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Imu e giochi, Binetti: "La sanatoria non è mai una grande idea"

07 settembre 2013 - 07:42

“Credo che la sanatoria non sia mai una grande idea, perché si colloca in una cultura in cui i cittadini tendono ad evadere le tasse, nella speranza - non tanto remota se si considerano situazioni come questa - che poi qualcosa o qualcuno interverrà per legittimare il mancato pagamento di quanto dovuto. Parola della deputata di Scelta Civica, Paola Binetti, che a Gioconews.it parla della riforma Imu e della sanatoria per le maxi sanzioni New Slot.

Scritto da Sara
Imu e giochi, Binetti: "La sanatoria non è mai una grande idea"

"Le tasse sono parte integrante di un patto tra stato e cittadini e il patto va onorato da entrambe le parti. Lo stato ha diritto ad esigere quanto stabilito e i cittadini hanno diritto a chiedere il controvalore in servizi di qualità. L'importo che gli italiani potrebbero giocare nel 2013 raggiunge il tetto dei 100 miliardi di euro, pari ad oltre il 70% di quello che le famiglie italiane spendono per acquistare prodotti alimentari durante l'anno. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti, che afferma: ‘Il 47% degli italiani tra i 15 ed i 64 anni ha giocato almeno una volta ma sono almeno 3 milioni le persone  affette da ludopatia, che sottraggono risorse per i bisogni familiari come l'alimentazione. Più della metà della spesa in giochi e scommesse è destinata a slot machine e videolottery’. Una vera e propria esplosione negli ultimi anni, nonostante la crisi economica”.

Pensa a qualche azione in Parlamento?

“Ritengo giusto reagire utilizzando tutti gli strumenti di cui un Parlamentare dispone: interrogazioni, interpellanze, emendamenti ed ordini del giorno. Ossi da un lato denunciare la contraddizione in cui cade lo stato quando cambia le regole in corso d’opera e dall’altro la necessità di dare chiarezza e sicurezza a coloro che intendono rispettare le regole, ma ovviamente non guardano affatto di buon occhio coloro che in un modo o nell’altro tendono a farla franca. Va culturalmente cambiato l’approccio dello Stato che da vero e proprio 'biscazziere' deve trasformarsi in uno Stato che non proibisce ma disincentiva il gioco d'azzardo, lo condanna socialmente e crea un meccanismo che lo faccia tornare ad essere un gioco vero, senza azzardo. La politica ha il dovere di mettere un argine ad un fenomeno che preoccupa sempre di più. Lo Stato non può fare cassa sfruttando le debolezze degli italiani, occorre stabilire paletti e limiti chiari”.

La moratoria della Lega di 12 mesi sul gioco online e i giochi elettronici di sala come la vede?

“Positiva la moratoria della Lega, anche come segnale forte che pone limiti all’espansione di questa vera e propria epidemia del gioco, che inizia con un approccio ludico, evolve velocemente verso l’abitudine di cui non si può fare a meno e poi si converte in patologia vera e propria. I giochi elettronici di sala dovrebbero mantenere un forte carattere socializzante tra i giocatori, e ridurre radicalmente l’impatto del coinvolgimento in denaro, che induce ad assumere condotte ad alto rischio. Insomma più gioco e meno azzardo”.

 

Confindustria invita il Governo a ripensare con attenzione all’Industria del gioco, ricordando che  si tratta di una attività economica di migliaia di imprese che operano nel settore, che dà lavoro ad oltre 200.000 persone con investimenti importanti. Occorre capire come re-ingegnerizzare questo settore perché, senza perdere la sua forza imprenditoriale, sia messo in condizione di non danneggiare la vita e la salute delle persone. Possono concertire gli stessi giochi in qualcosa di meno rischioso".

Non teme che potrebbe esserci una grave ricaduta a livello erariale?

“Immagino che la caduta a livello erariale ci sarà sicuramente e lo Stato, il Mef soprattutto, dovrà esercitarsi mettendo una maggiore creatività nello scovare nuovi modi per recuperare i fondi necessari a fronteggiare le esigenze del Paese, Imu inclusa. Il gioco sfrutta una intrinseca debolezza dell’uomo, la sua tendenza a creare dipendenza dalle sue stesse illusioni: l’illusione di vincere, di risolvere con un colpo di bacchetta magica i propri problemi, è un segno di infantile mancanza di senso di realtà. Allearsi con le parti più fragili dell’uomo per fare cassa, non mi è mai sembrata una buona idea. Il gioco resti gioco con tutte le sue prerogative e non si trasformi in una droga. Lo stato conservi il suo ruolo e non faccia il croupier di una illusoria roulette”.


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