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Volpe: "Non è la fine del gioco pubblico, si guardi alla delega"

18 novembre 2014 - 15:41

Roma - Non siamo di fronte alla fine del gioco pubblico. Parola del consigliere Italo Volpe, responsabile dell'ufficio normativo dei Monopoli di Stato chiamato a rispondere alla domanda specifica durante il convengo di Unigioco in corso di svolgimento a Roma. La risposta è secca, in quanto prima di tutto bisogna considerare che la legge di Stabilità non è stata ancora approvata e dovrà ancora superare dei passaggi parlamentari e in secondo luogo, perché esiste la legge delega e quell'articolo 14 che dovrà anch'esso essere attuato nei mesi successivi. GUARDA IL VIDEO DELL'INTERVENTO DI ITALO VOLPE AL CONVEGNO DI UNIGIOCO

Scritto da Ac
Volpe: "Non è la fine del gioco pubblico, si guardi alla delega"

 

LA DELEGA FISCALE - Volpe sottolinea proprio il ruolo della delega, che "ribadisce e rafforza il modello concessorio-autorizzatorio oggi vigente sul settore del gioco, che quindi verrà tutt'altro che accantonato". Ed è la stessa legge delega, secondo il consigliere, la "sede più opportuna per affrontare ogni discussione relativa al settore del gioco pubblico". L'ipotesi più coerente, quindi, sarebbe quella di affrontare ogni questione relativa alla fiscalità del settore in attuazione della delega ovvero rimandando, in qualche modo, le disposizioni previste dalla legge di Stabilità".

 

IL PROBLEMA CON GLI ENTI LOCALI – “In questi giorni si sta traendo anche la conclusione che perseguendo norme restrittive nei confronti del gioco pubblico si possa ottenere il risultato di dissuadere i cittadini dall'abitudine di giocare. È opportuno notare invece come non è possibile far scendere l’etica all'interno di una legge e non è quindi pensabile dominare una pulsione umana come quella rispetto al gioco, attraverso una norma". Con l'unico risultato che si andrebbe a destrutturare un intero comparto con benefici conseguenti per la diffusione dell'illegalità.

Ma a proposito della questione territoriale, si chiede Volpe: “Potrebbero riuscire, tali restrizioni locali, a distruggere il modello del gioco pubblico? Non credo che possano riuscire a sgretolare l'impianto regolatori o del comparto, ma quello che è certo è che queste iniziative restrittive non possono in nessun caso raggiungere l'obiettivo primario che si sono poste, cioè la tutela dei consumatori. Sono invece convinto che attraverso la delega si potrebbe definire un percorso di riorganizzazione della distribuzione del gioco che possa tenere conto delle singole esigenze”.

RISCHIO ILLEGALITÀ - Secondo Volpe “il vero rischio che potrebbe distruggere il mercato del gioco legale è quello racchiuso nella possibilità di concedere spazio all'offerta illegale che minerebbe direttamente la base il settore”.

OTTIMISMO PER IL FUTURO - Volpe conclude con un auspicio: "Sono certo che alla fine prevarrà la tesi che convenga proseguire con la strada intrapresa prima e quindi con quella tracciata dalla delega, la quale prevede che alla domanda di gioco si possa rispondere con una offerta lecita”.

 

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