skin

Gioco e task force territoriali: Mattesini (Pd) "Serve percorso culturale"

11 giugno 2013 - 09:42

“La presidenza della commissione Sanità ha indicato la questione della ludopatia come una delle tematiche centrali su cui lavorare. L’obiettivo è quello di arrivare rapidamente alla approvazione di una legge che affronti questo problema”. È quanto dichiara a Gioconews.it la senatrice Pd, Donella Mattesini, alla luce della proposta di un’indagine conoscitiva sul gioco.

Scritto da Sara
Gioco e task force territoriali: Mattesini (Pd) "Serve percorso culturale"

“Il tema del gioco – continua - ha bisogno di avere una legislazione specifica. La ludopatia riguarda vari ambiti, non solo l’inserimento della patologia nei Lea, ma anche la pubblicità, le distanze minime delle sale da gioco da luoghi considerati sensibili e il ruolo degli amministratori locali, a cui va concessa maggiore autonomia sul settore. Per questo serve una legge che affronti tutti i temi e l’esame conoscitivo in commissione Salute è utile per studiare il problema e affrontarlo in modo adeguato e complessivo”.

Secondo lei i regolamenti comunali o regionali contro il gioco, che si stanno susseguendo in questi ultimi mesi, corrono il rischio di essere ‘risposte impulsive’ o estemporanee che non risolvono il problema oppure che ne creano dei nuovi?

“So che c’è un gruppo di Comuni che ha posto in modo esplicito la volontà di avere un ruolo importante sul tema del gioco e soprattutto sulla collocazione delle sale. Una piccola sala slot che nasce in un piccolo centro affianco a una scuola o alle poste dove gli anziani vanno a ritirare la pensione può creare dei problemi e trovo giusto che un sindaco possa intervenire per non farla aprire. Intorno al tema del gioco devono essere favorite delle task force territoriali e questa è una questione che intendo portare avanti in commissione. C’è infatti una rete territoriale che va potenziata e la mia idea è quella di poter avere una normativa che possa indicare modalità di lavoro e possa affrontare tutte le questioni legate alla ludopatia. Ma alla base ci deve essere una conoscenza puntuale del fenomeno. Le singole iniziative locali, di certo, non possono arrivare a risolvere il problema, per questo serve una legge nazionale. Quindi è ora che ci sia una presa di responsabilità da parte di Governo e Parlamento”.

Ma il mondo del gioco è fatto anche di operatori legali, che hanno investito in questo comparto seguendo regole ben precise e attenendosi alla legge. A suo avviso l’industria del gioco pubblico che ruolo può e deve avere nei confronti della lotta alla ludopatia? “Credo che occorra ‘rimettere mano’ alla filiera del gioco. Penso, ad esempio, che si dovrebbe introdurre un criterio per regolare le nuove autorizzazioni e dall’altro sospendere quelle di coloro che hanno avuto precedenti penali o denunce. È una filiera che a mio avviso va regolamentata diversamente, con criteri di trasparenza più stringenti nelle procedure di assegnazione delle concessioni. Inoltre, occorrerebbe introdurre criteri di tracciabilità dei flussi di gioco, dotando i giocatori di una tessera elettronica che a un certo punto blocchi il gioco per chi esagera. Il tema della responsabilità sociale degli operatori, in tutto questo, è fondamentale e per questo la formazione è necessaria e sarebbe opportuno anche un codice etico”.

Quando si parla di gioco, spesso la politica vede il settore come un’ottima ‘cassa’ da cui attingere denaro per la realizzazione di diversi obiettivi. Negli ultimi tempi, ad esempio, si è parlato di tassare il gioco per togliere l’Imu. “Credo – continua la senatrice – che bisogna affrontare le fasi di emergenza con criterio e pensando al benessere delle persone. È vero che se si aumenta il gioco legalizzato si diminuisce quello illegale, ma dall’altra parte non bisogna correre il rischio di schiacciare i cittadini con una massiccia diffusione del gioco e un bombardamento pubblicitario. La vera battaglia è quella di avere non solo norme precise, ma anche strumenti culturali adeguati”.

Articoli correlati