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Dl sanità: focus sul gioco, dubbi su pubblicità e distanze minime

28 settembre 2012 - 08:55

La discussione in commissione Affari Sociali della Camera del Dl Sanità, ha messo in evidenza numerosi dubbi da parte di diversi parlamentari circa le disposizioni contenute sul gioco. Paola Binetti (UdCpTP), per quanto concerne “la ludopatia, apprezza il fatto che sia stata inserita nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza (lea), ma ritiene tuttavia che ciò sia insufficiente, essendo necessario prevedere misure di prevenzione più forti soprattutto nel settore della pubblicità. A questo proposito, ritiene che sarebbe più efficace cambiare terminologia e fare riferimento, quindi, in maniera esplicita, al gioco d’azzardo”. Baio: “Gioco patologico nei Lea, svolta importante del governo” Genova: bollino antislot nei locali pubblici di Medio-Levante

Scritto da Sara

Laura Molteni (LNP) Relativamente “all’articolo 7 del decreto legge, si sarebbe aspettata un intervento maggiormente incisivo da parte del Governo, non solo con riferimento alla fissazione di una certa distanza fra le sale da gioco e le scuole ed altre strutture ma anche prevedendo l’eliminazione delle macchinette dei video poker dai bar e istituendo un collegamento tra i proventi delle sanzioni per violazione delle norme dirette a vietare il consumo di tabacco ai minori e il capitolo di bilancio riferito attinente ai programmi di prevenzione del tabagismo. Sarebbe altresì opportuno, a suo avviso, valorizzare il ruolo dei sindaci rispetto alle decisioni concernenti l’apertura di nuove sale da gioco nei comuni”.

Andrea Sarubbi (PD) si sofferma sulla disposizione di cui all’articolo 7, evidenziando come “sulla ludopatia sia stato fatto un passo indietro rispetto alla bozza originaria del decreto, prima della definitiva deliberazione da parte del Consiglio dei ministri. In particolare, preannuncia la presentazione di un emendamento al comma 10 dell’articolo 7, nella parte in cui prevede che l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, nell’esercitare la funzione di ricollocazione dei punti della rete di raccolta del gioco, debba tenere conto, tra l’altro, degli interessi pubblici di settore, « ivi inclusi quelli connessi al consolidamento del relativo gettito erariale », in quanto ritiene che una valutazione di carattere economico non possa incidere sulla pianificazione relativa ai centri di raccolta del gioco. Reputa inoltre opportuno reinserire nel testo dell’articolo 7 la previsione relativa alla distanza minima che deve intercorrere tra le case da gioco e le scuole. Propone, inoltre, l’inserimento nel testo della possibilità di sospendere le procedure esecutive nei confronti di persone affette da ludopatia”.

Antonio Palagiano (IdV) richiama altresì il tema della ludopatia, rilevando come nell’attuale testo del decreto-legge sia scomparsa la disposizione, inizialmente prevista dal ministro Balduzzi, concernente l’obbligo di rispettare una certa distanza tra le sale da gioco e le scuole. Comprendendo le difficoltà che lo stesso ministro ha incontrato nell’affermare il proprio punto di vista in questa materia, evidenzia l’atteggiamento schizofrenico di uno Stato che, da un lato crea la patologia, essendo il gioco gestito dalla Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, e, dall’altro, sostiene delle spese per la relativa cura, a seguito dell’inserimento del gioco d’azzardo nei Lea.

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