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Volpe (Adm): “Regolamentazione del gioco, azione di recupero del sommerso”

11 giugno 2014 - 15:02

Roma - È interessante notare come in Grecia si stia affrontando il tema della regolamentazione del gioco pubblico in modo scientifico, approfondito e razionale, come invece è assai difficile fare nel nostro paese”.

Scritto da Ac
Volpe (Adm): “Regolamentazione del gioco, azione di recupero del sommerso”

A parlare è il consigliere Italo Volpe, responsabile normativo dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, intervenuto al convegno di Unigioco dedicato alla regolamentazione del settore in cui si pongono a confronto la normativa italiana e quella greca emergente.

 

“Il secondo punto di interesse - aggiunge Volpe - sta nel fatto che sia stato mostrato come il sorgere di limitazioni eccessive nel settore del gioco provochi un effetto contrario scoraggiando il settore e finendo con l'allontanare i giocatori dai circuito di gioco legale. Questi aspetti sarebbe opportuno valutarli anche in Italia mentre invece non vengono minimamente considerato nella maggior parte dei dibattiti e è incontri in cui si affronta la materia".

LA SITUAZIONE ITALIANA - Per Volpe si tratta di un pretesto per analizzare l’attuale situazione italiana, partendo però dai principi fondativi del comparto: "Guardando indietro, prima della regolamentazione del mercato del gioco pubblico in Italia, si potrebbero leggere le linee di indirizzo che ha tracciato e seguito lo Stato nel suo cammino di regolamentazione progressiva del settore che dopo aver toccato segmenti come il lotto o le scommesse, ha iniziato ad occuparsi degli apparecchi da intrattenimento una volta che ci si rese conto dell'immensa offerta di apparecchi non regolari presenti sul territorio, capendo che dalla regolamentazione di questo segmento, abbassando cioè la soglia di illiceità, si sarebbe potuto effettuare un lavoro di notevole emersione dell'economia fino a quel momento sommersa. Cosa che effettivamente è avvenuta e come ci raccontano oggi gli amici greci l'Italia viene considerata oggi un esperimento di successo proprio per la creazione del sistema di gioco legale".

IL LOCALE - "Poi la rete si è successivamente ampliata nel 2009 con l'introduzione delle videolottery e dei nuovi giochi online. Una situazione che, a lungo andare, ha finito col suscitare la contrarietà degli enti locali a causa di una disseminazione ritenuta eccessiva del gioco sui territori. E, com'è chiaro, è difficile cambiare il corso di un fiume quando ormai è in piena. Ma oltre a questo, nonostante le prime avvisaglie di questo sentore generale e le prime richieste avanzate al governo centrale, non si sono date risposte lasciando inalterato lo scenario. Da qui la presa di posizione più netta degli enti locali che in base alla competenza sul territorio rispetto alla tutela della salute pubblica affidatagli, hanno iniziato a legiferare in maniera autonoma sul gioco pubblico creando una sovrapposizione con la norma statale e un conflitto legale con le varie impugnative da parte delle società concessionarie e gli operatori di gioco più in generale.

La caratteristica tendenzialmente comune di queste discipline regionali o locali in generale, è quella di vietare o limitare fortemente. Senza indicare però un'alternativa. In sostanza sembra connotarsi un deja vu con queste discipline frutto di una esigenza di risposta immediata e forse anche emotiva legata al senso di disagio registrato dai territori, ma forse non sono frutto di un ragionamento attento di quella che potrebbe essere una valida alternativa.

In realtà Governo e Parlamento non sono stati con le mani in mano, mettendosi al lavoro su una legge, che è la nota delega fiscale, che contiene un corposo articolo che ha lo scopo di riordinare la materia e ripensare le problematiche che stanno creando disagio. Ma tale legge implica ovviamente una serie e razionale riflessione governativa (visto che la delega si rivolge al governo e non ad altri) rispetto a quello che potrà essere il quadro di riferimento su cui lavorare in virtù degli sviluppi e delle criticità riscontrate nel corso del tempo. Ci sono i presupposti per un ampio dibattito e per individuare le nuove linee di ingaggio da tracciare in un percorso forse non immediato ma dove far migrare l'offerta di gioco. Tenendo conto però dell'esistenza di reti parallele di gioco che già si discostano dalla liceità. Per questo il dibattito si dovrà spostare dal volere o meno il gioco pubblico, allo scegliere tra una rete di gioco lecita - sia pure da ridefinire o rimodulare - o una fuori controllo".

 

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