skin

Umbria, legge valida per slot e Vlt: Patoia (Sapar) ‘Al via verifiche per agire tramite vie legali”

17 novembre 2014 - 11:10

“Lo Stato ci ha impedito di fare un casinò per regione, e poi alla fine ne è stato realizzato uno in ogni angolo di strada, senza regole e senza alcun beneficio per le comunità locali. E ora, tocca alle Regioni ovviare ai guasti di questa scelta”. Sono queste le parole con cui Franco Zaffini (Fdi) commenta a Gioconews.it l’approvazione della legge sul gioco patologico di venerdì scorso,  di cui è stato relatore unico.

Scritto da Francesca Mancosu e Sara Michelucci
Umbria, legge valida per slot e Vlt: Patoia (Sapar) ‘Al via verifiche per agire tramite vie legali”

 

 

SOLO SLOT E VLT - Un dibattimento che ha visto la presentazione di diversi emendamenti, alquanto controversi, e che hanno lasciato qualche dubbio interpretativo sulla sostanza di alcune misure. A chiarirli è proprio il consigliere di Fratelli d'Italia. "Il testo è attualmente all'attenzione dei nostri uffici tecnici, che come stabilito in Aula stanno lavorando ad una sistemazione complessiva e ripulitura del testo". Definite le attività interessate dal distanziometro di 500 metri, che non comprenderanno la vendita di gratta&vinci e lotto, come proposto negli emendamenti dei consiglieri Nevi, Rosi, Valentino (Fi) Mantovani e Monni (Ncd), "ma solamente gli apparecchi automatici per il gioco legale con vincita in denaro, vale a dire slot e Vlt", precisa Zaffini.

 

PRIMO STANZIAMENTO DI 120MILA EURO - La legge, che entrerà in vigore nel 2015, dopo l'emanazione dei relativi regolamenti attuativi e man mano che i singoli Comuni dell'Umbria la adotteranno, comprende anche una norma finanziaria che stabilisce un primo stanziamento di 120mila per la formazione dei gestori delle sale e degli operatori socio-sanitari, la creazione del marchio 'no slot' e la diffusione di informazioni sul gioco patologico fra i più giovani. "Una dotazione - ribadisce il relatore - che sarà poi incrementata attraverso il disavanzo del maggior gettito Irap - aumentata dello 0,92 per chi installa apparecchi nei propri locali - previsto dalla legge. Gettito che non finirà nelle casse della Regione ma sarà destinato al fondo anti Gap".

 

RISPETTARE I TEMPI - La nuova sfida di Zaffini, dopo l'approvazione della legge, è far sì che venga applicata concretamente nei tempi previsti. "Dalla prossima settimana comincerò a inviare costantemente telegrammi per sollecitare la Giunta in proposito". Come detto, il provvedimento avrà i suoi primi effetti nel 2015, e "darà agli esercenti il tempo di adeguarsi", precisa Zaffini.

 

RISCHIO ILLEGALITA? - Fatta la legge, ora resta da vedere quali saranno le sue conseguenze sul territorio. A cominciare dalla possibile recrudescenza dell'offerta di gioco 'illegale', registrata ad esempio nella provincia di Bolzano a seguito dell'entrata in vigore della legge provinciale che ha introdotto un distanziometro di 300 metri. Un'eventualità fermamente smentita dal consigliere di Fratelli d'Italia: "Sono scemenze. Chi dice che c'è un rapporto di causa-effetto fra le due cose è interessato solo al profitto. Beninteso, io non criminalizzo il profitto, ma il gioco illecito oggi c'è nel Sud, dove agisce la criminalità organizzata, non al Nord e al Centro, dove c'è un controllo sociale e di polizia più efficace. Perché mai un operatore dovrebbe rischiare e non adeguarsi alla legge per un aggravio dello 0,92 % dell'Irap o per non frequentare i corsi di formazione? Le misure contenute nella legge non possono provocare un aumento dell'illecito, è pretestuoso. Ma d’altronde, quando come presidente dell’associazione nazionale per l’incremento turistico (Anit, ndr) proposi di aprire un casinò per regione, o due in quelle più grandi, il Governo non ce lo fece fare sostenendo che nelle case da gioco si ricicla il denaro".

 

GLI OPERATORI PRONTI A INTERVENTO – La nuova legge non lascia di certo con le mani in mano gli operatori degli apparecchi da intrattenimento, pronti a farsi sentire. Il vicepresidente di Sapar, Luca Patoia, da parte sua sottolinea: “Intanto ci saranno delle strategie legali volte a verificare in che modo poter impugnare la legge regionale dell’Umbria. Dal mio punto di vista ci sono diversi punti che stonano con quello che dice la normativa nazionale. Sicuramente rispettiamo il fatto che la Regione ponga attenzione al gioco patologico, ma ci chiediamo perché si prendono sempre e solo di mira le new slot e non si allarga il raggio d’azione, a questo punto, a tutto il gioco. Partiamo dal presupposto che è una lotta tra stato centrale e regioni, le quali vorrebbero una parte dell’introito che deriva dal gioco e che va all’erario, dove a pagarne le conseguenze sono solo gli operatori. In termini occupazionali sicuramente ci saranno dei problemi. Per non parlare del distanziometro di 500 metri dai luoghi considerati sensibili. Non dimentichiamo che l’Umbria ha molte chiese, ma addirittura nella legge si parla di luoghi di culto e non è chiaro cosa si intenda. Vorrei cercare di capire, poi, quanto sia costituzionale la strategia sull’Irap messa in atto con questa nuova legge. Sull’introduzione, poi, di idonee soluzioni tecniche volte a bloccare automaticamente l’accesso dei minori ai giochi, anche mediante l’installazione di sistemi di lettura automatica, vorrei ricordare che esiste una procedura di omologazione delle slot machine che si basa su determinate regole tecniche che vanno rispettate. Purtroppo spesso ci troviamo di fronte a una carenza di conoscenza del settore da parte degli amministratori”.

 

Articoli correlati