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Legge di stabilità 2015, via libera finale della Camera

23 dicembre 2014 - 08:19

La Camera ha approvato, in via definitiva, i disegni di legge recanti Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015) (approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 2679-bis-B); Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017 (e relative note di variazioni) (approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

Scritto da Anna Maria Rengo e Sara Michelucci
Legge di stabilità 2015, via libera finale della Camera

Il testo contiene numerose disposizioni in materia di gioco: lo stanziamento di 50 milioni di euro per la cura del Gap, la sanatoria per i Ctd, la lotta alle slot e ai totem illegali e soprattutto la previsione di un versamento di 500 milioni di euro annui da parte dei concessionari di slot e Vlt.

LA DISCUSSIONE IN AULA - Nel suo intervento durante la discussione della Stabilità, il deputato Pd, Marco Causi, ha affermato: “Penso che il Parlamento, quando discute di queste questioni, debba discuterne in modo serio e informato, ho sentito troppe inesattezze, Presidente, ed è per questo che ho chiesto la parola. Nell’Unione europeail gioco è considerato un servizio liberamente offerto sul mercato. L’Unione europea non ha mai accolto, finora, la richiesta italiana di assoggettare le attività di gioco a un regime concessorio e, quindi, a una regolamentazione pubblica. Ergo, in Italia ci sono due settori di gioco, uno quello regolamentato dallo Stato, e che agisce su concessione, e un secondo settore che è quello da cui, tra l’altro, nascono tanti dei problemi anche di allarme sociale, non soltanto sanitario, ma anche sociale, che si è molto sviluppato negli ultimi anni e che è un settore di gioco che si muove liberamente sulla base del principio di libertà di stabilimento. Lo Stato italiano continua a fare questa battaglia nei confronti di questa che abbiamo sempre chiamato ‘l’area grigia’ del mercato del gioco anche quando qui approvammo la riforma, la delega fiscale, nei confronti di questo settore che non è illegale, perché è sbagliato, guardate, colleghi, dire che questo è illegale, poi c’è anche il gioco illegale e clandestino, ma qui stiamo parlando di operatori che vendono questi servizi sulla base di un principio di libertà di stabilimento che finora la giurisprudenza comunitaria ha sempre preservato anche contro le obiezioni dello Stato italiano. Lo Stato italiano continua a fare questa battaglia, perché noi pensiamo che a livello europeo il gioco vada tolto dai servizi liberamente offribili sul mercato e messo, invece, su una piattaforma di regolamentazione pubblica e, tra l’altro, negli ultimi tempi alcune preoccupazioni, anche in Germania, anche in altri Paesi, si stanno diffondendo e, quindi, questa è una battaglia che oggi, nei prossimi mesi, possiamo vincere, diversamente dal passato. Ma appunto per questo non capisco le colleghe e i colleghi che si dichiarano contrari al tentativo che si fa, in questa legge di stabilità, di dire a questi operatori di gioco, che non sono illegali, ma che non sono neanche regolamentati: entra nel regime della regolamentazione; entrando nel regime della regolamentazione, non solo dovranno essere collegati al totalizzatore nazionale, non solo dovranno assumere tutti quanti i vincoli che oggi non hanno, per esempio riguardanti il tipo di offerte di gioco da offrire, ma contribuiranno, anche di più di quanto oggi contribuiscano, al pubblico erario, perché oggi versano solo l’Iva ma non sono assoggettati al Preu. Naturalmente questi operatori potranno anche rifiutarsi di farlo, questa è una battaglia, se li prendi dentro e li metti sotto un regime concessorio hai un elemento in più di regolamentazione; quindi, non capisco davvero la polemica nei confronti di questo tentativo che, badate bene, non è detto che abbia successo. Invece, penso che noi dovremmo, tutti, augurarci che abbia successo, in modo da ridurre in modo drastico le aree di gioco non regolamentato – non illegale, attenzione, ma non regolamentato – le quali poi, con l’attuazione della delega fiscale, potranno essere assoggettate a tutte le nuove regolamentazioni a partire dal piano regolatore comunale dell’offerta di gioco e dall’autorizzazione unica. Naturalmente noi potremo fare l’autorizzazione unica e il piano regolatore comunale solo nei confronti di un settore che accetta la regolamentazione, un po’ per vincolo comunitario, su quello dobbiamo portare avanti la battaglia, e un po’ perché, con una politica di bastone e carota, lo metti dentro ad una ipotesi di regolamentazione”.

