “È fondamentale - e noi lo abbiamo anche ribadito con il nostro emendamento e con la sottoscrizione dell'emendamento della senatrice Baio presentato nella discussione su un precedente provvedimento - l'impegno a sostituire l'aumento delle accise sui carburanti con l'aumento del prelievo erariale sui giochi. È una misura che si spiega da sé: invece di sottrarre risorse al cittadino costretto a pagare quella che era stata chiamata la tassa sulla disgrazia, si vuole provare a incidere su settori in cui le risorse finanziarie sono destinate in un certo senso allo spreco tramite la loro dispersione nel mondo dei giochi”.

Il senatore Sergio Divina (Lnp) afferma: “Signora Presidente, colleghi, il Governo ha presentato - in un modo che riteniamo non opportuno, non articolato, né omogeneo rispetto al provvedimento di cui si parla - il famoso emendamento 2.0.100, poi fatto proprio dalla Commissione, che contiene di disposizioni in materia di enti e circoli privati.

Come ho già evidenziato in discussione generale, il rischio che corriamo è che si aprano le porte a dei circoli privati (e tra questi nel nostro Paese dobbiamo inserire tutte le associazioni che gestiscono strutture sportive, con annessi spacci di bevande o di alimentari). Sappiamo come funzionano i circoli alpini - forse sono i più diffusi sul territorio - che gestiscono dei circoli ricreativi, come pure i circoli anziani, presenti in ogni città. Esistono, è vero, anche i centri sociali, che destano un po' di preoccupazione.

Non vorremmo che, per tutelarci da pochissime strutture nelle quali probabilmente non c'è sempre rispetto della legalità, si aprano le porte a possibili incursioni ed applicazioni di normative distorsive che cambierebbero radicalmente il modo di vivere di gruppi e di associazioni, sempre senza fini di lucro. La norma, infatti, in primo luogo assoggetta tutti gli enti collettivi ed i circoli privati alla normativa che obbliga alla comunicazione al questore ed estende a questi poteri di controllo degli ufficiali e degli agenti di pubblica sicurezza previsti per le attività, di cui al primo comma dell'articolo 86 del Testo unico, ossia tutte le prerogative e i compiti degli agenti di pubblica sicurezza in merito a trattorie, pensioni, locande, alberghi, osterie, caffè, bar, esercizi e così via. È corretto verificare se in questi luoghi si effettuino giochi leciti o illeciti, più o meno d'azzardo, questo lo comprendiamo: però vorremmo che la norma servisse solamente a tutelare. A nostro avviso chi apre un circolo privato deve farne comunicazione al questore. Praticamente vorremmo eliminare dall'emendamento 2.0.100 della Commissione tutta la parte che estende il potere di controllo anche agli ufficiali e dagli agenti di pubblica sicurezza”.

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