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As.Tro, proposte di legge del Piemonte: “Si rischia la cancellazione del gioco lecito”

09 aprile 2013 - 11:48

Porta la firma di Massimiliano Pucci e Mario Negro dell'As.tro la prima risposta alla consultazione online sulle tre proposte regionali di legge sul gioco lecito lanciata due settimane fa dal consiglio regionale del Piemonte agli operatori del settore.  

Scritto da Fm

 

IN CONTRASTO CON LE POLITICHE NAZIONALI - Secondo As.Tro, tutti i progetti in esame “si sovrappongono alla 'vigente' legge n. 189/ 2012, che prevede: un nuovo Prg per il gioco lecito, da attuarsi da parte di Aams a seguito di un piano straordinario di controlli su tutte le location di gioco prossime ai luoghi sensibili; un osservatorio Nazionale sul fenomeno delle dipendenze da gioco; una disciplina nazionale sulla pubblicità relativa al gioco lecito e sul trattamento sanitario da accordare al Gap. L’iniziativa legislativa regionale, oltre a non attendere la possibile portata risolutiva della legge citata, non si prefigge di 'collaborare' con le procedure ivi contemplate per massimizzarne la efficacia e la tempistica di realizzo, preferendo adottare una soluzione a mera portata regionale ricalcante un modus operandi che, a livello statale, si è deciso di abbandonare (il c.d. 'distanziometro')”.

 

DISTANZIOMETRO - In particolare, a preoccupare Assotrattenimento sono proprio le norme relative alla distanza degli apparecchi da gioco dai cosiddetti 'luoghi sensibili': mentre il Pdl n. 255 si limita a dare una generica definizione di 'prossimità', il n. 257 inserisce la 'misura di 300 metri', mentre il n. 306 arriva a 500 metri. “Il progetto di legge enunciato (il 306, ndr) – afferma As.Tro - si caratterizza per la sua piena idoneità alla cancellazione del sistema gioco lecito dal territorio regionale. Nel dettaglio, l’articolato prevede: una prima area sensibile, dalla quale espellere 'tutto il gioco lecito', e non solo gli insediamenti della tipologia 'sale giochi'; questa area è rappresentata dai 500 metri di distanza da un novero tale di 'luoghi', da poter già rendere 'impossibile' l’installazione di un solo 'prodotto di gioco lecito' all’interno dei centri urbani delle città e dei principali paesi. La lista dei luoghi sensibili, poi, può essere estesa all’infinito attraverso il rimando al potere integrativo della stessa assegnato ai sindaci, raggiungendo 'scientificamente' l’obiettivo della definitiva cancellazione del gioco legale (ma solo di quello) dal territorio. Si tratta di una sostanziale riproposizione della 'versione originaria' del decreto Balduzzi, ovvero di una proposta di legge – di fatto meramente proibizionista - , nel cui ambito il concetto di 'prevenzione del gioco eccessivo e patologico' equivale a cancellazione delle offerte di gioco (ma solo di quelle legali)".

LIGURIA E BOLZANO: NESSUNA EFFICACIA - Ma il cosidetto 'distanziometro' può dirsi veramente efficace? Non per Pucci e Negro: "In Italia esistono già due esempi pratici, ovvero la legge regionale della Liguria e la legge provinciale di Bolzano, e gli effetti registrati successivamente a tali iniziative legislative sono stati tutt’altro che positivi, in particolare: relativamente ai fenomeni di gioco eccessivo o patologico non si è evidenziato nessun abbattimento delle casistiche; relativamente alla tutela dell’ordine pubblico, si è riscontrata una elevata recrudescenza della illegalità delle offerte di gioco, gestite da consorterie criminali pericolosissime (e per lo più proposte al pubblico sotto forma di applicazioni accessibili con il sistema wi-fi solo all’interno dell’esercizio e tramite appositi tablet messi a disposizione della clientela). Il ricorso alla giustizia amministrativa è stato elevatissimo con gli esiti più disparati e comunque inidonei a fornire un quadro di riferimento chiaro all’operato delle amministrazioni locali. La cannibalizzazione di 'antiche' aziende locali, da parte di competitor stranieri 'giganti' del gambling internazionale, ha provocato drammatiche situazioni di repentina disoccupazione in contesti imprenditoriali sino ad oggi non necessitanti il ricorso agli ammortizzatori".

SELEZIONE DEGLI OPERATORI - Ad incontrare i favori di Assotrattenimento è invece l'articolo 5 del Pdl n. 257, che "costituisce una interessante 'apertura' verso un istituto 'molto caro' al contesto confindustriale del gioco lecito, da sempre attivo nel richiedere norme che impongano la selezione qualitativa degli operatori fondata sulla formazione professionale dei punti vendita allestiti, strumenti giuridici che consentano ai preposti di sala, ma anche ai titolari dei punti non dedicati di poter allontanare 'chi esagera al gioco (tecnicamente si tratta della 'diffida all’utenza', attuabile in Svizzera, Inghilterra, Spagna, ma non praticabile nel nostro Paese, dove, a norma di legge, l’allontanamento della clientela da un esercizio pubblico può avvenire solo per attuare la cessazione di gravi fenomeni di turbamento dell’ordine pubblico)”.

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