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Speranza (Pd): “Gioco sì ma con adeguati limiti, ben venga la delega fiscale”

21 dicembre 2013 - 10:18

“Come tutti sanno, l’introduzione di nuove forme di gioco è stata pensata proprio per sottrarre alla criminalità e alle mafie un mercato molto ricco, riportando progressivamente sotto il controllo dello Stato risorse ingenti”. E’ la premessa da cui parte Roberto Speranza, capogruppo alla Camera del Partito democratico, nell’intervista concessa alla rivista Gioco News (e pubblicata ne numero di dicembre, consultabile anche online) di cui riportiamo qui un estratto. In particolare, Speranza espone la linea del Partito Democratico in materia di gioco, ricordando le proposte di legge a Montecitorio e a Palazzo Madama che portano la sua firma e quella degli onorevoli Garavini, Zanda e Chiti. “Lo scopo delle nostre proposte di legge – dice - è di proseguire con decisione su questa strada, rendendo sempre più stringenti i criteri per le concessioni. Innanzitutto inserendo norme più incisive sulla tracciabilità dell’intera filiera delle risorse circolanti nel settore gioco, impedendo la partecipazione al gioco, sia fisico che online, dei minori, arrivando a realizzare in breve tempo una piena identificazione dei giocatori. Inoltre, dando un chiaro segnale sulle problematiche sociosanitarie che possono essere collegate al gioco inserendo la ludopatia nelle Lea”.

Scritto da Sara Michelucci
Speranza (Pd): “Gioco sì ma con adeguati limiti, ben venga la delega fiscale”


Ma la linea del Pd (come emerso anche dal convegno di ieri alla Camera) è piuttosto critica e destinata probabilmente ad accendere il dibattito nel settore. “Non vogliamo aprire nuovi spazi all’illegalità – prosegue Speranza - ma vogliamo chiarire che il mondo dei giochi non può essere sviluppato senza limiti e che, al contrario, limiti chiari sono un bene per tutti: giocatori e concessionari onesti”.
Per questo avete inserito nella vostra proposta la richiesta di una ‘moratoria’ di cinque anni all’ingresso di nuovi giochi? “L’eccessiva proliferazione di sistemi di gioco rende, oggettivamente, più complesso il controllo del funzionamento del sistema e crea la necessità di sollecitare sempre più nuove persone a giocare. Noi vogliamo, al contrario, che il sistema diventi sempre più governabile e verificabile in tutti i passaggi, e che lo scopo dei concessionari e dei gestori non sia reclutare costantemente nuovi giocatori a qualsiasi costo, ma ottimizzare il sistema per stabilizzarlo”.
Cosa vi aspettate dal Governo in materia di gioco e di sicurezza? “Ci aspettiamo – e già con la Delega fiscale abbiamo dato un chiaro segnale - che si facciano passi avanti decisivi per dare una regolamentazione chiara e precisa ad un mercato che, in pochi anni, ha avuto uno sviluppo impressionante. È chiaro che ogni tanto vengono utilizzate cifre esagerate, indicando il volume complessivo delle giocate come se fosse il reale volume d’affari, ma anche tenendo conto delle cifre più reali. Stiamo parlando di una mole di risorse molto alta, che non può che essere regolata in maniera sempre più trasparente”.
Quindi la Delega fiscale potrebbe risolvere i problemi nella regolamentazione del mercato del gioco? “Come dicevo, credo che siano stati fatti dei passi in avanti significativi prendendo spunto proprio dalla nostra proposta di legge. Ci sono limiti più chiari alla pubblicità nelle fasce protette, ma anche alla pubblicità del gioco online, che in questa fase è uno dei settori più delicati e da sottoporre a migliore regolazione, come pure si è dato mandato al Governo di individuare il percorso più corretto per consentire ai sindaci di vietare l’apertura di nuove sale in maniera incontrollata”.
Che ne pensa della richiesta avanzata da più parti – non ultima, nella proposta di legge di iniziativa popolare presentata da Legautonomie – di concedere più ‘poteri’ ai sindaci in materia di gioco?
“Sono d’accordo. Non è possibile che un’amministrazione locale debba vedere nascere sul suo territorio dei ‘mini casinò’ e non possa avere nessun diritto di regolare il fenomeno, ad esempio non facendo posizionare sale slot vicino a luoghi frequentati da minori. Ci sono già amministrazioni locali, come il Comune di Milano, che stanno attuando un processo di autoregolamentazione, premiando i titolari di bar ed  esercizi pubblici che non installano slot. Sono meno d’accordo con la parte che riguarda la destinazione diretta di parte degli introiti alle casse dei Comuni: meglio che le amministrazioni locali ricevano benefici nei bilanci tramite i trasferimenti statali, piuttosto che creare un filo diretto tra introiti e presenza di sale gioco nel proprio territorio”.
La richiesta sollevata da alcuni di innalzare la tassazione del gioco, in particolare il Preu delle slot, non rischia di affossare il mercato legale e aprire all’illegalità? “Su questo non sono d’accordo, ma per motivi diversi. Aumentare la quota di bilancio statale che dipende dal settore gioco renderebbe sempre più difficile attuare politiche di gestione seria del settore. Per altro in questi ultimi anni si è visto chiaramente che aumentando il fatturato complessivo non sono aumentati gli introiti dello Stato, è su questo aspetto che bisogna lavorare per armonizzare i diversi prelievi. Sul mercato illegale delle slot credo che dovrebbe esserci una forte alleanza tra chi le gestisce e chi le controlla: tutti dovrebbero avere interesse affinché sul mercato non ci siano slot illegali. Troppo spesso tra i gestori c'è, invece, chi affianca alla slot legale quella della criminalità. Sono presenze che vanno individuate e messe fuori dal sistema”.
Sul gioco online, a suo avviso, quali azioni dovrebbero essere messe in campo per la tutela dei consumatori? “So che è un tema complicato, ma bisognerà studiare, tutti insieme, un sistema per rendere sempre più trasparenti i partecipanti: giocatori e gestori. Poi bisognerà lavorare a livello europeo, perché le regole siano uguali per tutti: è ovvio che se lavoro sulla trasparenza dei siti italiani e poi basta fare un clic col mouse e posso giocare su un sito di un altro paese europeo che non deve rispettare le stesse regole, tutto viene vanificato. Più complicato il tema dell’antiriciclaggio: troppo spesso i conti del gioco online sono sostanzialmente dei depositi bancari fuori da ogni controllo, su questo è necessario un lavoro di riflessione importante e condiviso”.

 

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