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Anci, Variati: "Nessuna crociata contro il gioco, sì al dialogo con gli operatori"

24 ottobre 2013 - 07:49

Non è certo l’ordinanza di un sindaco che può offrire la soluzione: serve un’adeguata regolamentazione nazionale che aiuti sia a contrastare il gioco illegale, sia a prevenire i possibili rischi per la popolazione. Questa l'opinione di Achille Variati, sindaco di Vicenza e delegato dall'Anci alle tematiche del gioco, intervistato da Gioconews.it in vista del suo intervento di oggi alla XXX assemblea annuale dell' Associazione dei comuni italiani, in programma alla Fortezza da Basso di Firenze fino a venerdì.

Scritto da Fm
Anci, Variati: "Nessuna crociata contro il gioco, sì al dialogo con gli operatori"

 "Premetto che l’Anci non è contraria al gioco d’azzardo legale – ribadisce Variati -  ma ritiene che questo debba essere regolamentato. I Comuni sono le istituzioni più vicine ai cittadini e non possono ignorare il fenomeno della ludopatia, la dipendenza dal gioco che sta producendo ricadute sociali che non vengono ancora del tutto riconosciute ma che hanno effetti disgreganti sulle comunità e sulle famiglie in termini di debiti di gioco, impoverimento delle persone e vulnerabilità delle fasce sociali deboli".

LE RICHIESTE DELL'ANCI - Fra le richieste più urgenti dell’Anci ci sono l’approvazione di una legge quadro sul gioco d’azzardo che rafforzi le funzioni e le competenze dei Comuni, prosegue il sindaco - "allo scopo di tutelare in modo più efficace le fasce più deboli della popolazione; l’incremento dei poteri sanzionatori dei Comuni cui vanno attribuiti i proventi delle sanzioni amministrative, la revisione delle procedure necessarie per l’attribuzione delle nuove concessioni da parte dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS), la creazione di un sistema di tracciabilità dei flussi di denaro circolanti nel sistema e l’individuazione di sanzioni più rigorose per il divieto di gioco ai minori; la limitazione, il controllo e la regolamentazione della pubblicità sul gioco d’azzardo; l’assegnazione di parte dei proventi alle attività di contrasto, prevenzione e cura delle ludopatie e la promozione di iniziative di sensibilizzazione sui rischi per la persona e per il relativo nucleo familiare collegati al gioco d’azzardo attraverso campagne di informazione; la promozione di iniziative di formazione per gli esercenti mirate alla prevenzione degli eccessi nel gioco; l’inserimento del gioco patologico tra le condizioni di dipendenza; l’avvio di studi e ricerche di carattere epidemiologico per monitorare la diffusione delle forme di gioco problematico e patologico e le sue ricadute sociali".

SCONTI FISCALI PER ESERCIZI NO SLOT - Variati poi dice anche la sua sulla scelta di ridurre le tasse di competenza locale agli esercizi che dismettono gli apparecchi, adottata da molti Comuni e anche da diverse regioni. “I sindaci si trovano a dover contrastare le degenerazioni del gioco d’azzardo con gli strumenti a disposizione dei Comuni. Fra queste soluzioni, qualcuno ha pensato anche a proporre sgravi fiscali o, al contrario, tassazioni maggiori per cercare di governare il fenomeno. Certamente è apprezzabile lo spirito dei colleghi sindaci che cercano di fare qualcosa, ma inevitabilmente molti provvedimenti sono difficilmente applicabili o rischiano di essere bloccati o annullati dai tribunali. Per questo è necessario un intervento legislativo a livello nazionale: non si può pensare che siano i sindaci da soli a mettere ordine nel settore”.

IL DIALOGO CON GLI OPERATORI – Lo scorso settembre, Variati è intervenuto al convegno '2014 i-Gambling in Europe’, auspicando soluzioni condivise fra i rappresentanti del settore e del Governo. Una strada difficile, ma possibile, secondo il delegato Anci. "Sono convinto che per trovare soluzioni ai problemi il modo migliore sia sedersi tutti intorno a un tavolo e dialogare. Per questo al convegno ho parlato di disponibilità al dialogo da parte dei Comuni e credo che quel giorno sia apparso evidente che i Comuni e gli operatori del settore hanno come obiettivi comuni il contrasto al gioco illegale e la lotta alla ludopatia. D’altronde chiediamo maggiore concertazione con i Comuni anche alla luce del fatto che l’art. 117 della Costituzione riconosce agli enti locali competenza sull’organizzazione del territorio". E in merito alle richieste da parte di alcuni politici di ridurre il numero degli apparecchi da gioco e di aumentare la tassazione? "Sicuramente si tratta di una formula semplice che però da sola non può certo risolvere definitivamente problemi molto complessi".

IL COMUNE DI VICENZA E IL TAR – Ma qual'è ora la situazione al Comune di Vicenza dopo la sentenza del Tar di Vicenza dello scorso aprile? "Le iniziative del Comune di Vicenza contro la proliferazione di sale gioco e scommesse sono state portate al Tar dagli operatori, come era prevedibile. In questo momento si attende il giudizio definitivo. Come detto, in mancanza di una regolamentazione nazionale, molti sindaci hanno adottato provvedimenti comunali e io sono stato uno fra i primi. Non per lanciare crociate contro il gioco d’azzardo, come sostiene qualcuno, ma per evitare che sale giochi e scommesse continuassero ad aprire ovunque, anche davanti alle scuole, senza nessuna regola. Ma, lo ribadisco, non è certo l’ordinanza di un sindaco che può offrire la soluzione: serve l’intervento legislativo".

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