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Il viceministro Guerra: “No per ora ad aumento tasse sul gioco”

27 giugno 2013 - 07:42

Le politiche di contrasto al fenomeno della povertà non possono essere finanziate, almeno per ora, attraverso un inasprimento della tassazione sui giochi. È quanto sottolineato ieri in Aula, in Senato, dal viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Maria Cecilia Guerra, in risposta alle mozioni presentate dai senatori Stefano Lepri (Pd) e Nicola Morra (M5S) e che tra le altre misure chiedevano un impegno del governo in tal senso.

Scritto da Anna Maria Rengo
Il viceministro Guerra: “No per ora ad aumento tasse sul gioco”

La Guerra ha sottolineato: “Nella delega fiscale, che sta riprendendo il suo cammino in Parlamento, un punto importante è rappresentato proprio dalla previsione dell'armonizzazione delle imposte sul gioco, considerando anche il gioco online. Tuttavia, al di là dell'importante tema dell'armonizzazione tra le due tipologie di tassazione, considerare il gioco nel suo complesso come possibile fonte di finanziamento, attraverso un incremento del prelievo fiscale, non ha al momento il parere positivo della Ragioneria generale dello Stato. Si sta verificando, infatti, che le imposte sui giochi hanno un trend fortemente decrescente, per cui non è plausibile ritenere che, da un aumento delle aliquote, si abbia un aumento di gettito. In questa situazione, e per le caratteristiche di quel tipo di prelievo, probabilmente si avrebbe, al contrario, una diminuzione”. Il governo ha chiesto dunque di eliminare le parti delle mozioni relative all’aumento delle tasse del gioco “approfondendo poi il tema - al di là delle valutazioni che ho espresso in questo momento - nel percorso che il disegno di legge delega avrà su questo tema”.

Il senatore Lepri ha accolto la richiesta di soppressione “non senza evidenziare come, a nostro parere, quello dell'inasprimento delle imposte sul gioco d'azzardo sia un profilo particolarmente importante. Troveremo, quindi, altri modi e altri luoghi per provare ad esplorare e ad approfondire la questione”.

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