 

Paola Binetti (Udc) risponde a Causi, sottolineando: “Quando il collega chiede giustamente un dibattito ampio, profondo e articolato su tutti i punti, dovrebbe però nello stesso momento, per l’onestà intellettuale che lo caratterizza, dire che non è stato possibile portare in Aula la legge, tant’è vero che noi abbiamo accettato l’intervento legato appunto al riconoscimento in questo momento delle risorse messe, come una sorta di tappa intermedia per poter poi raggiungere l’obiettivo che ci sta a cuore, ben sapendo che lo spettro che c’è sullo sfondo è quello di non portarla in Aula, è quello di strozzare il dibattito sul gioco d’azzardo tra la legge di stabilità e il decreto fiscale. Come dire, l’obiettivo sembra quasi quello di fare di questo problema un problema di esclusiva competenza delle logiche economico-finanziarie, sottraendolo a quello che è lo specifico del suo dibattito che è tutto l’insieme delle implicazioni sul piano sicuramente sociale e poi per quello che riguarda la sua relazione con il mondo della giustizia, con il mondo dell’illegalità, il tema anche delle politiche per la giustizia. Ora io credo che questo dimostra che è urgente portare in Aula il disegno di legge, dimostra che è urgente farne oggetto di un dibattito che tocca anche le politiche per la pubblicità. Conosciamo tutti che è la stessa normativa che prevede che i concessionari e i gestori investano in pubblicità, che fa parte del loro contratto. Come dire, intanto hai una concessione in quanto poi tu investirai in pubblicità perché è parte della logica che tu debba operare attraverso la diversità dei giochi, attraverso la pluralità delle offerte, attraverso quello che noi tante volte abbiamo chiamato trattare i luoghi in cui si gioca come fossero dei punti di pronto soccorso, aperti ventiquattro ore su ventiquattro, tanto c’è scritto. Molto spesso alle fermate degli autobus trovi dei cartelli che ti dicono: a dieci metri di qui si gioca, si gioca ventiquattr’ore su ventiquattro. Noi stiamo parlando in questo caso di un gioco molto particolare, che è il gioco online, con tutte le variabili che questo comporta, però è evidente che il tema ha un impatto sociale altissimo e io mi auguro che questo serva con i colleghi a mantenere alto il livello di attenzione e di vigilanza perché si possa discutere di questo tema e in modo omogeneo e armonico in tutte le sue implicazioni”.

 

 

Massimo Enrico Corsaro (Fdi-An) aggiunge: “Credo che la circostanza che questo argomento sia sostanzialmente l’unico che sta coinvolgendo tutte le forze politiche in una valutazione e in una discussione in Aula nel corso della terza lettura del provvedimento, dovrebbe già di per sé sensibilizzare l’attenzione della maggioranza e del Governo rispetto alla pericolosità che è contenuta in questo condono alleggerito, perché poi è troppo facile andare in campagna elettorale a gridare contro il dilagante problema della ludopatia, poi è troppo facile convincere questo o quel sindaco, questo o quell’assessore alle politiche sociali per farsi belli rispetto alla popolazione, per cercare di aumentare l’appetibilità elettorale del proprio simbolo, cercare di reclamizzare interventi, delibere di giunta, stanziamenti tendenzialmente poco coperti da un’assistenza finanziaria meritoria per combattere il fenomeno delle ludopatie. Francamente, mi ero rivolto ai colleghi del Partito Democratico in particolare, dai quali mi attendevo una risposta diversa che non il tentativo tecnico di arrampicamento sugli specchi da parte del collega Causi. Allora, io credo ancora ai colleghi del Partito Democratico, a quelli di cui è riconosciuta universalmente una sensibilità che, accompagnata alla passione politica, a volte alla faziosità, comunque non ha mai, come dire, abbandonato la possibilità di ragionare con la propria testa. Mi piacerebbe sapere, per esempio, per il suo tramite, onorevole Presidente, se la collega Bindi, una persona verso la quale il mio livello di condivisione sulle idee politiche è inversamente proporzionale al rispetto e alla stima che nutro nei suoi confronti, sia stata convinta dalla tecnica di difesa del collega Causi o non si senta viceversa in imbarazzo ad approvare, all’interno di questo provvedimento, alcuni commi che riguardano un tema così delicato e affrontato in modo e in maniera così superficiale e pericolosa”.

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