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Umbria, in arrivo nuovo ddl della Giunta sul Gap: Buconi (comm. Sanità) "Al lavoro per testo unico"

19 giugno 2014 - 08:01

Siamo in attesa di ricevere un disegno di legge da parte della Giunta Regionale che necessariamente dovrà essere esaminato unitamente agli altri atti già in discussione. Lo dichiara a Gioconews.it è il presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale dell'Umbria, Massimo Buconi, che sta lavorando da settimane alla redazione di un testo che unifichi le proposte di legge fin qui presentate dai consiglieri Sandra Monacelli (Udc), Oliviero Dottorini (Idv) e Franco Zaffini (Fd'I).

Scritto da Francesca Mancosu
Umbria, in arrivo nuovo ddl della Giunta sul Gap: Buconi (comm. Sanità) "Al lavoro per testo unico"

"L'idea - prosegue Buconi - è quella di approdare ad una sintesi delle varie istanze, e portare quindi il testo in Aula per l'approvazione finale al più presto".

 

IL TESTO UDC - Il provvedimento proposto da Sandra Monacelli, che già lo scorso febbraio si era detta contraria all'idea della Giunta di predisporre un suo testo legislativo sulla dipendenza dal gioco,  regolamenta l'accesso al gioco lecito con disposizioni volte a promuovere l'accesso consapevole, responsabile e misurato, al fine di prevenire l'insorgere e la diffusione dei fenomeni di dipendenza dal gioco; disciplina il rispetto della distanza delle sale giochi, almeno 300 metri, da scuole, centri di aggregazione giovanile, strutture operanti in ambito assistenziale. E' vietata espressamente ogni forma di pubblicità e la partecipazione ai giochi di minorenni. La legge disciplina gli obblighi informativi a carico dei gestori di sale giochi, ricevitorie e tabaccherie e prevede la formazione del personale ivi operante. E' previsto il finanziamento di progetti aventi l'obiettivo di sostenere e favorire il reinserimento sociale di persone con problematiche e patologie legate al gioco ed il sostegno alle associazioni che si occupano di tali problematiche.

LA PROPOSTA IDV - Oltre al divieto di pubblicità e a limiti alla collocazione delle sale da gioco, consentite solo a una precisa distanza da istituti scolastici o centri giovanili, la proposta di legge targata Idv, ricorda il firmatario Oliviero Dottorini "prevede l'attivazione di un numero verde regionale e la creazione di un marchio etico 'slot-free' da esporre presso gli esercizi dei locali pubblici che rinunciano alla istallazione di apparecchi da gioco, con misure premianti nei bandi e agevolazioni fiscali sulla quota Irap regionale".

COSA PROPONE FRATELLI D'ITALIA - Quella avanzata Franco Zaffini di Fratelli d'Italia vuole essere "una proposta concreta, operativa, che aiuti davvero le amministrazioni locali". Tra le misure ipotizzate, oltre alla maggiorazione dello 0,92 percento  dell'aliquota Irap per gli esercizi nei quali risultino installati apparecchi da gioco, ci sono: la redazione di un 'Piano d'azione per il contrasto alle dipendenze' da parte dell'Esecutivo di Palazzo Donini; la creazione di un marchio regionale 'No Slot', rilasciato dai Comuni agli esercenti che scelgono di non installare apparecchiature per il gioco d'azzardo lecito; il divieto di collocare gli apparecchi per il gioco d'azzardo lecito entro cinquecento metri da istituti scolastici, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture sanitarie, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile; il divieto di pubblicità e promozione dei giochi con vincite in denaro; l'attivazione di misure per bloccare l'accesso dei minori ai giochi; la presa in carico, la cura e il reinserimento sociale della persona affetta da gioco d'azzardo patologico da parte dei dipartimenti dipendenze e i servizi multidisciplinari integrati in raccordo con i consultori familiari. Inoltre la Regione, nella concessione di finanziamenti, benefici e vantaggi economici, considererà un titolo di preferenza l'assenza di apparecchi da gioco d'azzardo lecito all'interno degli esercizi autorizzati alla pratica del gioco.

MEGLIO I CASINO' REGIONALI? - Zaffini, poi, si è sbilanciato anche sull'opportunità di sui casinò regionali: "Sarebbe stato meglio aprire delle case da gioco in ogni regione, perché lì c'è sicuramente più controllo: nelle sale, nei bar, non c'è possibilità di censire il fenomeno, verificare l'età, e la cosa espone le categorie deboli, gli anziani e gli stranieri a gravi rischi".

 

 

 

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