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Ludopatia nei Lea, Zerbetto (Orthos): “Serve chiarezza su prestazioni e costi”

24 settembre 2012 - 10:09

Gli operatori sociali plaudono all’inserimento della ludopatia nei Lea, come previsto del decreto Sanità in fase di conversione in legge, ma non mancano le preoccupazioni su quelli che potrebbero essere gli ostacoli affinché ciò diventi realtà. “Un primo ostacolo – sottolinea a Gioconews.it Riccardo Zerbetto, responsabile scientifico di Orthos - è la dilazione nella inclusione della ludopatia tra i Lea (ai sensi dell’articolo 1 del decreto legislativo 30 dicembre 1992) che, benché prevista dal Decreto Balduzzi, richiede comunque un tempo (spesso non breve) di attuazione ed è collegata alla reale disponibilità di fondi per sostenere il programmi di prevenzione, cura e riabilitazione previsti. È importante, quindi, che tali programmi siano ‘realistici’ per essere applicati. Decreto sanità & giochi, settimana di audizioni in commissione alla Camera

Scritto da Anna Maria Rengo

"Una programmazione ambiziosa risulterebbe di fatto inapplicabile nei fatti”. Secondo Zerbetto inoltre è “fondamentale è la ottimizzazione dei servizi già esistenti che debbono aprirsi anche alle nuove forme di dipendenza anziché prevedere un sistema assistenziale parallelo a quello già strutturato nel campo delle tossicodipendenze e della salute mentale. Vanno quindi stabilite delle linee-guida di carattere generale immediatamente approvabili indicando i tempi per successive fasi di realizzazione ottenendo quindi una temporalizzazione degli investimenti attuativi delle misure di intervento (minimo in un triennio) con una forte sollecitazione alle Regioni per l’adozione dei Piani socio-sanitari come previsto dall’Art 1(b-quinquies) disciplinare le condizioni, i requisiti e le modalità con cui le Regioni possono provvedere alla dotazione strutturale, strumentale e di servizi delle forme aggregative e organizzative di cui alla lettera b-bis) sulla base di accordi regionali e/o aziendali)”. Quanto al finanziamento della misura, “i fondi necessari andrebbero reperiti dal flusso di entrate derivanti dal mercato dei giochi (l’1% se non il 5% come in Svizzera o in altri paesi) con destinazione vincolata al posto dei fondi investiti dai grandi gestori (Lottomatica, Sisal etc.) per attività di promozione culturale, sportiva etc. Vanno quindi potenziati con finanziamenti mirati corsi di formazione e aggiornamento degli operatori esistenti (integrazione con operatori qualificati anche con contratti a termine, riconversione di strutture residenziali affinché si aprano a forme nuove di dipendenza con programmi ridefiniti e strutturati in modo tale da affrontare in modo adeguato forme di patologia diversa come sono il Gap e le dipendenze comportamentali, e bisogna avviare convenzioni con Enti assistenziali e Associazioni professionali di diritto privato – come nel caso delle comunità terapeutiche – che abbiano competenze specifiche nel trattare questa nuova patologia, oltre che avviare progetti integrati con le Amministrazioni comunale e i Distretti (o Consigli di zona) per avviare forme integrate di intervento sul versante sociale-sanitario come la apertura di ‘sportelli di ascolto (o counseling) al cittadino’ come primo contatto con l’utenza (non solo i pazienti ma anche i loro familiari che non sono meno colpiti dalla ludopatia). I riferimenti (o solo ‘appigli’ nel Decreto non mancano, come ad esempio: b-septies) prevedere che le convenzioni nazionali definiscano standard relativi all’erogazione delle prestazioni assistenziali, all’accessibilità ed alla continuità delle cure, demandando agli accordi integrativi regionali la definizione di indicatori e di percorsi applicativi”.

Secondo il responsabile scientifico della comunità Orthos, “anche per l’attivazione di un Osservatorio Nazionale che possa monitorare l’andamento del fenomeno, è importante implementare quanto previsto al m-ter) prevedere l’adesione obbligatoria dei medici all’assetto organizzativo e al sistema informativo definiti da ciascuna regione, al Sistema Informativo Nazionale”.

Nel dare un giudizio complessivo sulle disposizioni contenute nel decreto Sanità, Zerbetto torna a ricordare come sia importante “non emanare norme frettolose su temi di ampio respiro senza i tempi tecnici necessari per dirimere aspetti intrigati ma importanti”. La fretta, a suo dire, “rischia di vanificare il grande lavoro raccolto in questi mesi dalla Commissione per gli Affari Sociali della Camera che ha raccolto molti dati attraverso gli audit a operatori del settore i cui contributi rischiano quindi di andare persi. Meriterebbe quindi che il decreto in approvazione indicasse i grandi temi (già ampiamente previsti nella bozza di legge quadro a cui il senatore Raffaele Lauro lavora da mesi) indicando i tempi tecnici per una loro definizione. La stima dei costi, non facile tenuto conto della pluralità dei temi da affrontare e la non chiarezza sui servizi e le prestazioni da erogare, rischia di far slittare indefinitamente la pubblicazione delle norme anche urgenti. Fondamentale sarebbe l’avvio di una Commissione consultiva con il compito di indicare le linee-guida, stabilire i tempi e le norme attuative nonché avviare un sistema di monitoraggio sulla attivazione dei servizi di base incaricati di farsi carico della ludopatia”.

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